Si è tenuta oggi al carcere Pagliarelli, la prima udienza della tranche del procedimento che si celebra in abbreviato. I reati contestati a vario titolo sono associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, rapina, traffico di sostanze stupefacenti, fittizia intestazione di beni, riciclaggio, reimpiego di denaro proveniente da delitto, illecita concorrenza con violenza o minaccia, detenzione illegale di armi e munizioni e reati di natura elettorale
Processo Apocalisse, prima udienza del rito abbreviato Sotto accusa boss, gregari, estorsori di Cosa nostra
Sono 96 gli imputati del processo Apocalisse, nome che viene dall’ inchiesta della DDA coordinata dai pm Francesco Del Bene, Annamaria Picozzi, Amelia Luise e Roberto Tartaglia e che ha portato a due operazioni di polizia, la prima giungo del 2014 e l’altra lo scorso febbraio che hanno disarticolato la reggenza mafiosa dei mandamenti di Resuttana, Tommaso Natale, Acquasanta, San Lorenzo, Partanna Mondello.
Oggi si è tenuta al carcere Pagliarelli, la prima udienza della tranche del procedimento che si celebra in abbreviato. Due indagati hanno patteggiato. Saranno processati invece il 6 ottobre davanti ai giudici della quarta sezione del tribunale altri 30 presunti mafiosi coinvolti nell’operazione Apocalisse.
Associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, rapina, traffico di sostanze stupefacenti, fittizia intestazione di beni, riciclaggio, reimpiego di denaro proveniente da delitto, illecita concorrenza con violenza o minaccia, detenzione illegale di armi e munizioni e reati di natura elettorale sono i reati contestati a vario titolo agli imputati, boss e gregari, tra cui Girolamo Biondino (secondo gli inquirenti è il capo del mandamento Tommaso Natale-San Lorenzo), fratello di Salvatore Biondino autista di Riina arrestato nel corso dell’operazione che mise fine alla latitanza del boss di Corleone, Gioacchino Intravaia e Giuseppe Fricano, uomini di spicco del mandamento di Resuttana, Filippo Matassa, reggente della famiglia dell’Acquasanta, Alessandro D’Ambrogio considerato nel 2012 uno dei boss più influneti in Cosa nostra e reggente del mandamento di Porta Nuova, Francesco e Giulio Caporrimo, Silvio Guerrera, Tommaso Contino, Gioacchino Favaloro, Gaetano Ciaramitaro e Giuseppe Battaglia, il pentito Vito Galatolo. Tra gli arrestati nel giugno 2014 anche il consigliere comunale Giuseppe Faraone, 69 anni, ex esponente del centrodestra ora passato alla lista del governatore Crocetta Il Megafono, accusato di concorso in tentata estorsione: avrebbe chiesto soldi a un imprenditore per conto del boss di San Lorenzo Francesco D’Alessandro