Il taser, già introdotto da anni negli Usa, sarà sperimentato da polizia e carabinieri in sei città italiane. Il suo impiego è piuttosto controverso. La questura catanese non ha ancora ricevuto né le armi, né indicazioni precise. L'opinione di Alfio Cavallaro, cardiochirurgo della clinica Morgagni
Pistole elettriche, anche a Catania la sperimentazione L’esperto: «Usata su cardiopatico può causare aritmia»
Gli esperti di videogiochi o di serie tv noir non rimarranno granché sorpresi. Tutti gli altri, forse, nei prossimi giorni si chiederanno cosa siano quegli strani aggeggi a forma di pistola in dotazione a polizia e carabinieri. Catania – insieme a Milano, Brindisi, Caserta, Padova e Reggio Emilia – è tra le città in cui le forze dell’ordine avvieranno la sperimentazione dei taser (dal nome dell’azienda produttrice, Taser International). Ovvero le pistole elettriche classificate come «armi non letali», capaci di emettere una scarica ad alta tensione e a bassa intensità di corrente, che paralizza chi viene colpito contraendone i muscoli.
Il suo utilizzo, cominciato negli Stati Uniti al termine degli anni Settanta con modelli meno sviluppati, è però assai controverso. Nel 2007 l’Onu ha addirittura classificato le pistole elettriche tra gli strumenti di tortura. Secondo alcuni report stilati da Emergency, a partire dal 2001 la diffusione dei taser tra le varie forze di polizia avrebbe provocato oltre 800 decessi. Prevedibilmente, l’azienda che li produce sostiene invece che a causare la morte sarebbero stati gli scompensi cardiaci pregressi delle persone colpite. Un primo tentativo di introduzione era stato effettuato nel 2014, dall’allora ministro dell’interno Angelino Alfano. La trattativa condotta con i sindacati di settore ha però fatto scivolare in avanti la sperimentazione, fino al 20 marzo di quest’anno.
«La potenziale pericolosità della scarica elettrica – dice a MeridioNews il cardiochirurgo della clinica Morgagni Alfio Cavallaro – dipende dal soggetto su cui si effettua. Se lo si fa su una persona sana le conseguenza sono minime, al massimo qualche battito irregolare». E nel caso in cui venga utilizzato su un individuo cardiopatico? «Può anche scatenare un’aritmia piuttosto pericolosa», suggerisce il medico. Un’altra categoria a rischio sarebbe rappresentata da coloro che fanno uso di alcuni tipi di droghe. Cavallaro conferma. «Se c’è una ipereccitabilità, è possibile». Un effetto collaterale del «raggio» sparato da un taser sarebbe anche la caduta a terra. «Per l’intensità del dolore – va avanti Cavallaro – o perché la scarica elettrica può prendere il sopravvento sulla normale frequenza cardiaca». Il cardiologo stigmatizza infine l’assenza di dati scientifici certi e il mancato coinvolgimento dei medici nella sperimentazione.
Secondo il Corriere della Sera il modello di taser che verrà testato in Italia è l’X2, dotato di una «scarica elettrica ad intensità regolare con durata controllata di 5 secondi», un sistema di mira con doppio puntatore laser e la possibilità di colpire il bersaglio fino a 7 metri di distanza. L’ufficio stampa della questura di Catania avverte però che, al momento, c’è soltanto una comunicazione generica di avvio della fase sperimentale, in cui non sono specificati né i tempi né le precise modalità di impiego. I taser non sono ancora stati consegnati, ed è comunque prevedibile che «andranno in strada» al termine di un processo di formazione a cui verranno sottoposti gli agenti direttamente interessati. Una delle ipotesi è che le pistole elettriche verranno affidate in dotazione alle volanti.