Ad Augusta, sul tratto di costa oggetto di vincolo militare ma soggetto anche al massimo livello di tutela dal piano paesaggistico, la Marina ha fatto realizzare dei lavori di messa in sicurezza su cui i militanti del comitato ambientalista vogliono vederci chiaro. «Evidente alterazione dello stato dei luoghi». Guarda la gallery
Punta Izzo, un esposto contro i lavori della Marina Appaltate anche indagini georadar. «A che fine?»
All’inizio dello scorso mese di settembre, la Marina militare di Augusta ha appaltato delle indagini georadar da eseguire presso l’area dove c’è il rischio che venga riattivato il poligono di tiro di Punta Izzo. La ditta affidataria è la Gis design srl di San Giovanni La Punta, in provincia di Catania, che in passato ha già svolto dei lavori per la Marina presso il pontile Nato e all’interno dell’arsenale di Augusta. «Si tratta di indagini geofisiche sul sottosuolo svolte attraverso uno strumento che immette onde elettromagnetiche nel terreno per rilevare eventuali anomalie – spiega l’attivista del comitato di coordinamento Punta Izzo Possibile Gianmarco Catalano a MeridioNews – Il punto è sapere, nel caso di specie, a cosa sono finalizzate queste indagini».
Punta Izzo è un tratto della costa di Augusta che da più di un secolo è soggetto a vincolo militare e che, fino ai primi anni ’90, è stato utilizzato come poligono per le esercitazioni a fuoco della Marina e delle altre forze armate italiane e Nato. Oggi, il poligono di Punta Izzo risulta inattivo, ma ciò nonostante l’intero promontorio continua a essere negato alla comunità. Inoltre, l’area in questione non è mai stata bonificata né messa in sicurezza.
«Il ministero della Difesa si è espresso in maniera decisa sul destino di militarizzazione di questa fetta di territorio che andrebbe, invece, tutelata e destinata a una valorizzazione naturalistica e culturale, ma – lamenta Catalano – non abbiamo visto un impegno concreto in tal senso da parte delle istituzioni locali». C’è da considerare che l’area di Punta Izzo è soggetta al massimo livello di tutela dal piano paesaggistico regionale della provincia di Siracusa che prescrive un divieto assoluto di edificabilità e di effettuare movimenti di terra che possano alterare la morfologia del terreno.
Negli ultimi mesi, proprio su quel territorio, sono stati effettuati dei lavori. Nel dicembre del 2016 la Marina ha affidato alla ditta Gold Lyon System di Augusta degli interventi di «messa in sicurezza delle infrastrutture dell’ex poligono di tiro Punta Izzo». Successivamente, l’attivista è andato a verificare di persona. «Sono state sradicate piante e sono anche stati realizzati dei lavori strutturali – descrive la situazione Catalano -, sono stati murati gli accessi principali alla struttura del poligono ed è stata apposta una recinzione, attorno all’area dell’ex poligono che dista poche decine di metri dalla linea di battigia con paletti metallici fissati al suolo tramite saldatura in cemento».
All’interno della struttura dell’ex poligono, Catalano ha trovato anche «diversi rifiuti in plastica e metallici, laterizi e residui di potatura». Secondo l’attivista quello che si è trovato davanti rappresenta «una sensibile ed evidente alterazione dello stato dei luoghi» e, alla fine di luglio ha presentato un esposto alla procura di Siracusa per chiedere che vengano fatti gli opportuni accertamenti ipotizzando un delitto paesaggistico. Il giovane attivista è stato denunciato per ingresso abusivo in zona militare. «Avrò pure commesso un reato – commenta – ma l’ho fatto per dimostrare un reato ben più grave».
MeridioNews ha contatto l’ufficio stampa del comando marittimo Sicilia della marina militare per chiedere chiarimenti, ma non ha ottenuto risposta.