Regionali, chi rischia di rimanere fuori dall’Ars Fiato sospeso tra alfaniani, salviniani e a sinistra

Sono momenti di alta tensione in tanti comitati elettorali. Se manca solo l’ufficialità per sancire la vittoria di Nello Musumeci su Giancarlo Cancelleri, adesso l’attenzione si sposta sulle liste. E quelle che rischiano di non superare la soglia di sbarramento del cinque per cento sono diverse, non senza sorprese. 

Se la gioca voto per voto la lista creata da Noi con Salvini e Fratelli d’Italia. Con quasi quattromila sezioni scrutinate su 5.300, quindi a oltre due terzi dello spoglio, ha ottenuto il 4,96 per cento delle preferenze. Manca poco perché quella che al Nord Italia continua a chiamarsi Lega entri per la prima volta al parlamento regionale siciliano. A trainare il dato regionale è l’exploit in provincia di Catania, dove ottiene al momento l’8,8 per cento, e a Messina, col 6,4 per cento. 

Nell’altra coalizione fiato sospeso in tre liste. Alternativa popolare-Centristi x Micari, formata dal contributo degli alfaniani e dei centristi fedeli all’ex ministro Gianpiero D’Alia, è ferma al 4 per cento. Un risultato molto negativo, dovuto anche alla fuoriuscita di diversi candidati e deputati, passati al centrodestra negli ultimi mesi. Nonostante tutto, si crede ancora nella rimonta, soprattutto alla luce dei ritardi su Catania e Messina dove la lista è più forte. Rimanendo tra gli alleati di Micari, supera al momento la soglia di sbarramento, col 5,97 per cento, Sicilia Futura-Psi, la formazione di Totò Cardinale e Nicola D’Agostino. Fuori dai giochi Arcipelago Sicilia-Micari presidente, che supera di poco il due per cento. Un flop figlio di un iter molto travagliato, con la lotta intestina tra il Megafono di Rosario Crocetta e Leoluca Orlando, l’esclusione delle liste a Messina e Siracusa, e il ritiro di alcuni candidati poco prima della scadenza per la presentazione degli elenchi. Percentuale simile, di poco inferiore, per Diventerà Bellissima, la lista del candidato presidente Musumeci.

Moderato ottimismo nella sede di Cento Passi per la Sicilia, che al momento si attesta al 5,20 per cento. Se venisse confermato questo risulato anche alla fine dello spoglio, la sinistra porterebbe suoi rappresentanti (forse tre) all’Assemblea regionale dopo dieci anni. Uno scenario che ha portato diversi esponenti – da Erasmo Palazzotto a Pino Apprendi – a parlare di «risultato storico». Eppure c’è ancora pudenza, motivo per cui lo stesso Fava ha rinviato la sua conferenza stampa, prevista inizialmente per le 16.

Salvo Catalano

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