Parte dei fondi servirà anche a finanziare delle associazioni palermitane che si occupano di assistenza e di impegno sociale. «I minori che avranno la possibilità di andare a scuola si trovano in diversi Paesi che vivono una situazione di conflitto o sono vicini come Iran, Uganda, Sud Sudan, paesi che ospitano milioni di rifugiati»
Raccolti più di 50 mila euro dal concerto di capodanno Cinquecento piccoli profughi potranno andare a scuola
«Supera i 50mila euro la somma raccolta al concerto di beneficenza del capodanno 2017 organizzato a Palermo, e parte del ricavato, oltre a finanziare diverse associazioni cittadine che si occupano di assistenza, garantirà l’accesso all’istruzione per 500 bambini che vivono nei campi profughi». Lo ha annunciato il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, nel corso di una conferenza organizzata a Palazzo delle Aquile durante la cerimonia ufficiale di conegna alle associazioni impegnate nel sociale del ricavato della vendita dei biglietti del concerto di Capodanno 2017.
Tra i presenti, sono intervenuti Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr – Alto commissariato per i rifugiati Onu, il presidente del consiglio comunale, Salvatore Orlando, il sovrintendente del teatro Massimo, Francesco Giambrone, l’assessore comunale Agnese Ciulla e i rappresentanti delle associazioni selezionate. «La somma di quest’anno supera quanto ricavato dopo un concerto del teatro Massimo, segno che la città ha risposto bene e vuole essere utile alla comunità – dice Giambrone – secondo una consuetudine ormai consolidata le prove generali sono sempre destinate a spettacoli di beneficenza, domani sera, ad esempio, la prova generale della Norma sarà dedicata ad Airc».
«I 500 minori che avranno la possibilità di andare a scuola si trovano in diversi Paesi che vivono una situazione di conflitto o sono vicini – precisa Carlotta Sami – come Iran, Uganda, Sud Sudan, paesi che ospitano milioni di rifugiati. Il 90 per cento di 65 milioni di rifugiati al mondo vivono in paesi poveri e non in Europa. Va detto che non basta portare cibo e medicinali, ma garantire l’accesso a scuola, soprattutto perché la metà della popolazione in fuga sono minori. Questa donazione è per noi particolarmente importante, perché dalla seconda guerra mondiale non ci siamo trovati in una situazione di tale bisogno, siamo di fronte a un problema storico e Palermo è una città che non ha paura – ha aggiunto la portavoce dell’alto commissariato per i rifugiati Onu – perché qui si ha la consapevolezza di condividere dei valori che sono universali con chi arriva, anche se nato in altri Paesi».
«La paura dei cittadini non va sottovalutata ma si autoalimenta – ha poi aggiunto Sami riferendosi alle recenti proteste di alcuni sindaci che si sono rifiutati di accogliere rifugiati – i cittadini sui mezzi di informazione si sentono spesso dire che devono avere paura, ma questa situazione non ha riscontro perché spesso abitanti e richiedenti asilo neanche si incontrano. D’altra parte i cittadini vedono degli esempi negativi di centri in cui l’accoglienza si sviluppa male con proteste e, in alcuni casi, delle morti. Ai cittadini bisogna far conoscere queste persone e calmare gli animi e non è facile in una situazione di perenne campagna elettorale». Il sindaco ha poi ricordato la «cultura dell’accoglienza che contraddistingue Palermo, città diversa e migliore», e, rivolgendosi ai rappresentanti delle associazioni presenti, ha garantito che «oltre al budget della somma raccolta verrà garantita una cifra per permettere loro di entrare almeno una volta a teatro, grazie all’iniziativa del teatro sospeso». Diverse le attività assistenziali che saranno finanziate con il ricavato, dal latte per neonati all’ospedale Buccheri La Ferla all’assistenza ai disabili.