Regione, dirigenti senza contratto nei Comuni

“Lo ‘scippo’ di 1.600 milioni di euro destinati al ponte sullo stretto che verranno dirottati ad altro nel resto d’Italia anziché in Sicilia; lo scippo di tanti diritti sanciti dalla Carta Costituzionale e dallo Statuto Autonomista che sono stati oggetto delle rivendicazioni di tanti cittadini che in questi giorni sono scesi in strada, la dicono lunga su quanto questa compagine governativa siciliana sia tenuta in considerazione a livello nazionale”.
Lo scrivono in un comunicato i vertici dei Coba-Codir della Sicilia, il sindacato che conta più iscritti negli uffici della Regione siciliana.
“Mentre la Sicilia affonda – si legge sempre nel comunicato – a causa di una fallimentare politica regionale, risulta ferma al palo anche la politica sul personale regionale che avrebbe dovuto portare al rilancio della macchina amministrativa. Prosegue spudoratamente, inoltre, la farsa del dipartimento dell’Economia e dell’assessore alla Funzione pubblica, Caterina Chinnici, che, ancora oggi, lasciano intravedere improbabili ‘disponibilità di fondi contrattuali per l’apertura delle trattative’, puntualmente smentite dall’Aran Sicilia (ultima smentita con nota datata 23 gennaio 2012 disponibile sul sitowww.codir.it). A ciò si aggiungano le direttive capestro, approvate dalla Giunta nell’ormai lontano 20 dicembre 2010, per il rinnovo dei contratti giuridico ed economico e la scellerata delibera del governo regionale del 13 settembre 2011, n. 233 (entrambi consultabili sempre su www.codir.it), contro la quale il COBAS/CODIR ha citato in Tribunale questo governo “di magistrati” per tentare di annullarne gli effetti deleteri considerato che Lombardo ed i suoi hanno stabilito che la riclassificazione del personale “non dovrà implicare alcuna ipotesi di progressione economica né tantomeno verticale”.
“A fronte di questo trattamento oltraggioso riservato a tutti i dipendenti regionali di ruolo – scrivono sempre i Cobas – il governo regionale, però, porta avanti un’ulteriore azione demagogica, preelettorale ed irrealizzabile che prevedrebbe la stabilizzazione SENZA CONCORSO dei 750 precari nelle categorie apicali (C e D), ripresentando all’ARS la norma già impugnata dal Commissario dello Stato e ignorando volutamente la concreta possibilità di assumerli, da subito, nelle Società regionali con il contratto del pubblico impiego regionale e a tempo indeterminato, nelle posizioni giuridiche ed economiche di provenienza. Inoltre, i dirigenti, senza contratto dal gennaio 2006, saranno destinati a fare da apripista nella più volte ventilata mobilità verso gli enti locali a causa della recente norma, osteggiata con forza dal COBAS/CODIR, che dispone la possibilità di trasferire gli stessi ai Comuni (che sia la testa d’ariete per il resto del personale?)”.

Indennità di vacanza contrattuale

“Nonostante il blocco dei contratti relativo al biennio economico 2010/2011, la legge prevede, comunque, il diritto alla corresponsione dell’indennità di vacanza contrattuale e, pertanto, il COBAS/CODIR ne rivendica l’immediato pagamento senza ulteriori indugi anche in considerazione che le relative somme sono state già appostate nei rispettivi capitoli di spesa di ogni singolo assessorato. La Funzione pubblica provveda, quindi, da subito al relativo pagamento!”.

Stato di agitazione

“Per questi motivi e per tutti gli altri che fanno parte delle nostre rivendicazioni, come la vice dirigenza (inseriti nelle piattaforme contrattuali già presentate da tempo all’Aran) – conclude la nota dei Cobas – nel mantenere lo stato di agitazione e la prosecuzione della campagna mediatica contro le malefatte di questo governo, la Segreteria Generale indice, da subito, come prima forma di protesta, le assemblee di tutto il personale in tutti i luoghi di lavoro della Sicilia (sul sito www.codir.it a breve sarà disponibile il calendario) al fine di ottenere, come già richiesto in questi giorni, la modifica delle direttive per il rinnovo dei contratti e la riapertura immediata delle trattative alle condizioni richieste per consentire il recupero del potere d’acquisto perso negli ultimi anni, da tutti i lavoratori regionali”.

 


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