Le nomine del governo regionale sotto la lente di ingrandimento di chi si occupa di violazioni amministrative
Regione/ Doppi incarichi: interviene l’Autorità Nazionale Anticorruzione. Si salva Patrizia Monterosso
LE NOMINE DEL GOVERNO REGIONALE SOTTO LA LENTE DI INGRANDIMENTO DI CHI SI OCCUPA DI VIOLAZIONI AMMINISTRATIVE
Ci mancava solo questa ennesima ‘malafiura’. La Regione siciliana è finita nel mirino dell’Autorità Nazionale Anticorruzione e per la Trasparenza nella Pubblica amministrazione (ANAC).
Ovviamente, per la mancata applicazione del Decreto n. 39 di quest’anno che ha introdotto nuove norme sull’incompatibilità/inconferibilità degli incarichi nella Pa (in vigore da Maggio scorso, varato nell’ambito della legge anticorruzione, per l’appunto).
Sono mesi, che praticamente quasi in solitudine, solleviamo la questione. Che, sfortunatamente, pare sfugga al Commissario dello Stato, Carmelo Aronica. Ovvero un Governo, che da un lato predica la legalità, dall’altro è alquanto distratto sulle legge che regola le nomine. I casi sospetti sono difficili da quantificare. Non a caso, il Movimento 5 Stelle, ha presentato una interrogazione parlamentare per fare il punto su tutti quegli incarichi conferiti in barba al Decreto 39.
Il caso, forse più famoso, è quello dell’Irfis-FinSicilia, dove alla vicepresidenza del Cda, il Governo Crocetta, ha piazzato la Segretaria Generale della Presidenza della Regione, Patrizia Monterosso. Un doppio incarico palesemente inconferibile, alla luce delle norme introdotte a Maggio. Ma la fortuna bacia i belli.
E quindi anche la bella dirigente che ha potuto usufruire di una piccola ‘sanatoria’ del Parlamento nazionale. Con l’emendamento al Decreto 69/2013, art.29ter si è stabilito che se uno degli incarichi è stato conferito prima del 4 Maggio scorso, data di entrata n vigore del Decreto 39, allora è tutto posto.
Tant’è. Monterosso, che è a Palazzo d’Orléans dal 2012, si è ‘salvata’. Restano da passare al setaccio tutti gli altri incarichi negli enti regionali. E nello stesso Irfis dubbi anche per l’altro componente del cda, Salvatore Parlato (capo della Segreteria tecnica dell’assessore regionale all’Economia) e per lo stesso presidente Rosario Basile (numero uno di una società che è stata fornitrice della Regione, la Kpmg).
A fare chiarezza, a quanto pare, penserà l’ANAC che nella lettera ( riportata qui sotto ) inviata in risposta all’esposto presentato dall’Associazione Sicily Open Gov, presieduta dall’avvocato amministrativista, nonché ex assessore, Gaetano Armao- assicura fari accesi sul caso Sicilia già sottoposto all’attenzione del Ministero della Pubblica Amministrazione, al quale spetterà valutare l’ipotesi di un intervento governativo. Ovvero il Commissariamento dei poteri della Regione in materia di nomine.
Insomma, la palla passa in mano al Ministro Gianpiero D’Alia, leader siciliano dell’Udc. E non sappiamo quanto questa sia una buona notizia per il Governo Crocetta.
Tra le altre questioni, resta da valutare anche quella dei doppi emolumenti. Una sentenza (1355/2011) della Corte dei Conti pugliese, ad esempio, ha condannato un dirigente del Dipartimento Programmazione (Luca Celi) che contemporaneamente aveva svolto l’incarico di amministratore nella società Finpuglia (l’Irfis di Bari) al risarcimento di 60mila all’euro in favore delle casse pubbliche. Insomma
Legge Anticorruzione: la Sicilia rischia il Commissariamento