Regione, è l’ora del rimpasto di giunta: ecco i nomi in campo


Tutti gli assessori regionali, quest’anno, mangeranno il panettone. Ma ce ne sono alcuni il cui destino è già segnato. Il pressing è forte e qualcuno dovrà mantenere le promesse fatte. Si tratta del presidente della Regione siciliana Renato Schifani, che aveva rinviato il rimpasto di giunta a dopo la manovra di stabilità. Per garantirsi i voti necessari in aula. D’altronde lo stesso presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, durante i saluti natalizi a Catania, era stato chiaro: «Dopo tre anni e qualche mese, un rimpasto è fisiologico e può essere strategico». Chiamando in causa Schifani che, a detta di Galvagno, sarebbe «assolutamente favorevole». Contento o no, di certo a mancare al governatore non saranno le idee. Con tutti i partiti pronti a proporre i loro nomi e a muovere le proprie pedine per l’atteso rimpasto di giunta.

Lo stato della giunta Schifani

Oggi Schifani ha una giunta dimezzata. Dopo l’esautorazione di Andrea Messina e Nuccia Albano, a seguito della pesante indagine che ha coinvolto Totò Cuffaro e la sua Dc. La soluzione temporanea è stata quella di avocare a sé gli assessorati rimasti orfani: Enti Locali e Famiglia. Ma, adesso, è arrivato il momento di onorare il patto con gli alleati. Anche alla luce della ridistribuzione politica che sta avvenendo all’Assemblea regionale siciliana. Perché i 7 esponenti della Dc e i 3 di Sud chiama Nord con l’anno nuovo ufficializzeranno la nascita dell’intergruppo parlamentare. Ora tocca a Schifani decidere se vuol far crescere le fila dell’opposizione oppure inglobare tutti nella maggioranza. Gestendo i loro desideri.

Gli appetiti dei partiti

Come quelli di Ignazio Abbate, che non ha mai celato la sua ambizione a occupare uno scranno assessoriale. O quelli di Cateno De Luca, che sponsorizza Danilo Lo Giudice, suo braccio destro, già deputato e sindaco di Santa Teresa di Riva. Non mancano appetiti nemmeno agli autonomisti di Raffaele Lombardo, non sazi del ruolo che ricopre il loro Francesco Colianni, assessore all’Energia. E che sperano di raddoppiare: probabilmente con Giuseppe Carta. In casa FdI, invece, sembra essersi aperta la possibilità di inserire in giunta Ella Bucalo al posto di Elvira Amata. Prevedendo anche di far entrare Francesco Scarpinato, attuale assessore ai Beni Culturali, in Senato. Muovendo poi Brigida Alaimo dall’assessorato del Comune di Palermo alla giunta regionale. Non tace nemmeno la Lega, che blinda Luca Sammartino e Mimmo Turano e garantisce la non belligeranza del suo Vincenzo Figuccia. Che, pur soffrendo, potrebbe essere disponibile a soprassedere per il 2026.

Il problema è in Forza Italia

A mancare al prossimo rimpasto di giunta non sono dunque le idee per i nomi. Il problema, semmai, sembra essere quello di Forza Italia, proprio il partito di Schifani. L’ipotesi è estromettere dalla giunta Alessandro Dagnino e Daniela Faraoni. E controllare il pressing per la sostituzione. Che potrebbe riguardare tre candidati per due poltrone: Nicola D’Agostino, Bernadette Grasso e Michele Mancuso. Ma non tace il convitato di pietra. Quel Giorgio Mulè che, in diverse occasioni, aveva fatto capire di essere pronto a candidarsi per lo scranno su cui oggi siede Schifani. «Ho spostato la mia residenza a Palermo», ha già detto. Accusando anche, con una velata minaccia, i forzisti siciliani: «Non c’è un segretario regionale del partito, né una struttura. Scelga Schifani. Ne trarremo le conseguenze». Buon fine d’anno a tutti, quindi. In attesa della calza della Befana.


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