A sollevare i dubbi è il deputato uscente trapanese Sergio Tancredi, secondo il quale le lunghe trattative che nel centrodestra e nel centrosinistra hanno portato alla scelta dei sei nomi da inserire nello speciale elenco potrebbero avere intralciato la validazione della documentazione presentata
Regionali, esposto M5s contro listini Micari e Musumeci «Firme raccolte quando non c’erano certezze sui nomi»
Occhio per occhio, firme irregolari per firme irregolari. A due settimane dal voto per le Regionali, la campagna elettorale registra anche l’esposto del Movimento 5 stelle in merito ai sospetti legati alla presentazione della documentazione relativo ai listini regionali. Altrimenti conosciuti come listini del presidente. I pentastellati sarebbero in procinto di presentare la denuncia in tutte le Procure siciliane, puntando il dito contro la raccolta delle firme fatte dalle coalizioni di centrodestra e centrosinistra.
Tutto partirebbe da un’ipotesi: le lunghissime trattative che hanno portato alla composizione dell’elenco di nomi che, nel caso di vittoria alle elezioni otterrebbero i seggi previsti dal premio di maggioranza, potrebbero avere intralciato la validazione delle firme necessarie alla presentazione dei listini. Che per la legge devono essere minimo 1800, con la possibilità di presentarne fino a un massimo di 3600. Il pensiero, per fare solo un esempio, potrebbe andare alla querelle nel centrodestra legata all’inserimento o meno nel listino di Gaetano Armao, poi rimasto escluso in extremis con tanto di polemica del commissario di Forza Italia Gianfranco Miccichè.
Tuttavia, a non credere molto ai rilievi fatti dall’area vicina al deputato trapanese Sergio Tancredi, sarebbero anche altri pentastellati. Potrebbe, infatti, rivelarsi un boomerang e riportare l’attenzione sul caso firme false a Palermo, che ha portato al rinvio a giudizio di 14 persone, ma soprattutto è molto difficile pensare che a questo punto Micari e Musumeci possano essere esclusi dalla competizione. Dal canto suo, Tancredi spiega a MeridioNews che «è legittimo chiedersi se in così poco tempo possano essere state raccolte migliaia di firme» e soprattutto capire se «siano state presentate firme raccolte quando i nomi nei listini erano diversi».
Dall’ufficio elettorale regionale alla Corte d’Appello di Palermo fanno sapere che «dai moduli presentati non appare nulla di strano, tutta la documentazione che ci è pervenuta sembra regolare, poi è chiaro che spetta all’autorità giudiziaria valutare se c’è stato qualcosa di illecito». Per la cronacca, le firme presentate da Micari sono state poco più di duemila, mentre quelle a sostegno del listino di Musumeci circa seicento di più.