Per il pranzo del G7 tolte sedie da palazzo Chierici «Sala prenotata per il matrimonio, bello spavento»

«Mi sono presa un bello spavento, appena pochi giorni prima delle mie nozze. Alla fine è andato tutto bene, ma resta assurdo che il Comune di Catania non abbia i soldi per noleggiare 50 sedie». In clima di G7, c’è stata anche la piccola disavventura che ha riguardato il matrimonio di una coppia di sposi etnei. La funzione è stata celebrata all’interno di palazzo dei Chierici, in piazza Duomo, location da 150 posti che il Comune di Catania concede a pagamento, insieme al Castello Ursino e a palazzo Platamone, a chi vuole giurarsi amore eterno. Peccato che, in vista del pranzo riservato ai coniugi dei capi di Stato, almeno 50 sedie di legno e velluto verde siano state prelevate dalla sala. Così come da varie stanze di Palazzo degli elefanti, lasciando in piedi anche i consiglieri comunali impegnati nelle commissioni.

Il matrimonio della giovane coppia si è svolto giovedì, il giorno prima del pranzo di gala riservato ai coniugi dei sette capi di Stato offerto dal sindaco Enzo Bianco. Per l’occasione è stato scelto di allestire l’interno del maestoso salone Bellini e di prendere, in prestito, le sedie. Quali? A quanto pare pure quelle destinate agli invitati del matrimonio. Arredi imbottiti di velluto verde in stile classico, ideali per un’occasione di questo genere. «Pochi giorni prima delle nozze mi ha chiamata una dipendente di Palazzo dei Chierici per sapere come organizzare la sala, cercando di capire il numero degli invitati – racconta la sposa a MeridioNews – Quando le ho detto che saremmo stati un centinaio la signora è entrata nel panico». Nonostante la sala, pagata al Comune 300 euro, avesse una capienza di 150 posti. 

Ma, stando alla testimonianza, ordini superiori avrebbero imposto di prendere le sedie e trasportarle in municipio. Conti alla mano per gli invitati sono rimasti poco più di 80 posti a fronte di un numero di invitati superiore a 100. Il matrimonio, per dovere di cronaca, alla fine è andato per il verso giusto. «Anche i dipendenti sono stati gentili cercando di modificare la disposizione delle sedie rimaste e dei fiori per occupare gli spazi vuoti, cercando di sfruttare le panche di legno ai lati». Meno bene sembra essere andata ai consiglieri comunali che, per svolgere i lavori e di commissione, si sono visti costretti a spostare ancora altre sedie: questa volta dalla sala del Consiglio.


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