Pillon, il senatore anti-aborto ospite dei leghisti Contestazione sul lungomare: «Via da Catania»

Tutto fila liscio, al netto di qualche insulto. Finiscono rapidamente in archivio le preoccupazioni della vigilia sulla sicurezza durante la visita etnea del senatore della Lega Simone Pillon. Fuori dall’Hotel Nettuno, sull’altro lato del lungomare di Catania, si svolge una contestazione chiassosa ma tutto sommato ordinata. Fra la sala del convegno e i manifestanti, del resto, c’è un serpentone di traffico oltre al corposo dispiegamento di carabinieri e polizia in assetto anti-sommossa. Il contatto è impossibile. Come se non bastasse, gli organizzatori predispongono poi un rigoroso filtro all’ingresso dell’hotel. «L’evento è privato, serviva l’accredito via mail perché il posto ha capienza limitata», precisano alcuni addetti. A farsene promotore è il circolo della Lega Catania identitaria – uno dei cinque attivi in città – animato dagli esponenti locali del Movimento Nazionale per la Sovranità fondato da Gianni Alemanno, ormai parte integrante del partito di Matteo Salvini.

Pillon è il leghista che ha firmato la proposta che vorrebbe rimodellare, in senso più che conservatorele leggi su separazione, divorzio e affido condiviso dei minori. Ma l’avvocato, fervente cattolico e organizzatore del Family Day fin dal 2007, si è scagliato anche contro la legge 194 sull’aborto e vorrebbe che anche in Italia, «sul modello dell’Argentina», si avviasse una ferma politica di riduzione delle interruzioni di gravidanza. Posizioni all’insegna dell’integralismo che catalizzano, va da sé, critiche altrettanto radicali da sinistra. 

Dalla strada è un susseguirsi di cori al megafono inframezzati da insulti. «Pillon vigliacco, vai via da Catania», il più mite. Le associazioni femministe etnee, dalla piattaforma Non una di meno alla rete di attivisti La ragnatela, alla notizia dell’arrivo del senatore, avevano organizzato una contro-manifestazione sotto le insegne del comitato No DDL PIllon. Alla fine, sul lungomare, si radunano un centinaio di persone. Presenti anche i rappresentati della Cgil catanese, del movimento Catania bene comune e altre sigle della sinistra cittadina. «Pillon, con il suo disegno di legge, intende attaccare violentemente donne e bambini – scandiscono gli attivisti – e noi non possiamo permettere la riproposizione di un modello sociale patriarcale e sessista».

In sala, per altro verso, si raduna di tutto. Si va dall’ultra destra ai rappresentanti delle associazioni dei padri separati. Uno di loro aveva in serbo pure un mazzo di fiori per i contestatori là fuori: «La polizia ci ha fermato, ci hanno detto che non era il caso», ammette l’uomo che sorride quando facciamo notare che sarebbe stata una provocazione. Dal microfono, affronta il capitolo delle proteste l’assessore Fabio Cantarella, uno dei leader salviniani in Sicilia. «Hanno perso un’occasione di confronto, i loro toni non ci interessano». Pillon parla per circa un’ora, strappando applausi a una platea di un centinaio di persone che pendono dalle sue labbra. Il senatore rievoca addirittura il Medioevo e le invasioni barbariche: «I monasteri, in quei secoli, servirono a preservare la cultura e l’arte. Oggi la famiglia può diventare il nostro monastero, per salvare la persona dall’ideologia e dal denaro». 

Riceviamo dal circolo Lega Identitaria di Catania

Ci teniamo a precisare quanto segue al fine di garantire una corretta informazione per il lettore. Pertanto ai sensi delle vigenti normative in materia di richiesta di rettifica ci preme sottoporvi la seguente richiesta trasmettendo quanto segue: il convegno è stato organizzato dal circolo della Lega Identitaria di Catania e di Acireale e non dai Sovranisti di Alemanno, che sono tutt’altra cosa. I posti a sedere erano 150, ed erano tutti occupati, e c’era anche tanta gente in piedi, per un totale di circa 250 abbondante.

Francesco Vasta

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