Renzi & Berlusconi d’accordo per penalizzare Regioni, Comuni e famiglie

ECCO DOVE IL NOSTRO PREMIER CAMPIONE DI DEMAGOGIA TROVERA’ I  SOLDI PER LA SUA ‘MANOVRA’ DA 30 MILIARDI DI EURO: FACENDOLI PAGARE AI CITTADINI

di Carmelo Raffa

Il Premier del nostro Paese non intende demordere e procede velocemente sulla sua strada a senso unico. Fa finta di ascoltare le controproposte, ma alla fine fa orecchie da mercanti e manda avanti solo le sue proposte.

Il compito per il nuovo ‘Messia’ della politica italiana è stato facilitato dalla cambiale in bianco accordatagli dal capo di una forza politica che fa finta di stare all’opposizione e nei fatti dimostra quasi sempre il contrario. Siamo più che convinti, infatti, che Silvio Berlusconi e Matteo Renzi si siano accordati non solo sulla riforma elettorale, ma su tutto ciò che viene dettato dall’agenda dei poteri forti che risiedono al di fuori del nostro Paese.

Renzi lo fa perché questa è la sua ‘missione’ politica, Berlusconi si accoda per salvare le proprie aziende, tradendo, di fatto, gli elettori che lo hanno votato.

Ed ecco che Matteo Renzi, in rappresentanza del centrosinistra, dimostra sempre più di portare avanti una politica di riforme che l’ex Cavaliere sognava di fare nel ventennio precedente, ma che non era riuscito nell’intento per la ferma opposizione degli attuali renziani e dei sindacati.

L’ex Premier Berlusca realizza, quindi, con l’approvazione della nuova legge sul lavoro e della contestuale modifica sostanziale dell’art.18 dello Statuto dei Lavoratori, il suo vecchio sogno e di ciò deve dire grazie a Matteo Renzi.

Ed ora che sta succedendo? Lo Stato è alla ricerca disperata di fondi e siccome non riesce a trovarli al proprio interno, anche per le difficoltà dettate dalla Signora Angela Merkel, che fa? Adotta una soluzione semplice tipo un compitino da prima elementare: li toglie ai Comuni ed alle Regioni.

In pratica, Matteo Renzi continua ad adottare gli stessi strumenti adottati dal suo predecessore, Mario Monti, e così facendo costringe Regioni e Comuni ad essere cattivi con i cittadini aumentando loro il carico fiscale locale che sta diventando “insostenibile”.

Tra i protestatari maggiori abbiamo notato risaltare la presa di posizione del nostro Sindaco e Presidente dell’Anci-Sicilia, Leo­luca Orlando, che annun­cia ini­zia­tive di mobi­li­ta­zione: “I sin­daci sono costretti a portare le aliquote locali a livelli intollerabili”.

Ma purtroppo per noi Renzi non ascolterà Orlando e neanche Fassino o Chiamparino per non parlare di Vendola e continuerà ad andare sulla sua strada a senso unico, forte del fatto che la demagogia contenuta nei sondaggi che discreditano l’operato amministrativo degli Enti Locali portano acqua alle riforme volute dal nuovo ‘Messia’.

Infatti di fronte alle protese di Regioni e Comuni che lamentano una nuova ondata di tagli ed annunciano segnali di ‘guerra’, il premier afferma: “Figuriamoci se non parliamo con i presidenti delle Regioni. Ma tagliare i servizi sanitari sarebbe inaccettabile. Piuttosto si tagli qualche Asl o qualche nomina di primario”.

Proseguendo nel suo ragionamento per niente dialogante aggiunge: “Le Regioni facciano la loro parte anche perché qualcosa da farsi perdonare (dice riferendosi ai consiglieri regionali) ce l’hanno”. Ed infine un’altra frase demagogica: “Le famiglie hanno pagato, ora paghino anche le Regioni”. Dimenticando che far pagare le Regioni significa togliere servizi e risorse alle famiglie!

Ma si rende conto, il Signor Renzi, che se gli Enti Locali non sono in grado di fornire i servizi pubblici essenziali a chi chiedono le risorse? Caro Renzi, siamo più che certi che chiederanno sempre più soldi alle stesse famiglie che come bene dice Lei: “Hanno già pagato”.

Insomma, caro Renzi, lei predica bene e razzola. Questa, in politica, si chiama demagogia da quattro soldi!

 

 

 


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