Ad accogliere la richiesta degli avvocati difensori è stato il giudice Salvatore Flaccovio. I due reporter sono accusati di calunnia e pubblicazione di notizie false per via dell'articolo pubblicato da L'Espresso a luglio 2015 sulla presunta conversazione fra l’ex primario di Villa Sofia Matteo Tutino e il governatore Rosario Crocetta
Processo Messina-Zoppi, ammessa perizia su intercettazioni Il legale: «Siamo convinti che esista, andiamo avanti piano»
«Abbiamo insistito perché venisse disposta la perizia sul procedimento 7399/13, quello che ha originato tutto. Oggi finalmente ce l’hanno accordata», spiega a MeridioNews Fabio Bognanni, legale del giornalista Piero Messina, accusato di calunnia e pubblicazione di notizie false insieme al collega Maurizio Zoppi. Reati ipotizzati in merito a un articolo pubblicato a luglio 2015 sul settimanale L’Espresso, che riportava una presunta intercettazione fra il presidente della Regione Rosario Crocetta e il suo medico Matteo Tutino. Secondo quanto riportarono i due cronisti, Tutino avrebbe detto al telefono, mentre parlava con il governatore, che l’allora assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino, figlia di Paolo, andava «fatta fuori come il padre». La veridicità di questa frase, ad oggi, non è stata ancora accertata. Nemmeno la Procura ne ha mai confermato l’esistenza.
Oggi, davanti al giudice della quinta sezione penale Salvatore Flaccovio, si è celebrato l’inizio del processo. «Chiedevamo da sempre che venisse disposta questa perizia sul procedimento madre da cui sono scaturite tutte le intercettazioni che sono state utilizzate – spiega ancora il legale – Lo stesso per cui adesso c’è un processo a parte in corso a carico di Tutino». L’ex primario di Villa Sofia imputato per concorso in truffa aggravata e abuso d’ufficio veste il ruolo di imputato insieme a Giacomo Sampieri, ex manager dell’ospedale palermitano, Damiano Mazzarese, dirigente del dipartimento di Anestesia e rianimazione dell’azienda ospedaliera, l’ispettore della Digos Giuseppe Scaletta e la moglie genetista Mirta Baiamonte.
«Siamo convinti che l’intercettazione alla base dell’articolo a firma Messina-Zoppi sia contenuta in quel preciso procedimento – continua l’avvocato – A questo è dovuta tutta la nostra insistenza. Fino ad ora ci avevano dato solo brani di intercettazioni, degli stralci, non tutte». Accolta anche la lista dei testimoni della difesa, tra cui figurano i nomi del governatore Rosario Crocetta e dei giornalisti Luigi Vicinanza, Lirio Abbate e Mario Barresi. Estromessi invece il cronista di La7 Enrico Mentana, l’avvocato Antonio Ingroia e Patrizia Monterosso, segretaria generale della Regione. La prossima udienza è prevista per metà febbraio: sarà sentito il comandante dei Nas Giovanni Trifirò, superiore di Mansueto Cosentino, la fonte dichiarata dai due cronisti. Verrà anche affidato a un esperto l’incarico peritale sulle intercettazioni ammesse oggi. «C’è tanta carne al fuoco. Piccoli passi, si va avanti piano piano e insistendo con le proprie ragioni».