Per una Sicilia libera dagli ascari

da Mariano Ferro
leader dei Forconi
riceviamo e volentieri pubblichiamo

Questa terra ha bisogno urgente di una trasfusione di serietà e di verità.Prima il governo Cuffaro: altre condizioni politiche ed economiche. Poi il governo Lombardo: una larghissima maggioranza di centrodestra rassicurante nei numeri ma scioltasi alla prima brezza. Cinque governi in quattro anni e mezzo. Tutte le programmazioni di questo mondo non possono avere un arco temporale così breve per essere attuabili.

Tutte le maggioranze possibili sono state sperimentate nell’ultimo quinquennio. Ultima, una maggioranza che dalle urne era uscita sconfitta inesorabilmente, quella con il Pd. Il Pd della signora Finocchiaro, che se dovesse candidarsi con una legge elettorale democratica, che tutti gli italiani si aspettano, la vedrebbe perdente anche nella sua città di Catania. Questo è il Partito democratico siciliano che oggi vuole sdoganarsi con una maschera che nasconda il pregresso: un certo Rosario Crocetta da Gela che, dicono i Gelesi, non ha disdegnato da sindaco a fare il democristiano nei metodi , pur nella sua veste ben costruita di uomo antimafia. Peccato che dietro ci sia l’apparato che non si è ancora alzato dalle poltrone di Sala d’Ercole e che, fregandosene del disagio conosciuto del mondo produttivo dell’Isola, ha contribuito al disastro che metterà in forse gli stipendi dei prossimi mesi.

Ecco quindi spuntare le faccine dei due inseparabili Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia, alle quali ora si è aggiunta quella del grande rivoluzionario Giampiero D’Alia che, col suo partito inchiodato al sei per cento, deve nell’Isola cedere campo ai Piddini per rafforzare la leadership di Casini per un prossimo governo nazionale a trazione democristiana.

Tutto calcolato. Il problema sta nel fatto che questi calcoli che il rivoluzionario candidato alla presidenza ha elaborato insieme ad altri strateghi sicuramente di scuola dalemiana, non tengono conto dell’insofferenza verso questi partiti e le solite facce. La scuola insegna che occorre mettere insieme i pacchetti di voti, le clientele, aggiungere un ottimo programma, comprare intere paginate di giornali, farsi sponsorizzare da imprenditori più o meno speranzosi del fatto che si possa avere un presidente disponibile, accaparrarsi gli spazi mediatici possibili in tutta l’Isola, metterci una faccina più credibile di altre ed il gioco è fatto.

Non crediamo siano loro fuori strada, ma riteniamo che manchi un elemento importante, fondamentale in questo momento drammatico e che i Forconi rappresenteranno nella sua interezza: la realtà.

Loro ne sono totalmente fuori e si rivolgono a quel sistema a cui si sono rivolti tutti per decenni. La storia siciliana è piena di queste pagine, niente di nuovo, ma proprio niente. Non il programma che non hanno solo loro e che è un mix di copia ed incolla dei tanti che si muovono nel territorio. Non la coalizione di partiti che già sono stati protagonisti degli ultimi anni dell’incapacità di governare. Ma, soprattutto, non il personale umano che dietro mentite spoglie pretende di ritornare, anzi pretende di non uscire da Sala d’Ercole.

Dall’altra parte di quella finta barricata, un centrodestra che non ha nessuna ricetta da proporre, tanto è stato impegnato a costituire i comitati di affari, sempre e comunque in combutta col centrosinistra. La sommossa di gennaio che il sistema ha guardato come fumo negli occhi e che ancora oggi è sempre più viva nella mente dei siciliani, che non ha avuto una sola risposta alle vertenze sacrosante rivendicate in quell’occasione, deve continuare.

Non può e non deve finire contro il sistema Berlusconiano di Miccichè, contro il sistema Crocetta-Cracolici-Finocchiaro, contro il sistema Lombardo, per una Sicilia che faccia da apripista in questo sfortunato Paese ad una vera rivoluzione capace di distruggere, nel mondo politico chi pensa che si possa annientare la democrazia che ci hanno lasciato i nostri nonni trasformandola in regime economico, regime finanziario e soprattutto regime mediatico. Già proprio quel regime mediatico col quale nelle prossime settimane dovremo combattere una vera e propria guerra per poter fare passare un messaggio e farlo arrivare a tutti i quasi sei milioni di siciliani, ivi compresi i non votanti.

Non andremo alle elezioni ad ottobre per non cambiare nulla, abbiamo una sola promessa da fare ai siciliani: i Forconi nelle prossime settimane si faranno sentire. PARI CONDIZIONI PER TUTTI ANCHE PER CHI DEVE RAPPRESENTARE IN TUTTI I SENSI IL POPOLO DI CHI NON HA “UNA LIRA”. Prevediamo settimane divertenti, non siamo in condizioni normali e così, di conseguenza, ci comporteremo. Non allertate le questure, non ve ne sarà bisogno, PARI CONDIZIONI solo quello, per  Una Sicilia libera dagli ascari e dai venditori di fumo.

” I FORCONI”


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