Ragusa, rinviata l’inaugurazione del nuovo ospedale Asp: «Indagini guardia di finanza? Qui casa di vetro»

«Avevo promesso che il nuovo ospedale Giovanni Paolo II sarebbe stato inaugurato solo dopo aver ultimato il trasferimento dei pazienti e così sarà. Sono coerente, e non intendo inaugurare scatole vuote, come qualcuno vorrebbe insinuare». Così il manager dell’Asp 7 di Ragusa, Maurizio Aricò, spiega la decisione di rinviare a data da destinarsi l’inaugurazione del Nor, in un primo momento in programma per oggi. È stata una breve nota dell’azienda sanitaria a ufficializzare quello che, dopo l’indagine delle Fiamme Gialle e la presa di posizione del presidente della commissione Sanità all’Ars, Pippo Digiacomo, sembrava inevitabile. 

Alla domanda su quali criticità siano intervenute, il direttore generale risponde così: «Poiché ci sono stati degli impegni non programmati, il lavoro di organizzazione e gestione, ossia il cronoprogramma dei trasferimenti dei reparti, ha subito delle dilazioni. L’inaugurazione slitta a quando sarà concluso, e spero si tratti solo di un rinvio di pochi giorni». «Impegni non programmati» definisce, dunque, Aricò, le visite della guardia di finanza, che sono andati sia negli uffici dell’Asp che nei locali del nuovo nosocomio. A tal proposito il manager aggiunge: «L’azienda è una casa di vetro a disposizione degli inquirenti per qualunque tipo di indagine venga richiesta, ad ogni modo non ho ricevuto alcuna notifica o nuovi atti da parte loro».

La richiesta di rinviare l’inaugurazione, come detto, era arrivata anche da Digiacomo. «L’inaugurazione deve avvenire senza ombre né dubbi di alcun genere: anche di fronte agli accertamenti giudiziari in corso. Non bisogna certo inseguire passerelle a tutti i costi, l’unico obiettivo deve essere quello di avere una struttura pienamente efficiente, che operi in totale serenità nel solo interesse dei pazienti».

Aricò, comunque, nega che queste parole abbiano avuto un peso specifico nella sua scelta. «Non commento l’intervento dell’onorevole Digiacomo, che non ho sentito. La decisione è solo dell’Asp, ed è dettata da ragioni di serietà e coerenza». Il manager ha ricordato, infine, che a Ragusa chi ha bisogno di cure urgenti deve «continuare a rivolgersi al pronto soccorso del Civile e che l’Asp provvederà a informare la collettività nel momento in cui il pronto soccorso dell’ospedale Civile chiuderà per essere sostituito da quello del Nor». 

Venerdì scorso, intanto, le parlamentari nazionale e regionali del M5s, Maria Lucia Lorefine e Vanessa Ferreri, hanno fatto due sopralluoghi nella struttura. «Abbiamo voluto toccare con mano quanto sta accadendo, per comprendere in quale situazione si trovino i nosocomi iblei dopo i vari traslochi – hanno detto -. I medici sono stremati, lavorano con dedizione come e più di prima, ma senza i mezzi di cui necessitano, in mezzo alla polvere di un trasloco in corso, con tutti i rischi annessi e connessi anche in termini di ricaduta sui pazienti. Aricò e la direzione aziendale – continuano – non dovrebbero agire da uomini soli al comando, ma coinvolgere in questa fase di transizione tutti i medici e gli operatori, perché la sensazione che abbiamo avuto durante la nostra visita è che siano stati abbandonati in balia degli eventi».

Da parte delle pentastellate, poi, un appello affinché si mantenga al centro dell’attenzione l’offerta sanitaria. «Se dei macchinari possono servire a salvare delle vite, non devono stare un giorno in più nelle scatole. Aricò spieghi perché Malattie infettive, ad esempio, che è uno dei pochi reparti che dovrà comunque restare all’Ompa, non ha neppure riempito una sola scatola», concludono. 


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