Regionali, per Falcone (Fi) ruggini già superate «Musumeci ha fatto bene a giocare d’anticipo»

«Immaginare una spaccatura nel centrodestra davanti a una partita così determinante avrebbe comportato un danno irreparabile per la nostra coalizione. Avremmo regalato la Regione alla demagogia di un governo guidato dai Cinque stelle. Privando sostanzialmente la Sicilia, una terra fortemente bloccata, in assoluto arretramento rispetto al resto del Paese, della prospettiva di rimettersi ancora una volta in movimento». Marco Falcone, capogruppo forzista all’Ars, ha parlato poco (almeno sui giornali) e lavorato molto nelle ultime settimane. Con un obiettivo preciso: ricompattare il centrodestra in Sicilia e superare le ruggini tra le diverse anime dell’Isola. «L’unità – ammette – era l’unico valore che potesse consentirci di mettere di lato le piccole beghe, sacrificando i personalismi in favore dell’interesse collettivo».

Certo, la sfida adesso è fare sedere allo stesso tavolo Nello Musumeci e Gaetano Armao, nell’ottica del ticket che li vedrebbe correre fianco a fianco, nelle rispettive vesti di candidato presidente e suo vice. Tra i due il dialogo sembra tutt’altro che scontato. «Io ho un rapporto speciale con Nello – taglia corto Falcone – e intrattengo ottime relazioni anche con Armao. Ruggini? Musumeci ha ribadito la grande stima nei confronti di Armao e quest’ultimo ha definito l’ex presidente della commissione antimafia un suo grande amico. Quando oggi Musumeci ribadisce una consonanza di intenti, vedo una compatibilità di programmi, una convergenza di progetti».

Di sicuro c’è che ogni crepa andrà sanata al massimo entro la fine di questa settimana. Poi – e già con un sostanziale ritardo bipartisan – la campagna elettorale entrerà nel vivo. Ma Falcone si dice ottimista: «Credo che abbiamo un vantaggio rispetto agli altri, cioè il fatto che Musumeci candidato alla presidenza della Regione sia entrato nell’opinione della gente. Col senno di poi mi sento di dire che lui ha fatto bene ad andare avanti, il suo indice di popolarità e di gradimento è una carta vincente per noi. Se poi aggiungiamo i partiti e i movimenti, ci sono tutti gli elementi perché si possa portare a casa il risultato. È un compito duro, ma proprio per questo esaltante e pieno di stimoli».

Insomma, nessuna paura della sinistra divisa. Ma nemmeno remore per i Cinque stelle, nonostante il netto anticipo nell’avvio della campagna elettorale. «Io non sopravvaluto nessuno – sottolinea Falcone – né sottovaluto noi. L’importante è avere chiaro cosa proporre e come essere credibili. Proprio la credibilità non si forma dall’oggi al domani, ma negli anni». Una dote che Musumeci di certo possiede. «Viene indicato – conclude il capogruppo di Fi – anche perché ha un patrimonio di esperienza che lo ha visto tanto amministratore capace al governo, quanto coerente e inflessibile all’opposizione».


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Il capogruppo forzista all'Ars in queste settimane è stato impegnato nella difficile mediazione tra le diverse anime del partito e la convergenza dei programmi. Ora si dice pronto ad affrontare la nuova sfida: «Ci sono tutti gli elementi perché si possa portare a casa il risultato. Sacrificando i personalismi»

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