Michele Loggia ha 28 anni e da tre non vive più nel suo paese d'origine perché studia a Milano. «Sono attonito per la tragedia che ci ha colpiti e volevo fare qualcosa anche a distanza. Tutto sarà devoluto a chi ha perso un parente o la casa», racconta a MeridioNews
Ravanusa, la raccolta fondi lanciata da un giovane fuorisede «Sono lontano ma così posso essere utile ai miei concittadini»
«Da lontano è l’unico modo che avevo per rendermi utile per la mia comunità anche a distanza». Michele Loggia ha quasi 28 anni e da tre non vive più a Ravanusa. Per aiutare la sua cittadina nell’Agrigentino ha deciso di dare vita a una raccolta fondi sulla piattaforma GoFundMe (che è possibile raggiungere cliccando a questo link: https://gf.me/v/c/4srp/kc8t2c). Nato e cresciuto nel paese che sulla carta conta circa diecimila abitanti (di cui però solo duemila in meno davvero residenti), Michele adesso vive a Milano dove frequenta un master in Finanza sostenibile.
«Ho pensato che era giusto mettere a disposizione della mia comunità che al momento è in ginocchio anche le competenze che ho acquisito finora con i miei studi», racconta Loggia a MeridioNews ancora «attonito per la tragedia immane che ci ha colpiti. Io ho frequentato la scuola don Bosco (che si trova proprio di fronte a via Galileo Galilei dove sono crollate le palazzine, ndr) e, quindi, a quei luoghi sono particolarmente legato con ricordi dell’infanzia e dell’adolescenza». Lui è uno dei moltissimi, soprattutto giovani, che dal paesino tra Campobello di Licata e Canicattì, al confine con la provincia di Caltanissetta, sono emigrati al Nord o addirittura all’estero per studio o per lavoro. «Ho già comprato il biglietto per tornare per giorno 20: l’indomani è il mio compleanno e – dice – poi rimango per tutte le vacanze natalizie. Intanto, però, da qui volevo fare qualcosa e così ho pensato che il modo per coinvolgere più persone possibile fosse l’online con tutte le potenzialità delle condivisioni sui social».
E, in effetti, la raccolta fondi in 22 ore è già arrivata quasi a quota 6000 euro con le donazioni di oltre 400 persone da varie parti della Sicilia, dell’Italia e anche dell’Europa, soprattutto dalla Germania dove c’è una grande comunità di ravanusani. «Tutti i fondi raccolti saranno devoluti in modo trasparente alle famiglie che, in vario modo, sono state colpite da questa tragedia», ci tiene a precisare il giovane che dell’iniziativa ha anche già informato il sindaco di Ravanusa Carmelo D’Angelo «anche per trovare il modo più semplice – aggiunge – per nominare il beneficiario del ricavato e devolverlo a chi ha perso un familiare e a chi è rimasto senza casa. Questo, di certo, non colmerà la perdita – conclude Loggia – ma è un piccolo gesto di vicinanza per chi è stato segnato per sempre da questa tragedia».
E, intanto, la situazione non è ancora sotto controllo nel quartiere del centro di Ravanusa già devastato perché ci sono ancora continue fughe di gas. Procedono le ricerche dei due dispersi – un uomo di 70 anni e il figlio di 30 – per cui sarebbe «già stata localizzata l’area dove probabilmente si trovano», come ha spiegato il comandante provinciale dei vigili del fuoco di Agrigento Giuseppe Merendino. Ieri mattina quattro corpi senza vita sono stati trovati sotto le macerie e, così, il numero delle vittime accertate è già salito a sette. Continuano anche le indagini della procura di Agrigento che ha aperto un fascicolo contro ignoti per disastro e omicidio colposo. Ieri pomeriggio si sono svolti dei sopralluoghi nell’area di circa 10mila metri quadrati che è già stata posta sotto sequestro. I carabinieri hanno accertato che cinque giorni fa ci sarebbe stato un intervento di manutenzione ordinaria alla rete del metano e stanno aspettando per acquisire il verbale.