Regionali, Raciti tesse alleanza da sinistra al centro «Crocetta? Se coalizione dice no, pronti a discuterne»

Il nome non c’è ancora e il tempo stringe. Ma l’obiettivo del Partito Democratico siciliano continua ad essere quello di essere il pilastro attorno a cui costruire una coalizione ampia, «dalla sinistra ai centristi», come ribadito nella relazione introduttiva da Fausto Raciti, in apertura della segreteria regionale dei dem siciliani. Un vertice che si è tenuto questa mattina a Palermo nella sede di via Bentivegna, al quale hanno preso parte oltre ai componenti della stessa segreteria, il presidente dell’Assemblea regionale del Pd, Giuseppe Bruno, gli assessori regionali Antonello Cracolici e Baldo Gucciardi, il vicepresidente dell’Ars, Giuseppe Lupo, il responsabile regionale dell’organizzazione del partito, Antonio Rubino, e rappresentanti delle aree del partito.

Secondo Raciti si è trattato di un confronto «utile e sereno. Il partito – commenta – ha dimostrato di essere più unito di quanto a volte possa apparire dall’esterno». E se un nome attorno a cui costruire una coalizione larga non c’è ancora, dopo il clamoroso rifiuto di Pietro Grasso, i tempi per le primarie non ci sono più. «Dobbiamo intanto lavorare per costruire una coalizione larga – sottolinea ancora Raciti -. Incontrerò nei prossimi giorni tutte le forze politiche che si sono dimostrate interessate a discutere con noi. Ogni scelta verrà presa alla luce di questo confronto. Crediamo che la nostra forza si misurerà intanto sulla capacità di aggregare energie attorno ad un progetto di cambiamento, come abbiamo detto in queste settimane».

Nella prima metà della prossima settimana Raciti incontrerà tutti i possibili interlocutori del Pd, da Alternativa popolare, passando per i Centristi per l’Europa, fino all’area che fa capo al sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ad Articolo1-Mdp e a Sinistra Italiana, per capire se ci sono le condizioni per costruire una coalizione o meno. Da parte degli alleati, soltanto uno sembra essere il punto d’accordo al momento, ovvero l’indisponibilità a presentarsi agli elettori sostenendo un secondo mandato per Crocetta. «A noi interessa la coalizione – conclude Raciti -. Se c’è una coalizione e loro pongono la condizione, noi siamo disponibili a un ragionamento comune».

Rosario Crocetta, dal canto suo, la sua candidatura l’ha già lanciata nell’ottica delle primarie, mentre Davide Faraone continua il suo tour «casa per casa», incontrando i siciliani e toccando con mano i problemi dei territori. In molti, soprattutto nell’asse a cavallo tra gli Orlandiani e i dem, vedrebbero di buon occhio la candidatura di Giuseppe Lupo, mentre nelle scorse settimane alcune indiscrezioni sulla stampa riportavano il nome dell’ex assessore alla Funzione Pubblica del governo Lombardo, Caterina Chinnici. Ma ad ambire alla candidatura in casa Pd ci sarebbe una rosa di nomi decisamente più ampia. In ogni caso, il leitmotiv dei dem resta quello di non giocare ad escludere. Anche a costo di sostenere una candidatura che non sia espressione dei democratici, come quella più volte ventilata di Giampiero D’Alia. «Il gioco dei veti incrociati – ammette il deputato Pino Apprendi – distruggerebbe la coalizione».

Insomma, niente di nuovo sotto il sole e nessun passo in avanti rispetto alla posizione più volte ribadita dal partito nelle scorse settimane. Sembra che nel corso della segreteria non si sia toccato il tema sollevato ieri sera sui social da Antonello Cracolici, che lamentava una situazione paragonabile a una «maionese impazzita» guardando alla politica del centrosinistra. «Tutto – secondo Cracolici – si è trasformato in un gioco degli specchi dove ognuno guarda riflessa la propria immagine, infischiandosene del rossore che dovrebbero notare nel vedere la propria faccia. Mi pare la scrittura di un film che fra tre mesi sarà proiettato nelle sale della Sicilia: “Storia di un suicidio annunciato”. Saremo capaci di fermarci in tempo?».


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