È atteso per domani il presidente del Consiglio che, assieme al ministro Delrio, incontrerà lavoratori e sindacati. Una visita che sarà accolta con un’ora di sciopero e una protesta davanti ai cancelli
Renzi arriva ai Cantieri, sindacati proclamano sciopero «Tour propagandistico, da Governo nessun atto concreto»
«L’anno scorso il ministro Delrio ha visitato il cantiere con la promessa che il Governo avrebbe sbloccato le risorse destinate al bacino da 150 mila tonnellate. Da allora sono trascorsi un anno e due mesi e non è successo nulla. E ora cosa viene a fare Renzi? Viene a dire le stesse cose? Il suo è solo un tour propagandistico, simbolo di un Governo che non mostra concretezza e che non ha saputo dare risposte sul futuro dei cantieri di Palermo». Non usa giri di parole Angela Biondi, il segretario generale della Fiom Cgil Palermo, alla vigilia della visita del Premier Matteo Renzi prevista domani pomeriggio ai Cantieri Navali di Palermo. Da tempo, sindacati e lavoratori attendono risposte certe, a partire dagli interventi di completamento dei bacini da 80 mila e 150 mila tonnellate. E proprio sul fronte dello sblocco delle somme stanziate dal ministero delle Infrastrutture, annunciato oramai più di un anno fa dal ministro Delrio, non ci sono notizie. Domani, lo stesso ministro sarà nuovamente ai Cantieri insieme a Renzi per un nuovo tour. Una visita che sarà accolta con un’ora di sciopero e una protesta davanti ai cancelli.
«Renzi a Palermo, se non vuole che il suo sia solo un viaggio elettorale e di inaugurazioni porti risposte concrete – ha detto il segretario Cgil Palermo Enzo Campo -. Ai Cantieri Navali non basta dire che è stato saturato il lavoro con l’assegnazione di pezzi di navi da realizzare. La Cgil, così come la Fiom, chiede che al Cantiere Navale di Palermo si costruiscano navi intere, che si portino avanti i lavori per il bacino da 150 mila tonnellate e che si completi il bacino da 80 mila tonnellate». In concomitanza con questa visita, i sindacati hanno proclamato un’ora di sciopero e una manifestazione davanti ai cancelli «contro il governo, che in questi anni non è intervenuto contro le scelte di questa azienda di Stato, per salvaguardare la missione produttiva di questo storico insediamento industriale – aggiungono i sindacalisti della Fiom -. Non solo il governo non ha messo complessivamente in atto vere politiche industriali, ma al contrario ha mirato la sua azione introducendo leggi che limitano i diritti all’insegna della flessibilità e proclamando cambiamenti a scapito di scuola, sanità, pensioni. E sta proponendo con il referendum una riforma costituzionale che soffocherà pesantemente la democrazia e la partecipazione».
Proprio questa mattina si è tenuto un incontro all’assessorato alle Attività produttive della Regione Siciliana sui bacini. L’assessore Mariella Lo Bello ha incontrato il responsabile delle relazioni industriali di Fincantieri Marcello Sorrentino insieme alle organizzazioni sindacali di Fiom, Fim e Uil per fare il punto sul bacino da 80 mila tonnellate. «Alla conferma della volontà della Regione di dotare il Cantiere di Palermo di questa nuova infrastruttura, a fronte di un enorme investimento in termini di risorse pubbliche pari a quasi 60 milioni di euro, non abbiamo sentito da parte di Fincantieri l’annuncio di nessuna corrispondente prospettiva di sviluppo industriale e occupazionale – dichiarano Angela Biondi, segretario generale della Fiom Cgil Palermo e le Rsu Fiom Cgil Francesco Foti, Serafino Biondo e Giuseppe Pirrotta -. Fincantieri non ha fatto altro che ribadire quanto sostenuto in questi anni e cioè che per Palermo non esiste prospettiva di costruzione di navi ma solo di realizzazione di pezzi in supporto ad altri cantieri. E ha aggiunto che l’incremento può arrivare unicamente dalle opere pubbliche civili che nulla hanno a che fare con la cantieristica».
Ormai da anni Fincantieri affida «la costruzione di intere navi esclusivamente ai cantieri del Nord Italia», sostenendo che le infrastrutture di cui è dotato il cantiere di Palermo non lo rendono competitivo da un punto di vista industriale. «Abbiamo più volte contestato questa affermazione, che riteniamo strumentale, perché ribadiamo ancora una volta che con le infrastrutture attuali in passato abbiamo costruito anche noi intere navi. Quella delle costruzioni navali è anzi dal 1897 la vera vocazione del cantiere navale di Palermo – aggiungono i sindacalisti – Altre regioni, pur non mettendo a disposizione risorse economiche, hanno ottenuto l’assegnazione di nuove costruzioni. La Regione Siciliana deve pretendere, a fronte degli ingenti investimenti economici, un piano industriale che riconosca al cantiere di Palermo la sua storica vocazione restituendo dignità industriale al pari degli altri stabilimenti».
«Il governo non fa altro continuare a promettere grandi opere, continua a utilizzare questo elemento a fini propagandistici, ma queste opere non le vediamo – ha aggiunto Biondi -. Continuiamo a misurare l’azione della politica sui fatti e l’unica concretezza che vediamo è la disoccupazione alle stelle, mentre si chiede sempre più flessibilità. Il Governo – ha concluso – va in una direzione che non condividiamo».