Sono sopravvissuti a un incendio avvenuto lo scorso anno, 25 esemplari adesso possono essere salvati dopo aver rischiato la vendita all’asta. Nello specifico, si tratta di 6 asini e 19 cavalli tenuti allo stato brado all’interno dell’Azienda pilota regionale per l’allevamento dell’asino ragusano che si trova in zona Calaforno, a Ragusa. Il dipartimento di Sviluppo rurale e territoriale della Regione, ente a cui spetta la competenza, ne aveva in un primo momento deciso l’alienazione, secondo il Programma degli interventi 2022. Adesso l’ente sembra aver fatto un passo indietro. Con un provvedimento emesso poche ore fa la Regione ha comunicato aver sospeso «l’asta degli equidi a cura dell’Azienda pilota regionale per l’allevamento dell’asino di razza ragusana». Sugli animali sopravvissuti, in questi giorni si era spesa Lav (Lega anti vivisezione). La sigla animalista aveva paventato l’ipotesi di una macellazione dei 25 esemplari la cui fine, come avevano scritto in una nota, avrebbe potuto essere quella del «macello, in quanto registrati come Dpa, ovvero “destinati alla produzione di alimenti», arrivando a interpellare il neo presidente della Regione Renato Schifani.
La Regione ha fatto sapere, infatti, che la sospensione dell’alienazione è stata decisa «nelle more che nel più breve tempo possibile si trovi una soluzione alternativa alla eventuale cessione dei capi oggetto della procedura di evidenza pubblica», scrive l’ente nella determina. Nadia Zurlo, responsabile dell’Area equidi di Lav, ha provato a ricostruire i fatti, intervenendo a Radio Fantastica, nel corso del programma FantaMagazine. Nel frattempo è arrivata la decisione. L’attivista, sebbene abbia appreso con soddisfazione il provvedimento, sottolinea che la sospensione non basta, ma «dev’essere annullata o comunque trovare con la Regione il modo di salvaguardare la vita degli animali», afferma. L’incendio è avvenuto ad agosto 2021 e ha devastato la riserva dove insiste l’allevamento pilota. Con il parco collabora l’Istituto di incremento ippico.
«Gli animali si sono salvati grazie a due cittadini che durante l’incendio hanno aperto i cancelli – spiega Zurlo – Al contrario, molti volatili sono rimasti intrappolati. Successivamente siamo venuti a conoscenza del bando per decurtare del 30 per cento gli animali all’interno del Parco che li ospita. Alle aste indette per questi animali partecipano commercianti e allevatori, credo che la Regione ne sia a conoscenza. In questo caso – aggiunge – non parliamo di animali da scuderia, ma abituati a stare in un ambiente protetto». Gli attivisti chiedono dunque che gli animali vengano definitivamente acquisiti dalla Regione e che possano vivere all’interno del Parco «a vita – conclude Zurlo – Gli animali non erano stati acquisiti perché non considerati specie protetta, ma stiamo parlando di esemplari che sono stati sempre in un’area protetta. Devono rimanere lì». Nel frattempo, Lav e gli altri attivisti fanno sapere che continueranno le interlocuzioni con le istituzioni affinché il provvedimento venga definitivamente annullato.
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