A Catania si è tenuto l'incontro tra i simpatizzanti del partito che ha in Matteo Renzi il principale riferimento. Porte chiuse al fronte progressista, per via della volontà del Pd di proseguire il percorso insieme al Movimento 5 stelle. «Possiamo dire la nostra»
Regionali, Italia Viva pronta a sostenere il centrodestra «Se esprimerà candidati che non siano di Fratelli d’Italia»
«Avremo un risultato importante, maggiore rispetto a quello che in questi giorni circola». Davanti ai simpatizzanti renziani, accorsi alla chiamata catanese in vista delle elezioni, Salvo Nicosia, coordinatore provinciale di Italia Viva, punta a motivare al massimo la platea. E chiede aiuto non solo sull’organizzazione del partito a livello locale ma anche per la comunicazione rilanciando l’impegno sper i social. «Se potete – sottolinea – inoltrate i messaggi su Facebook, Twitter».
Le partite in campo da giocare sono due: Politiche e Regionali. A livello nazionale, Nicosia rassicura i presenti: «Non è vero che Matteo Renzi non si è seduto al tavolo con il Partito Democratico. La questione è che l’offerta è stata uguale a quella messa davanti a Bonelli o Fratoianni». Ma tutto sembra ancora poco chiaro. Niente simboli, niente bandiere. Solo parole ed entusiasmo profetizzato.
«Non è un caso se non vedete bandiere. L’idea di avere lo stesso simbolo alle nazionali e alle regionali è l’ideale», prosegue il coordinatore provincaile del partito di Renzi nella provincia etnea. Ma si tratta di competizioni assai differenti. A livello nazionale lo sbarramento è del tre per cento mentre a livello regionale è del cinque. Una differenza che preoccupa e non poco. Per questo si punta alla battaglia per il proporzionale mentre per i collegi uninominali Italia Viva metterà in campo «personalità». Al momento a tutti viene rivolta la rassicurazione per cui «non ci saranno corse in solitaria. Di certo alle Regionali non possiamo sostenere come candidato il presidente uscente perché al nazionale siamo contro la Meloni. Se il centrodestra esprimerà una candidatura differente, moderata abbiamo il diritto e dovere di riflettere». Porte chiuse, invece, alla coalizione progressista. «Nella nostra Regione – sottolinea Nicosia – il segretario Barbagallo dice che il patto tra Pd e Movimento 5 Stelle si basa su un terreno solido. Le loro idee non sono le nostre quindi non possiamo andare con loro».
Di certo i renziani escludono, in terra di Sicilia, una corsa in solitaria o terze vie. E si dicono certi di non volere fare «regali a nessuno». Così chiosa il coordinatore provinciale etnea, lasciando intendere che cederanno la pelle a caro prezzo anche se, in platea, qualcuno mugugna che il 40 per cento è ormai un ricordo lontano. «La sfida – evidenzia Nicosia – è duplice ma siamo un partito che ha argomenti e le persone in grado di cambiare le sorti di questo Paese e nella nostra Regione. E per questo proverà a dire la sua anche in Sicilia». E proprio per questo, sempre tra gli intervenuti in sala, c’è chi dice che, in passato, è stato un errore dare troppo spazio a Luca Sammartino.