Regione siciliana poco ‘trasparente’: nel sito non ci sono i curricula e le retribuzioni dei componenti del gabinetto della presidenza

IL PRESIDENTE CROCETTA PARLA DI LEGALITA’ E DI ANTIMAFIA. MA I SUOI STRETTI COLLABORATORI NON COMUNICANO AI CITTADINI CHI SONO E, SOPRATTUTTO, QUANTO GUADAGNANO. CHE DIRA’ DI TUTTO QUESTO L’AUTORITA’ NAZIONALE ANTICORRUZIONE?

(In calce all’articolo potete leggere la lettera del capo del Governo Renzi e della Ministra Madia ai dipendenti pubblici)

E’ possibile riformare la pubblica amministrazione siciliana? Saremo franchi: in queste condizioni, no. Perché quello che succede oggi nella nostra Isola è incredibile.

Facciamo un solo esempio: il Governo regionale ha manifestato l’intento di ridurre le retribuzioni ai dipendenti del 118, un Servizio essenziale e delicatissimo, visto che parliamo del Pronto soccorso, cioè della salute dei cittadini.

Vogliono ridurre lo stipendio ai dipendenti di questo importante Servizio. Perché, dicono i nostri governanti, bisogna risparmiare. Dopo di che il presidente della Regione, Rosario Crocetta, vorrebbe spendere un milione e mezzo di euro, più Iva, per cinque automobili blindate!

Se qualcuno fa notare l’assurdità di tutto ciò, il governatore va su tutte le furie! Ma non è solo questo il problema.

Provate ad andare sul sito della Regione siciliana. Cliccate sull’area del “Presidente” (questo il link). Noi l’abbiamo fatto alle 15 e 45 di oggi (sotto a sinistra lo screenshot). Quello che abbiamo letto – anzi, per la precisione, quello che non abbiamo letto – è incredibile.

Il capo di gabinetto, dottore Gianni Silvia, non ha messo in rete il proprio curriculum. Idem per altri quattro o cinque componenti del gabinetto del presidente della Regione.

Cerchiamo di capire di che cosa stiamo parlando: il presidente della Regione, Rosario Crocetta, parla un giorno sì e l’altro pure di “trasparenza amministrativa”, “legalità” e “antimafia”; e il suo capo di gabinetto non pubblica il proprio curriculum sul sito ufficiale della stessa presidenza della Regione! E la stessa cosa fanno – anzi, non fanno – altri quattro o cinque componenti dello stesso gabinetto!

Non solo. Nessuno di questi signori si è premurato di far conoscere qual è la propria retribuzione. Niente di niente. Eppure la legge prevede la pubblicazione, sul sito ufficiale, dei curricula dei componenti del gabinetto e delle proprie retribuzioni.

In questi casi dovrebbe intervenire il dirigente responsabile della ‘Prevenzione della corruzione e per la trasparenza’. Cioè la dottoressa Luciana Giammanco. Che fino ad oggi non è intervenuta.

Per la cronaca, la dottoressa Luciana Giammanco è anche dirigente generale del Personale della Regione siciliana. Ed è nominata dal Governo della Regione. Volete che la dottoressa Giammanco faccia notare una violazione di legge ai componenti del gabinetto di quella presidenza della Regione che l’ha nominata dirigente generale del Personale?

Il dirigente responsabile della ‘Prevenzione della corruzione e per la trasparenza’ non dovrebbe essere ‘terzo’ e, quindi, non influenzabile dal Governo della Regione e dai vertici della stessa Amministrazione regionale?

Sempre per la cronaca, non stiamo parlando di semplici ‘dimenticanze’. La mancata pubblicazione dei curricula e delle retribuzioni si configura come una violazione della legge nazionale n. 190 del 2012 e del decreto di attuazione, della stessa legge, n 33 del 2013.

La mancata osservazione di queste prescrizioni di legge comporta sanzioni disciplinari per il responsabile del sito. E una valutazione negativa dei dirigenti che non hanno inserito nel sito i propri curricula e le proprie retribuzioni.

Chi dovrebbe sanzionare questi dirigenti? Per provare a capire quello che succede negli uffici della Regione siciliana – e, segnatamente, negli uffici della presidenza della Regione – abbiamo chiesto ‘lumi’ a un dirigente regionale che, per evitare rappresaglie, non vuole venire allo scoperto. Siamo partiti dalla lettera che il capo del Governo, Matteo Renzi, e la Ministra della Pubblica amministrazione hanno indirizzato a tutti i dipendenti pubblici del nostro Paese. la lettera la trovate in calce a questo articolo.

“Nel condividere la necessità ed urgenza di intervenire sull’attuale assetto organizzativo della Pubblica Amministrazione Italiana – ci dice il nostro interlocutore – non possiamo fare a meno di rilevare che la lettera indirizzata a tutti i dipendenti pubblici non descrive le modalità ed i contenuti dei singoli punti indicati nell’elenco degli interventi, per cui qualsiasi segnalazione rischia di essere assertiva e non partecipativa per il bene della nostra Patria!”.

“Per quanto riguarda l’elenco degli interventi, infatti – osserva sempre il nostro interlocutore – rileviamo come l’assoluta genericità di questa lettera rischia di non incidere, ad esempio, sulle cause che creano enormi problemi alle imprese e, in generale, a chi decide di investire nel nostro Paese”.

“Per esempio – aggiunge – desta perplessità il punto 12, ovvero la valutazione dei risultati.  All’espressione ‘valutazione dei risultati fatta seriamente’ si associa la riforma approvata con il decreto legislativo n.150/2009, frutto della legge delega n.15/20091. Non possiamo non registrare il fatto che, ad oggi, nessuna trasparenza è stata data ai risultati dei dirigenti e del restante personale”.

Il nostro interlocutore ci spiega che, addirittura!, in Sicilia non sono stati nominati gli Organismi Indipendenti di Valutazione dei dirigenti. Insomma, negli uffici della Regione siciliana i dirigenti vengono valutati con il vecchio metodo che consente a tutti di essere ‘bravissimi’ e di ‘ammuccarsi’ le premialità senza la valutazione prevista dalla legge!

Tutto questo, per l’appunto, il barba alla legge e, quindi, in barba a quella legalità che il presidente Crocetta, a parole, declama e proclama! Che dirà, di tutto questo, l’Autorità Nazionale Anticorruzione quando lo scoprirà? Il presidente Crocetta, la dottoressa Giammanco, il dottore Silvia – per citare solo tre protagonisti di questo scempio – pensano di farla ‘franca’?

 

Lettera di Renzi e Madia ai dipendenti pubblici

30 aprile 2014

Vogliamo fare sul serio.

L’Italia ha potenzialità incredibili. Se finalmente riusciamo a mettere in ordine le regole del gioco (dalla politica alla burocrazia, dal fisco alla giustizia) torniamo rapidamente fra i Paesi leader del mondo. Il tempo della globalizzazione ci lascia inquieti ma è in realtà una gigantesca opportunità per l’Italia e per il suo futuro. Non possiamo perdere questa occasione.

Vogliamo fare sul serio, dobbiamo fare sul serio.

Il Governo ha scelto di dare segnali concreti. Questioni ferme da decenni si stanno finalmente dipanando. Il superamento del bicameralismo perfetto, la semplificazione del Titolo V della Costituzione e i rapporti tra Stato e Regioni, l’abolizione degli enti inutili, la previsione del ballottaggio per assicurare un vincitore certo alle elezioni, l’investimento sull’edilizia scolastica e sul dissesto idrogeologico, il nuovo piano di spesa dei fondi europei, la restituzione di 80 euro netti mensili a chi guadagna poco, la vendita delle auto blu, i primi provvedimenti per il rilancio del lavoro, la riduzione dell’IRAP per le imprese. Sono tutti tasselli di un mosaico molto chiaro: vogliamo ricostruire un’Italia più semplice e più giusta. Dove ci siano meno politici e più occupazione giovanile, meno burocratese e più trasparenza. In tutti i campi, in tutti i sensi.

Fare sul serio richiede dunque un investimento straordinario sulla Pubblica Amministrazione. Diverso dal passato, nel metodo e nel merito.

Nel metodo: non si fanno le riforme della Pubblica Amministrazione insultando i lavoratori pubblici. Che nel pubblico ci siano anche i fannulloni è fatto noto. Meno nota è la presenza di tantissime persone di qualità che fino ad oggi non sono mai state coinvolte nei processi di riforma. Persone orgogliose di servire la comunità e che fanno bene il proprio lavoro.

Compito di chi governa non è lamentarsi, ma cambiare le cose. Per questo noi, anziché cullarci nella facile denuncia, sfidiamo in positivo le lavoratrici e i lavoratori volenterosi. Siete protagonisti della riforma della Pubblica Amministrazione.

Nel merito: abbiamo maturato alcune idee concrete. Prima di portarle in Parlamento le offriamo per un mese alla discussione dei soggetti sociali protagonisti e di chiunque avrà suggerimenti, critiche, proposte e alternative. Abbiamo le idee e siamo pronti a intervenire. Ma non siamo arroganti e quindi ci confronteremo volentieri, dando certezza dei tempi.

Le nostre linee guida sono tre.

1. Il cambiamento comincia dalle persone. Abbiamo bisogno di innovazioni strutturali: programmazione strategica dei fabbisogni; ricambio generazionale, maggiore mobilità, mercato del lavoro della dirigenza, misurazione reale dei risultati, conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, asili nido nelle amministrazioni.

2. Tagli agli sprechi e riorganizzazione dell’Amministrazione. Non possiamo più permetterci nuovi tagli orizzontali, senza avere chiari obiettivi di riorganizzazione. Ma dobbiamo cancellare i doppioni, abolendo enti che non servono più e che sono stati pensati più per dare una poltrona agli amici degli amici che per reali esigenze dei cittadini. O che sono semplicemente non più efficienti come nel passato.

3. Gli Open Data come strumento di trasparenza. Semplificazione e digitalizzazione dei servizi. Possiamo utilizzare le nuove tecnologie per rendere pubblici e comprensibili i dati di spesa e di processo di tutte le amministrazioni centrali e territoriali, ma anche semplificare la vita del cittadini: mai più code per i certificati, mai più file per pagare una multa, mai più moduli diversi per le diverse amministrazioni.

Ciascuna di queste tre linee guida richiede provvedimenti concreti.

Ne indichiamo alcuni su cui il Governo intende ascoltare la voce diretta dei protagonisti a cominciare dai dipendenti pubblici e dai loro veri datori di lavoro: i cittadini.

Il cambiamento comincia dalle persone

1) abrogazione dell’istituto del trattenimento in servizio, sono oltre 10.000 posti in più per giovani nella p.a., a costo zero

2) modifica dell’istituto della mobilità volontaria e obbligatoria

3) introduzione dell’esonero dal servizio

4) agevolazione del part-time

5) applicazione rigorosa delle norme sui limiti ai compensi che un singolo può percepire dalla pubblica amministrazione, compreso il cumulo con il reddito da pensione

6) possibilità di affidare mansioni assimilabili quale alternativa opzionale per il lavoratore in esubero

7) semplificazione e maggiore flessibilità delle regole sul turn over fermo restando il vincolo sulle risorse per tutte le amministrazioni

8) riduzione del 50% del monte ore dei permessi sindacali nel pubblico impiego

9) introduzione del ruolo unico della dirigenza

10) abolizione delle fasce per la dirigenza, carriera basata su incarichi a termine

11) possibilità di licenziamento per il dirigente che rimane privo di incarico, oltre un termine

12) valutazione dei risultati fatta seriamente e retribuzione di risultato erogata anche in funzione dell’andamento dell’economia

13) abolizione della figura del segretario comunale

14) rendere più rigoroso il sistema di incompatibilità dei magistrati amministrativi

15) conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, asili nido nelle amministrazioni

Tagli agli sprechi e riorganizzazione dell’Amministrazione

16) riorganizzazione strategica della ricerca pubblica, aggregando gli oltre 20 enti che svolgono funzioni simili, per dare vita a centri di eccellenza

17) gestione associata dei servizi di supporto per le amministrazioni centrali e locali (ufficio per il personale, per la contabilità, per gli acquisti, ecc.)

18) riorganizzazione del sistema delle autorità indipendenti

19) soppressione della Commissione di vigilanza sui fondi pensione e attribuzione delle funzioni alla Banca d’Italia

20) centrale unica per gli acquisti per tutte le forze di polizia

21) abolizione del concerto e dei pareri tra ministeri, un solo rappresentante dello Stato nelle conferenze di servizi, con tempi certi

22) leggi auto-applicative; decreti attuativi, da emanare entro tempi certi, solo se strettamente necessari

23) controllo della Ragioneria generale dello Stato solo sui profili di spesa

24) divieto di sospendere il procedimento amministrativo e di chiedere pareri facoltativi salvo casi gravi, sanzioni per i funzionari che lo violano

25) censimento di tutti gli enti pubblici

26) una sola scuola nazionale dell’Amministrazione

27) accorpamento di Aci, Pra e Motorizzazione civile

28) riorganizzazione della presenza dello Stato sul territorio (es. ragionerie provinciali e sedi regionali Istat) e riduzione delle Prefetture a non più di 40 (nei capoluoghi di regione e nelle zone più strategiche per la criminalità organizzata)

29) eliminazione dell’obbligo di iscrizione alle camere di commercio

30) accorpamento delle sovrintendenze e gestione manageriale dei poli museali

31) razionalizzazione delle autorità portuali

32) modifica del codice degli appalti pubblici

33) inasprimento delle sanzioni, nelle controversie amministrative, a carico dei ricorrenti e degli avvocati per le liti temerarie

34) modifica alla disciplina della sospensione cautelare nel processo amministrativo, udienza di merito entro 30 giorni in caso di sospensione cautelare negli appalti pubblici, condanna automatica alle spese nel giudizio cautelare se il ricorso non è accolto

35) riforma delle funzioni e degli onorari dell’Avvocatura generale dello Stato

36) riduzione delle aziende municipalizzate

Gli Open Data come strumento di trasparenza. Semplificazione e digitalizzazione dei servizi

37) introduzione del Pin del cittadino: dobbiamo garantire a tutti l’accesso a qualsiasi servizio pubblico attraverso un’unica identità digitale

38) trasparenza nell’uso delle risorse pubbliche: il sistema Siope diventa “open data”

39) unificazione e standardizzazione della modulistica in materia di edilizia ed ambiente

40) concreta attuazione del sistema della fatturazione elettronica per tutte le amministrazioni

41) unificazione e interoperabilità delle banche dati (es. società partecipate)

42) dematerializzazione dei documenti amministrativi e loro pubblicazione in formato aperto

43) accelerazione della riforma fiscale e delle relative misure di semplificazione

44) obbligo di trasparenza da parte dei sindacati: ogni spesa online

Sarà per noi importante leggere le Vostre considerazioni, le Vostre proposte, i Vostri suggerimenti. Scriveteci all’indirizzo: rivoluzione@governo.it

La consultazione sarà aperta dal 30 aprile al 30 maggio. Nei giorni successivi il Governo predisporrà le misure che saranno approvate dal Consiglio dei Ministri venerdì 13 giugno 2014.

Grazie di cuore e, naturalmente, buon lavoro.

Matteo Renzi Marianna Madia

 

 


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