«Dopo anni di attesa sembrava che il nostro sogno stesse quasi per realizzarsi ma di colpo tutto è stato risucchiato dalla burocrazia». Chi parla è Giovanni Ciurciù, pozzallese che insieme alla moglie ha istituito la fondazione Iolanda e Francesco Ciurciù, in memoria dei figli disabili, entrambi deceduti, con un obiettivo sulla carta ambizioso e innovativo: un centro polifunzionale per disabili, volto a garantire assistenza «per il durante e per il dopo di noi». Una realtà che possa diventare un punto di riferimento per tutte le famiglie che vogliono potere andare in vacanza con il proprio figlio diversamente abile grazie a un centro di turismo assistito.
I coniugi Ciurciù, già negli anni scorsi, avevano individuato nell’ex colonia marina di Pozzallo il luogo ideale dove fare sorgere il centro. L’immobile appartiene per larga parte al demanio marittimo, e dunque alla Regione, e per un piccolo pezzo al Comune. La richiesta di concessione avviene nel 2014, l’istanza è accompagnata dalla disponibilità a ristrutturare l’ex colonia, grazie anche ai due milioni di euro devoluti alla fondazione dalla coppia. Ma quella che sulla carta sembrava dovere diventare una risorsa utile a tutta la comunità e un’opportunità di lavoro per tanti, disabili compresi, si è via via scontrato contro la burocrazia e un apparente cambio di volontà da parte dei vertici regionali.
Ma prima bisogna fare un passo indietro. In principio i Ciurciù ricevono la disponibilità della Regione a concedere la propria parte, mentre il Comune resiste. Da parte dell’ente comunale il progetto dei due coniugi viene valutato – anche alla luce di un terreno privato di 18mila metri quadrati, che sarebbe servito a rendere più efficiente il futuro centro – e nella consapevolezza che bisogna varare una modifica al piano regolatore. Variante a cui la giunta all’epoca guidata da Luigi Ammatuna dà l’ok, ma che registra lo stop in consiglio comunale, anche alla luce di una diffida in cui si sottolinea che la cessione di diritto di superficie del terreno comunale avrebbe determinato «un deprezzamento degli edifici realizzati in danno alle famiglie residenti e proprietari, oltre che un depauperamento del paesaggio». Per i componenti della fondazione il messaggio è stato subito chiaro: un modo elegante per dire che i disabili deprezzano il valore degli immobili.
La vicenda va avanti, mentre a Pozzallo viene eletto sindaco Roberto Ammatuna. Quest’ultimo si dice pronto a dare direttive ai tecnici perchè trovino un terreno ai Ciurciù, dando anche delle scadenze, ma alla fine nulla accade. A quel punto i coniugi capiscono che è meglio virare l’attenzione sulla concessione demaniale e adeguare il progetto originario allo spazio all’interno dell’ex Colonia. In tal senso, a marzo di quest’anno, viene convocata una conferenza dei servizi. La riunione, svoltasi negli uffici del Genio civile di Ragusa, si conclude con l’approvazione della ristrutturazione della struttura e il via libera alla concessione, per la quale viene fissata un canone di concessione. Quest’ultimo particolare è fondamentale: stando infatti a quanto previsto dal regolamento concernente i criteri e le modalità di concessione dei beni immobili appartenenti allo Stato, emanato da un decreto del presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi e ripreso da un decreto dirigenziale della Regione, in caso di canoni inferiori ai 50mila euro è consentita la trattativa fra pubblico e singolo privato. Per l’ex Colonia marina di Pozzallo la cifra sarebbe di 12mila euro.
Tutto lasciava presagire che il destino della struttura fosse ormai segnato e che il sogno di Ciurciù a portata di mano. Così però non è stato. Di recente, infatti, la Regione – tramite l’assessorato all’Economia retto da Gaetano Armao – è ritornata sui propri passi, ipotizzando l’indizione di una gara pubblica per l’affidamento dell’immobile. Una mossa che ha sorpreso tutti, a partire dai coniugi Ciurciù, che si sentono defraudati di una possibilità che fino a poco tempo fa sembrava concreta e per la quale hanno già affrontato delle spese. «Viviamo una situazione che se la raccontassi a una persona di un altro Paese civilizzato non mi crederebbe – commenta l’uomo a MeridioNews -. Con la mia fondazione non abbiamo secondi fini ma solo il desiderio di dare uno spazio a tanti ragazzi disabili che vivono ogni giorno il dramma della malattia. Lo faccio per loro, ma anche – continua – per i miei due ragazzi. Per me è una questione morale che devo portare avanti. Non posso credere di avere avuto una concessione senza problemi e che adesso si debba ripartire da zero». Per discutere della questione, Armao ha incontrato la direttrice dell’assessorato Benedetta Cannata. A margine del colloquio, MeridioNews ha cercato un commento da parte del vicepresidente della Regione senza però ottenerlo.
A portare alla luce la storia dell’ex Colonia marina è stata nei giorni scorsi la deputata regionale del Movimento 5 stelle, Stefania Campo. «Abbiamo già presentato una interpellanza lo scorso 25 giugno, indirizzata al presidente Musumeci, nonché agli assessorati competenti, e ci batteremo in Aula con tutti gli strumenti che sono necessari – si legge in una nota -. Sembrava ormai tutto chiaro e fattibile, sin quando è intervenuto l’assessorato regionale all’Economia a stoppare nuovamente questo sogno. Davvero non comprendiamo il perché».
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