Pip, Gesip, Forestali e bidelli: a Palermo prende forma la ‘questione sociale’

SE LA PROTESTA ESPLODERA’ IL GOVERNO REGIONALE DOVRA’ FARE QUELLO CHE FINO AD OGGI NON HA FATTO: OCCUPARSI CONCRETAMENTE DI CHI RISCHIA IL POSTO DI LAVORO. LE CONTRADDIZIONI DI CGIL, CISL, UIL E UGL SUL FUTURO DEGLI OPERAI DELLA FORESTAZIONE

Piano piano, lo scenario economico e sociale si va complicando. Il Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha detto che non ha dove mettere circa 800 precari ex Pip. Dal suo punto di vista ha ragione. Negli uffici del Comune del capoluogo dell’Isola – tra uffici comunali e società collegate – operano già circa 20 dipendenti: più di tutti i dipendenti della regione siciliana messi insieme!

Morale: di 800 precari Pip, per ora pagati (hanno un contratto a termine), non si sa che fare. Il dubbio è che, trattandosi di precari con ‘padrini politici ormai ‘perdenti’ (li sponsorizzava l’Mpa di Raffaele Lombardo, che pur avendo contribuiti a fare eleggere il presidente Rosario Crocetta è fuori gioco), la politica siciliana, nel suo complesso, se ne voglia sbarazzare.

Questa mattina sono tornati in piazza gli operai della Gesip, sempre di Palermo (questi sono mille e 800). Per un po’ hanno bloccato alcune vie della città. Non vogliono perdere il lavoro. Hanno fatto capire che, se le cose si metteranno male, scenderanno in piazza. In massa.

C’è ‘maretta’ anche tra i forestali che, in verità, fino ad oggi, per ‘misteriosi’ motivi, sono rimasti buoni. per loro ci dovrebbe essere qualcosa dalla manovra sulle variazioni di Bilancio in discussione all’Ars. Aspettano. ma in tanto hanno cominciato a ‘scaldare’ i motori. Anche perché le cifre che arrivano da Sala d’Ercole sembrano un po’ diverse da quelle richieste dai lavoratori. Non dai sindacati, ma dai lavoratori.

Ci spieghiamo meglio. La nostra sensazione è che Cgil, Cisl, Uil e anche l’Ugl, proprio sulla trattativa per i forestali, invece di guardare agli interessi degli operai forestali, avrebbero guardato agli ‘interessi complessivi’.

Le due parole – ‘interessi complessivi’ – in linguaggio ‘sindacalese’, stanno a significare che i sindacati, invece di difendere i lavoratori, reggono il gioco ai governi. Proprio quello che è successo in Sicilia – questo ovviamente è il nostro parere – negli ultimi sei mesi o forse più.

Il risultato è che, ormai, i lavoratori della forestale – e sempre a nostro avviso hanno ragione – non sembrano molto convinti di queste quattro organizzazioni sindacali.

Purtroppo i numeri, lungi dal dare ragione a Cgil, Cisl, Uil e Ugl, danno ragione agli operai che manifestano dubbi. A prescindere dalla ‘stabilizzazione’ – tema sul quale queste organizzazioni sindacali si sono spese a parole – e a prescindere dai lavori nelle autostrade siciliane, le cifre che circolano a Sala d’Ercole – per la precisione, in commissione Bilancio e Finanze – sono totalmente diverse da quelle che servirebbero a questo settore.

Dalle variazioni di Bilancio – ammesso che il disegno di legge venga approvato e passi indenne dall’ufficio del Commissario dello Stato – arriverebbero, sì e no, 22-24 milioni di euro. A fronte di un fabbisogno pari a 70-75 milioni di euro. E gli altri soldi dove sono?

A queste tre categorie – ex Pip (che sono molto di più di 800: quasi 3 mila), Gesip e forestali – si aggiungono i 519 bidelli che sono stati mollati dal Governo nazionale.

Facciamo un sola considerazione: se queste quattro categorie, di comune accordo, decidessero di scendere contemporaneamente in piazza a Palermo, si bloccherebbe la città, mentre alla presidenza della Regione siciliana sarebbero costretti a fare quello che in undici mesi non hanno mai fatto: occuparsi concretamente della questione sociale.

In questo conteggio ‘sociale’ non abbiamo inserito gli infermieri precari che il Governo regionale vuole licenziare (non conosciamo il numero: ma dovrebbero essere tanti), i farmacisti precari che, sempre grazie al Governo regionale, rischiano il posto (un centinaio), i docenti del Liceo provinciale di Palermo ‘Cassarà’ licenziati sempre dal Governo regionale.

 

Dal conto teniamo fuori i dipendenti della formazione professionale (compresi i mille e 800 degli Sportelli multifunzionali, che ancora debbono ‘testare’ l’ultima trovata del Governo regionale: la sceneggiata del Ciapi di Priolo e l’immaginifica Agenzia regionale della formazione professionale.

Per non parlare dei precari regionali. Non i 23-24 mila precari degli enti locali, ma i precari regionali, che sono altre 50 mila. Tutta gente che aspetta risposte dalla politica. Risposte e non chiacchiere.


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