Porto, la difesa dell’ex commissario Aiello Romano: «Ha fatto cose importanti»

A margine della nomina della sostituzione di Cosimo Aiello come commissario dell’autorità portuale catanese (al suo posto si insedierà Giuseppe Alati) abbiamo chiesto a Davide Romano, avvocato dell’ente, un parere sull’operato – molto spesso contestato – dell’ormai ex reggente della struttura etnea.

Sulla nomina di Aiello c’è stata anche un’interrogazione del Movimento 5 stelle. Secondo lei ha avuto peso nella scelta del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi di procedere alla sostituzione?
«La questione dell’interrogazione del Movimento Cinque Stelle non ha, penso, nessuna diretta attinenza su quello che è accaduto, ma credo si sia trattato solo di un caso di opportunità. Il ministro Lupi, ha infatti avuto altre nomine contestate, sempre per quanto indicato dalla legge 84/94 sui requisiti, nei porti di Cagliari e Olbia. Sulla nomina di Cagliari, in particolare, c’è stato anche un ricorso al Consiglio di Stato. E un avviso di garanzia arrivato al Ministro da parte della Procura di Cagliari, in quanto il ministro Lupi ha confermato la nomina (il dottor Piergiorgio Massidda, ndr) nelle more della chiusura della controversia. Da qui quella che ritengo rientri nella scelta su Catania: una scelta di opportunità, nelle more che si faccia chiarezza su Cagliari e Olbia, nominando un altro, forse per stemperare le polemiche».

Nel momento della nomina in molti si sono chiesti se l’esperienza di Cosimo Aiello fosse adeguata per l’incarico ricevuto. Come giudica il suo operato?
«Il dottore Aiello è un funzionario della pubblica amministrazione con esperienza trentennale, e la legge 84/94 richiede “comprovata esperienza nel settore”. Ma anche se la legge parla principalmente delle Autorità portuali, non chiarisce se l’esperienza sia sulla gestione di un ente pubblico, o specificamente su porti. Il dottore Aiello in un anno e mezzo ha fatto cose importanti, con la consapevolezza di chi ha esperienza nella gestione della Cosa pubblica, nonostante le difficoltà del ruolo di commissario. Magari la gestione ordinaria è stata da lui sacrificata rispetto a urgenze di più ampio respiro».

La società civile ha sollevato grosse perplessità, denunciando l’eccessiva cementificazione.
«Sento da sette anni, da quando era commissario Cosimo Indaco, del milione di metri cubi, ma in questi anni credo che nessuno abbia avuto la serietà di leggere il Piano regolatore del porto. Decine di articoli, convegni, interrogazioni parlamentari, ma dal 2000, da quando lavoro all’Autorità portuale, non ho mai ricevuto una istanza per l’accesso agli atti, nemmeno da un politico».

Anche la gestione Indaco fu oggetto di critiche.
«Sono state strumentalizzate anche con interrogazioni parlamentari dal 1995 al 2003. Il ministero ha sempre puntualmente risposto difendendo gli atti adottati. È da ricordare che il ministro Di Pietro nominò una commissione ministeriale per espletare un’ispezione, pressato dalle sollecitazioni di alcune associazioni locali. La commissione, di alto profilo tecnico e amministratvo, ha controllato numerose procedure tra le quali le grandi infrastrutturazioni, il piano regolatore, e alcune concessioni. La regolarità delle procedure verificate fu certificata. Ma le polemiche sono sempre le stesse».

Quando è previsto l’insediamento di Alati?
«Venerdì arriverà il nuovo commissario, Giuseppe Alati che è un funzionario del ministero delle Infrastrutture e trasporti. Lo accompagneremo dall’Ammiraglio, e incontrerà anche il dottore Aiello».


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