Personale eccedentario: la dottoressa Corsello si ‘rimangia’ l’accordo del 12 novembre

RAGAZZI, SI RIPARTE DA ZERO. INTRODOTTE NUOVE REGOLE SUI PROCESSI DI MOBILITA’ DEL PERSONALE FINITO FUORI DAGLI ENTI PER IL TAGLIO DEL GOVERNO SUL FINANZIAMENTO DEL “PIANO GIOVANI”. INTANTO IL TEMPO SE NE VA ED I PROBLEMI SI ACCUMULANO. E FORSE E’ PROPRIO QUESTO L’OBIETTIVO: FARE PERDERE ALTRO TEMPO SULLA PELLE DEI LAVORATORI

Parafrasando il film “Un giorno di ordinaria follia” diretto nel 1993 da Joel Schumacher, Anna Rosa Corsello,  dirigente generale del settore, sembra aver rubato il ruolo di protagonista a Michael Douglas, a conquistare la scena trovando la maniera per invertire la storia raccontata nella famosa pellicola.

Cosa avrebbe combinato di grosso questa volta? La “donna di ferro” alla guida dei dipartimenti regionali del Lavoro e della Formazione professionale, componente del sodalizio le “Tre Marie”, ha emanato soltanto ieri una nota indirizzata agli enti gestori della riedizione degli interventi formativi per l’anno 2013/2014 con la quale azzera tutto e riparte daccapo.
Un vero e proprio terremoto con effetti a cascata che colpirebbero il procedimento di mobilità avviato nel novembre scorso, seppur in maniera sgangherata, in accordo con le parti sociali. Sembrerebbero così cancellati con un colpo di spugna gli sforzi profusi da enti, sindacati e lavoratori. Polverizzato l’accordo del 12 novembre sottoscritto con le associazioni degli enti formativi e con i sindacati. Cancellata la pseudo procedura attivata dagli enti per incrociare l’eccedenza di personale con il fabbisogno di risorse umane, che tante polemiche e contenzioso aveva provocato.

Riportate a zero le lancette dell’orologio annullando tutto il lavoro fatto dal 13 novembre 2013 ad oggi dagli enti per reperire personale dal fatidico elenco dei 721 eccedentari. Che sia la risposta ai diversi ricorsi che pare siano stati prodotti da lavoratori e sindacati sulla procedura di mobilità e sulla violazione del trattamento dei dati personali?
Dubbi e perplessità che appesantiscono le responsabilità di una dirigente generale che ha dimostrato schizofrenia nel livello decisionale partorendo atti uguali e contrari che male fanno e hanno fatto alla Formazione professionale. In poche parole, un comportamento che ha catapultato il settore in uno stato di catalessi.
Che senso ha richiedere agli enti di inoltrare al Servizio ottavo del dipartimento Lavoro tutti i dati relativi ai singoli lavoratori eccedentari, “indispensabili al fine del temporaneo utilizzo in altri organismi”, come si legge nella nota, se la lista regionale era stata confezionata due mesi fa con l’accordo sindacale del 12 novembre? È il riconoscimento degli errori commessi, o cos’altro? Spunta adesso l’adempimento a carico dell’ufficio pubblico sull’incrocio eccedenza/fabbisogno di personale.

Riportiamo il passaggio della citata nota sull’argomento. “Il Servizio VIII, dopo aver aggregato e rilevato i dati pervenuti da tutti gli enti e prima di procedere alla elaborazione della lista, sovraintende ad una attività preliminare di incrocio tra eccedenze e fabbisogno per singoli profili le cui risultanze costituiscono condizione essenziale per la redazione della lista di mobilità ex articolo 26 del vigente Contratto collettivo di lavoro del settore che dovrà essere pubblicata sul sito istituzionale del dipartimento Lavoro e della formazione professionale”.
come si può dimenticare che la stessa Corsello, poche settimane fa, aveva calendarizzato una serie di incontri per mettere insieme sindacati dei lavoratori, enti con eccedenza di personale ed enti con fabbisogno di risorse umane per incrociare il personale ai fini del ricollocamento a seguito al taglio del finanziamento da parte dell’assessore Scilabra in sede di finanziamento della seconda annualità dell’Avviso 20/2011?
Ed è ancora più difficile provare a cancellare dalla mente lo scivolone della “donna di ferro” che, cancellando le giornate di incontri, aveva lasciato agli enti la responsabilità di ricollocare i lavoratori eccedentari, scatenando il putiferio e gettando nel caos enti e lavoratori, chiamati per esempio, a offerte di lavoro distanti anche trecento chilometri. Altro che procedura di mobilità nel rispetto del contratto di lavoro. Adesso con questa nota la Corsello sembra essersi messa “la pratica a posto”.

Scardinata anche la lista unica regionale del personale eccedentario, sostituita da una “lista predisposta per singola provincia, suddivisa nelle quattro aree funzionali contrattuali all’interno delle quali i lavoratori troveranno allocazione secondo l’ordine di posizionamento comunicato dagli enti”, come precisa la nota.
Un dietrofront su molti punti oggetto dell’accordo del 12 novembre scorso e contestati da più parti. Un lampante esempio di come il Governo e l’amministrazione regionale hanno agito in questi mesi nel settore: parole, impegni e accordi sistematicamente disattesi e capovolti. Non sarebbe stato più facile rivedere il testo dell’accordo e modificare le storture rimarcate da alcune componenti sindacali, evitando di perdere due mesi? O i due mesi sono stati fatti passare invano apposta?
Non si capisce, poi, come mai in sede di accordo sindacale trilaterale l’amministrazione regionale aveva, di fatto, lasciato libertà agli enti di reclutare il personale tra gli eccedentari potendo proporre, per esempio, contratti di lavoro in sedi distanti centinaia di chilometri. Forse per poi correre ai ripari?
Il comportamento illegittimo ed in violazione del Ccnl di settore, attuato da diversi enti formativi poteva essere evitato introducendo una clausola di aggancio ai limiti chilometrici nella mobilità previsti dal Contratto di lavoro. Perché non è stato fatto e si è dovuto attendere la nota di ieri per chiarire il punto, introducendo il limite nel raggiungimento della nuova sede di lavoro?
Stranezze che sembrano indirizzate verso la solita strategia volta a stancare gli operatori, a ritardare ogni procedura, ad allungare il momento della maturazione dell’erogazione dei finanziamenti, a mantenere un clima di tensione e scontro tra enti, sindacati e lavoratori.
Se il proposito è quello di creare le condizioni per giustificare la chiusura del sistema ed il trasferimento di tutti i lavoratori presso il Ciapi di Priolo, sarebbe più semplice dirlo e attuarlo con provvedimenti vincolanti giuridicamente. I lavoratori di certo ne sarebbero felici, disperati come sono senza stipendi e senza alcuna certezza lavorativa. Se questa però non è la volontà del Governo, sarebbe opportuno che il presidente Crocetta dica finalmente la verità sulle reali intenzioni perché la politica dello stillicidio non fa bene a nessuno.


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