Pubblicati in Gazzetta ufficiale i nomi di chi, a distanza di due anni, ha accettato di usufruire dello strumento per l'inserimento lavorativo. Previsto un investimento della Regione di 1,6 milioni di euro. Tra i soggetti ospitanti bar, studi di professionisti, associazioni e parrocchie. In un caso tirocinante e azienda coincidono
Piano giovani, l’elenco dei tirocinanti e delle aziende Ripartono in 335, spesi metà dei soldi a disposizione
Piano giovani, si parte davvero. L’ultimo tassello è stato messo oggi, con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’elenco dei partecipanti che, a distanza di due anni e dopo infinita attesa, hanno deciso di usufruire, nonostante tutto, di questo strumento per l’inserimento lavorativo. Insieme ai nomi diventano ufficiali anche le cifre spese: 1 milione 635mila euro per attivare 335 tirocini. È questo infatti il numero di giovani – compresi tra 18 e 35 anni, disoccupati e fuori da un percorso di studio – che alla fine hanno accettato. Fanno parte del gruppo di 800 che il 14 luglio del 2014 erano riusciti ad aggiudicarsi il famoso e fallimentare click day. Oltre la metà di quelli che due anni fa si erano mostrati interessati al progetto, ha rifiutato.
(L’elenco dei tirocinanti e delle aziende ospitanti)
Per 17 tirocinanti appartenenti a categorie svantaggiate è prevista una borsa di tirocinio mensile di 750 euro per 12 mesi. Gli altri 318 riceveranno 500 euro per sei mesi. Lo scorso giugno, la Regione, volendo rilanciare il Piano, ha messo a bilancio tre milioni di euro per far partire i tirocini della prima e della seconda finestra. Ma, di fronte alle risposte ricevute, ne sono stati spesi al momento poco più della metà. Nel dettaglio, sono stati stanziati 343mila 500 euro per pagare i primi due mesi del 2016 e 1 milione 291mila euro per i restanti quattro nel 2017. Di questi, 763mila 500 euro andranno ai tirocinanti, sotto forma di borse di studio, i restanti 528mila saranno usati per pagare le aziende ospitanti.
Scorrendo l’elenco delle imprese dove lavoreranno i tirocinanti, si trovano realtà molto diverse: bar, studi di avvocati, architetti e altri professionisti, ditte individuali, associazioni, parrocchie, gioiellerie, farmacie, e così via. C’è anche un caso in cui il nome del tirocinante coincide infatti con quello dell’azienda. Prima di procedere a sbloccare i fondi, visto il caos generato dal click day durante il quale molti giovani interessati non sono riusciti ad accedere al sistema a causa del blocco informatico, la Regione ha chiesto un parere all’Avvocatura dello Stato che ha dato il via libera al rinnovo della prima fase, sostenendo che l’interesse dei candidati selezionati prevale sulle ragioni di quelli che, causa malfunzionamenti del sistema, non erano riusciti a partecipare.
La Regione intende riavviare anche la seconda finestra, quella del 5 agosto 2014, e ha inviato a giovani e aziende che si erano mostrati interessati, richiesta di conferma della volontà di partecipare. Ricevendo, tuttavia, anche indignate risposte, come quella di un imprenditore catanese, sfiduciato dal fallimento della macchina organizzativa.