Il sindacato insorge contro la norma inserita nel ddl che punta a disciplinare la stabilizzazione dei lavoratori degli enti pubblici. Al comma 3, infatti, si prevede per Regione, Comuni e Asp la possibilità di stipulare contratti di lavoro flessibile nel caso in cui in pianta organica non fossero presenti figure professionali adeguate
Precari, Ars prevede norma per nuove assunzioni Cisl: «Una porcheria, è un’operazione clientelare»
Una norma che sa di beffa e ammicca a quella parte di elettorato in cerca di lavoro. Questo in sintesi il giudizio dato dalla Cisl alla legge giunta all’Ars in materia di autonomie locali e stabilizzazione del personale precario. Al comma 3 dell’articolo 3, infatti, si prevede per gli enti – tra i quali Regione, Comuni e Asp – la possibilità di sottoscrivere contratti di lavoro flessibile nei casi in cui nella pianta organica non siano presenti profili adeguati. «In deroga alle disposizioni di cui al presente comma – si legge nel testo in discussione a sala d’Ercole – qualora tra il personale con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato di cui al presente articolo non siano presenti figure professionali necessarie all’espletamento delle funzioni e dei servizi istituzionali, le amministrazioni interessate possono instaurare rapporti di lavoro flessibile».
Una mossa che secondo il sindacato annuncia «una porcheria». «Nel ddl sui precari esitato dalle commissioni parlamentari – denunciano – è stata aggiunta una appendice che, di fatto, apre a nuove assunzioni con contratti di lavoro flessibile – denunciano il segretario generale e il segretario regionale della Cisl Funzione pubblica siciliana, Gigi Caracausi e Paolo Montera -. Mentre non si riesce a dare un futuro certo alle migliaia di precari che attendono una stabilizzazione da decenni, Governo e Ars non possono pensare di creare nuovo precariato». La Cisl fa un appello al presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, affinché intervenga «per impedire l’ennesima operazione meramente clientelare».