Regionali, nel centrosinistra c’è chi predica l’unità Dal nuovo appello di Crocetta alla frenata di Alfano

È ancora caos nel centrosinistra. Mentre l’alleanza attorno a Nello Musumeci ha ufficializzato la sua tenuta dopo una nottata di confronto serrato tra le forze politiche che alla fine hanno sposato il progetto, a sinistra la partita sembra tutt’altro che chiusa. Complici i mal di pancia in casa dem e i rapporti tutt’altro che sereni tra Rosario Crocetta e Leoluca Orlando. E gli appetiti delle diverse correnti del partito democratico. 

A lanciare un appello all’unità è questo pomeriggio proprio il governatore Crocetta, risentito per la scelta del suo partito non soltanto di non aver proposto il suo nome per il secondo mandato, ma soprattutto colpevole di non averlo coinvolto nel processo decisionale sulla partita verso Palazzo d’Orleans. Secondo il governatore uscente, «il tema delle alleanze e della candidatura a presidente del centrosinistra continua a dividere i potenziali alleati di un cartello democratico e di sinistra che può essere vincente per dare ulteriore slancio alle politiche di risanamento, di sviluppo e coesione avviate in questi anni. Per amore dell’unità non ho riproposto l’automatismo della mia ricandidatura, ma il percorso per un confronto unitario e democratico su programmi e candidati». 

Crocetta non arretra di un solo millimetro, anzi rilancia la data del prossimo 17 settembre (più volte ventilata in questi giorni) per la convocazione delle primarie. «Mi addolora pensare – sottolinea ancora Crocetta – che le forze a sinistra del Pd abbiano già scelto un percorso separato. Ho sempre pensato all’unità come un grande valore e come presupposto essenziale per portare avanti i processi di rinnovamento della società. Io non ho mai detto “O me o nessun altro!”. Ho detto piuttosto: confrontiamoci, diciamocele tutte, rimarchiamo le nostre diversità, ma diamo un senso forte a ciò che ci unisce». Secondo Crocetta l’unità insomma può essere ritrovata nel «sogno di liberazione della Sicilia, bloccando il ritorno dei potenti di sempre al governo della Regione o che la Regione finisca in mano di soggetti incapaci di ogni azione di governo. Unità, unità, unità. Dentro a un percorso di primarie democratiche. Spero tanto che la sinistra aderisca».

Ma per un Crocetta che si appella all’unità c’è invece Angelino Alfano che frena. O che, quanto meno, mette le mani avanti: «Le alleanze che si faranno in Sicilia – ha detto il leader di Ap arrivando al forum di Cernobbio – da parte di Alternativa Popolare saranno alleanze siciliane con un programma sulla Sicilia. Non sono alleanze nazionali». La Sicilia, ha aggiunto il ministro degli Esteri, «è una Regione a statuto autonomo e speciale che chiede e pretende un’autonomia politica a livello territoriale. Noi ci muoveremo con grande autonomia». Rispondendo a una domanda sui rapporti con il Pd ha spiegato che «siamo a un punto in cui non abbiamo ancora deciso ma sono avanti i nostri rapporti con coloro i quali vogliono costruire una coalizione vincente. In questo momento non abbiamo ancora definito la candidatura. Del resto il tema delle alleanze nazionali oggi non si pone perché dipende tutto dalle legge elettorale. Può esserci una legge elettorale che non prevede alleanze, come oggi l’Italicum».

A intervenire chiedendo le primarie è anche il leader di Centro democratico, Bruno Tabacci, in Sicilia per partecipare a un forum a Piazza Armerina. Secondo Tabacci, «l’unità del centrosinistra, indispensabile per scongiurare il pericolo populista grillino o della destra sovranista Musumeci-Meloni-Salvini, deve essere ritrovata attraverso le primarie di coalizione, già da più parti richieste». Solo attraverso le primarie, aggiunge Tabacci, «si potranno legittimare senza equivoci e forzature il candidato e il programma più competitivi e idonei. Se si volta pagina, si ripristina la fiducia e si rinnova la speranza anche di tutti i progressisti delusi dai governi ultimamente sostenuti da alcune componenti del centrosinistra, con un progetto di sviluppo di ampio respiro».


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