Cinque o sei giorni fa il mare di gela, come ai vecchi tempi (anni 60 e 70 del secolo passato) si è colorato di nero. Per la precisione, il riversamento di idrocarburi ha colpito, in tre casi, i siti di natura 2000 nella piana di gela. La denuncia è arrivata non dallassessorato regionale al territorio e ambiente, ma dalla lipu-birdlife italia. Due di questi tre casi hanno contaminato il mare di gela.
Perché non si parla più dellinquinamento del mare di Gela?
Cinque o sei giorni fa il mare di Gela, come ai vecchi tempi (anni 60 e 70 del secolo passato) si è colorato di nero. Per la precisione, il riversamento di idrocarburi ha colpito, in tre casi, i siti di Natura 2000 nella Piana di Gela. La denuncia è arrivata non dallassessorato regionale al Territorio e Ambiente, ma dalla Lipu-BirdLife Italia. Due di questi tre casi hanno contaminato il mare di Gela.
Gli idrocarburi finiti in mare provengono dalle condotte delle società controllate dallEni (Enimed e raffineria di Gela). Non sappiamo a chi è stato attribuito il terzo sversamento.
Questi tre gravi casi di inquinamento minacciano alcune zone tutelate dallUnione Europea, e precisamente la rete di protezione della biodiversità.
Il fatto che, in questa storia, ci sia di mezzo lUnione Europea, considerata quello che è ormai diventata, non ci rasserena. Anzi, ci preoccupa. Ci conforta il fatto che Lipu e Wwf abbiamo chiesto alla Commissione Europea di aprire una procedura dinfrazione contro lItalia per garantire il pieno rispetto della direttiva comunitaria Habitat. Ma questo non basta.
A Gela, come è stato sottolineato da più parti, linquinamento è un fatto gravissimo non soltanto per i danni arrecati allambiente, ma anche perché questarea è oggetto di un Piano di risanamento del Ministero dellAmbiente già dal 1995. Un Piano fantasma che ancora oggi non si è mai materializzato (i Ministri dellAmbiente siciliani, è noto, si occupavano di far approvare il rigassificatore a Priolo ).
A noi, in questa fase, interessa sottolineare alcuni aspetti. Da Gela ci avvertono che linquinamento del mare sarebbe stato sottovalutato. La situazione, insomma, sarebbe più grave del previsto.
Non siamo molto interessati a quello che farà lUnione Europea, perché dopo quello che abbiamo visto in Sicilia con il Piano di sviluppo rurale (Psr) e con il Fondo sociale europeo (Fse), beh, abbiamo già capito che cosa sia la trasparenza per Bruxelles.
A noi interessa capire che cosa sta facendo il Governo della Regione rispetto al nuovo dramma ecologico di Gela.
Qualche giorno prima dello sversamento in mare degli idrocarburi, il presidente della Regione ha convocato una Giunta a Gela annunciando un sacco di cose belle. Invece è arrivato linquinamento.
Bene, presidente: state seguendo quello che sta succedendo nel mare di Gela? Chi se ne occupa? LArpa? O chi altro? Come mai, su un argomento così grave e importante, non ci sono, da parte del Governo della Regione, informazioni costanti? E chi pagherà per questi danni?
Non ci risulta che lEni, pur avendo stabilimenti in Sicilia, paghi le imposte alla Regione. State provvedendo per calcolare – e soprattutto monetizzare – i danni provocati dallEni a Gela? Chi se ne sta occupando? Si arriverà a una definizione del danno in tempi brevi o ci sarà una causa civile?
Presidente, è ancora convinto che alla Sicilia servono altre raffinerie, oltre alle cinque che già massacrano la nostra Isola? Non sarebbe il caso di chiuderle tutte, visto che inquinano la nostra Isola, ci avvelenano e pagano le imposte ad altre Regioni del nostro Paese? Quando finirà questa schifosissima forma di colonialismo?
Petrolio nel mare di Gela
Il petrolio nel mare di Gela: l Eterno ritorno delle stesse cose