Regionali, Sgarbi e il sex appeal in campagna elettorale «Io più erotico di Musumeci. Crocetta? È un buco nero»

«Non mi direte che è erotico Armao, che è erotico Musumeci, che è erotico Lagalla». È un one man show quello di Vittorio Sgarbi, sul palco del Palab di Palermo per ufficializzare la propria candidatura alla alla presidenza della Regione. Dopo il siparietto coi giornalisti, con una serie di battute e allusioni a una giornalista intervenuta per seguire la conferenza stampa, Sgarbi sposta l’attenzione sulla «componente erotica della politica, perché preferire è scegliere. E a farci scegliere sono le emozioni, le pulsioni, l’eros».

A proposito degli altri candidati, Sgarbi non ha dubbi: «Micari? È erotico come un baccalà, persino Renzi sembra più erotico di lui. Fava invece non è male, ha un suo erotismo, una sua passione ideologica che si traduce anche in pulsioni erotiche. Una sola cosa mi pare evidente – sottolinea -. Gli elettori non sono soltanto vecchi signori che sanno già cos’è la politica, ma anche ragazzi, che sicuramente trovano più attraente me. Dicono che io porti via i voti a Musumeci, ma con chi andrebbe a letto una bella donna? Con me o con Musumeci?».

E poi Crocetta. Sul presidente uscente, Sgarbi mette una pietra tombale: «L’unica cosa da fare in Sicilia è non fare niente. Crocetta non ha fatto niente, era contro me sulla battaglia delle pale eoliche, infatti ne hanno fatte di più da quando c’è lui. Cuffaro e Lombardo almeno sono finiti in indagini di mafia, lui niente, un buco nero, il vuoto. Essere per cinque anni presidente di una Regione e non lasciare traccia – attacca il critico d’arte – è angoscioso. lo guardo con tenerezza. Nei sondaggi io, che sono appena arrivato, sono dato al 4,2 per cento e lui al 3,9. Ci sarà un motivo».

Sull’ex presidente che ha scontato una condanna per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra, Sgarbi è netto: «Cuffaro non è un mafioso ma è vittima di un sistema – afferma -. Lui non vota e il voto disgiunto è una specie di malattia. Io credo che lui debba correggere questo punto di vista. Lui fa un doppio gioco: voto Sgarbi e poi agli altri dico di fare il voto disgiunto. Ho immaginato che la lista di Cuffaro se fosse esplicita potrebbe chiamarsi concorso esterno».


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Il critico d'arte, a Palermo per presentare la propria candidatura alla presidenza della Regione, sceglie un taglio particolare per spiegare perché i siciliani dovrebbero votare per lui. Sul presidente uscente: «Nei sondaggi io, che sono appena arrivato, sono dato al 4,2 per cento e lui al 3,9. Ci sarà un motivo»

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