Nel procedimento a carico dell'ex commissario liquidatore Giuseppe Idonea a parlare come testimoni, oggi, sono stati sentiti l'ex assessore al Bilancio Giuseppe Girlando e il consulente del lavoro Fulvio Maria Ventura. Quest'ultimo protagonista della vicenda delle maxi-parcelle
Processo vecchia Amt, prossima udienza a ottobre Prevista audizione dell’ex ragioniera generale Liotta
La prossima udienza è certamente quella più attesa. A parlare, il 22 ottobre, saranno la ex segretaria generale del Comune di Catania Antonella Liotta e l’imputato: il fu braccio destro del sindaco Enzo Bianco Giuseppe Idonea, ripudiato a seguito della vicenda per cui, adesso, è sotto processo. Quella sui maxi-emolumenti ai consulenti dell’Amt in liquidazione. Il dibattimento è entrato nel vivo questa mattina: sul banco dei testimoni sono saliti l’ex assessore al Bilancio del municipio Giuseppe Girlando e il consulente del lavoro Fulvio Maria Ventura. Sotto la lente d’ingrandimento della magistratura sono finite le parcelle nei confronti di alcuni professionisti nominati per seguire le pratiche della chiusura della bad company, la vecchia partecipata comunale che ha lasciato il posto all’Azienda metropolitana trasporti, l’attuale Amt. In totale, la procura contesta quasi un milione e 400mila euro di fondi usati per pagare avvocati e ragionieri, «a fronte di incarichi ripetitivi e seriali». Per lo più ricorsi contro cartelle esattoriali «senza alcun esito favorevole per l’azienda». E proprio nei confronti di Ventura, oggi testimone, sarebbe stata stabilita la parcella più alta: 718mila euro e rotti. A cui vanno aggiunti i compensi per gli avvocati Roberto Cosio e Attilio Toscano (rispettivamente 488mila e 120mila euro), e per la ragioniera Maddalena Falcone (54mila euro).
«Quella di stamattina è stata un’udienza serena», spiega a MeridioNews l’avvocato Cristian Petrina, che assieme al collega Luca Sagneri difende Idonea in una causa che, prima ancora di arrivare nelle aule dei tribunali, è stata combattuta mediaticamente. Era il 26 gennaio 2016 quando il Comune di Catania, tramite una nota stampa, comunicava la revoca di Idonea dall’incarico ricevuto a novembre 2013. Per colpa dell’«accertamento di gravi irregolarità», scriveva Palazzo degli elefanti, rendendo noto uno strappo personale oltre che professionale. Peppino Idonea, infatti, era stato il consulente per la comunicazione di Enzo Bianco nei giorni della campagna elettorale. Quasi più che un braccio destro. Dalla revoca dell’incarico in poi è cominciata una guerra a tratti rovente e a tratti tiepida, ma mai del tutto raffreddatasi.
Idonea risponde alla revoca con una conferenza stampa: accusa l’allora assessore Girlando di avere esercitato pressioni per ottenere un rapido pagamento nei confronti dell’azienda Irisbus, produttrice degli autobus; ventila l’ipotesi che qualcuno ce l’abbia con lui per avere bloccato la vendita a poco più di novemila euro di sette ettari e più di terreni di Amt rientranti nell’area oggetto d’interesse per la realizzazione del Pua – Piano urbanistico attuativo Catania sud. Il valore di quegli spazi, dopo una nuova perizia commissionata da Idonea, sale a oltre due milioni di euro. Un bell’incremento. Passano due giorni da quella conferenza stampa e arriva la nomina del nuovo commissario liquidatore: è Roberto Giordano, dipendente del Comune di Catania dal 1990, e in quei giorni molto vicino proprio all’assessore Girlando.
In un incrocio di inchieste e indagini, nel registro degli indagati di due procedimenti diversi (e legati a questioni differenti) finiscono anche l’allora primo cittadino Bianco, Girlando e Giordano: l’accusa, nei confronti dei primi due, è di abuso d’ufficio per la rimozione di Idonea; per Giordano, invece, i magistrati tentano di chiarire i contorni del trasferimento di 42 milioni di euro dalle casse dell’Amt in liquidazione a quelle di Palazzo degli elefanti. I giudici di piazza Verga archiviano tutti, sostenendo la legittimità di ciascuna di queste operazioni. A rimanere in piedi è solo il fascicolo contro Idonea, che si trascina pigramente da tre anni. Dal canto loro, i legali dell’ex commissario liquidatore tentano di accorciare i tempi: hanno depositato un fascicolo d’indagine di marzo 2016, rinunciando alla testimonianza degli investigatori. «Chiariremo ogni punto, riteniamo che i documenti siano dalla nostra parte», assicura l’avvocato Petrina. Oggi avrebbe dovuto essere sentita anche Liotta, in pensione da dicembre 2018, ma l’udienza si è fermata di fronte alla sua assenza dall’aula, pare per una questione di notifiche. Rinviato tutto al 22 ottobre 2019: tra sei mesi in piazza Verga, sullo stesso banco dei testimoni, saliranno la ex ragioniera generale e Peppino Idonea. Un appuntamento giudiziario che sa anche di resa dei conti.