Peppe Pagano e “Democrazia”, arriva il nuovo album

Uscirà domani, 17 aprile, “Democrazia” il nuovo album di Peppe Pagano, il cantautore e rocker siciliano, originario di Pace del Mela (Messina), confermatosi migliore rivelazione del momento. Il suo grande temperamento e la sua voce potente hanno conquistato davvero tutti. Il disco, su etichetta Smilax Publishing e distribuito dalla Global Net, contiene 12 brani, 4 inediti e 8 riarrangiati, che non solo raccontano la rinascita artistica del solista, ma nascono come forma di denuncia al sistema affaristico, tipico della politica italiana degli ultimi anni. LinkSicilia lo ha incontrato e intervistato per voi. Peppe quando è iniziata la tua passione per la musica? “Scoprii l’amore per la musica quando ero piccolo, avevo 6 anni e cominciai a cantare nel coro della chiesa. Nel 1996 mi sono avvicinato a delle band musicali come i Litfiba e ho iniziato a canticchiare le loro canzoni nei pianobar, ma ancora non conoscevo Piero Pelù”. E poi? “Nel 1997 ho iniziato le mie prime esperienze canore, partecipando al festival dei Nebrodi, a Capo d’Orlando (Messina). In quell’occasione ho vinto il premio come ‘Personaggio televisivo dell’anno’. Poi ho partecipato al tour regionale dell’accademia della canzone di Sanremo: tappa vinta nella città di Lipari (Isole Eolie) e finale disputata ad Adrano (Catania). Dopo uno stage di formazione professionale all’accademia della Canzone Italiana, ho partecipato alla Finale Nazionale di Sanremo, nel 1998. Successivamente ho preso parte al festival ‘A Voice for europe 2000’ e al 10° festival ‘Note di Primavera’ indetto dalla Pro-loco di Cittanova, in Calabria. Domani esce il tuo album. Come mai hai scelto il titolo “Democrazia”? “Quando ho scritto ‘Democrazia’ era il 2011, anno in cui ero appena tornato dall’Argentina e mi sono accorto subito che la situazione politica in Italia era allo sfacelo. Da lì è nata l’idea di metter su un progetto che riprendesse tematiche forti, in grado di evidenziare le profonde lacune del sistema politico italiano. Il mio vuole essere un urlo di protesta contro la massoneria, contro lo Stato e il Vaticano. Anche se, da quando è arrivato Papa Francesco, sento che le cose sono cambiate”. A chi ti rivolgi nei tuoi brani? “All’Italia, completamente ‘da rifare’ e alle promesse dal naso lungo dei politici che seguono soltanto il proprio tornaconto personale, senza volersi rimboccare mai le maniche per risollevare la grave situazione del nostro Paese. Tutto questo, senza una proposta da parte loro, di progetti lavorativi per noi giovani, che siamo oramai disposti a tutto pur di sopravvivere”. Quali sono le parole chiave che potrebbero riassumere nei tuoi brani, il tuo vero messaggio? “Stato e Vaticano ti prendono la mano, la democrazia, un calcio in culo e via..” è una frase proprio del mio brano ‘Democrazia’. Preciso che sto usando un eufemismo, per descrivere invece una situazione molto più pesante. Ti prendono la mano… significa che sia lo Stato, sia il Vaticano ti hanno preso tutto quello che avevano da prendersi… Noi viviamo in un Paese dove la parola ‘democrazia’ è sulla bocca di tutti. Come ben si sa, in Italia, il primo di tutti che si alza la mattina fa le leggi. E poi chi è che paga? Il popolo, che dovrebbe prendere la situazione in mano e scegliere lui, da sovrano, chi deve governare”. Che ne pensi di Papa Francesco? “È una persona molto umana e incarna l’anelito di tutti i cristiani cattolici di avere una Chiesa umile, vicina, sensibile alle vicende della sofferenza e del bisogno”. Torniamo alla musica. Che ne pensi in generale della produzione della musica italiana? “Anche in quest’ambito spero che possa avvenire un cambiamento. La crisi è arrivata anche qui e nel mondo della musica forse si sente maggiormente. Non ci sono le possibilità di una volta, quando si potevano vendere moltissimi dischi, perché internet e i social network hanno preso troppo campo”. Com’è nata l’amicizia con Piero Pelù? “L’ho conosciuto nel 2003 durante un tour, tramite un referente siciliano che mi ha portato da lui esattamente l’anno in cui si era appena sciolto dai Litfiba, e da lì è nata la nostra amicizia”. Che consiglio daresti ad altri ragazzi che vogliono fare musica? “Le occasioni arrivano con la tenacia e il duro lavoro. Adagiarsi solo sul talento non è produttivo, secondo me. Bisogna studiare molto. E soprattutto rischiare. Anche se non andrà bene ci sarà sempre un’altra occasione, almeno sai di averci provato e quella è già un’opportunità che dai a te stesso”. Quali altre tematiche affronti nei testi delle tue canzoni? “C’è una canzone in particolare che io dedico alla mia ragazza che si intitola ‘Dentro la paura’, e poi un’altra che si intitola “Tra sogno e realtà”, rivolta a tutte le persone che non ci sono più e scritta per una mia amica morta in età precoce. Le mie canzoni comunque ricompongono un po’ il mosaico della mia vita”. Peppe tu sei il promotore, insieme a Piero Pelù e alla cantante Sylvia Pagni, della petizione contro l’elettrodotto Terna, attualmente in costruzione nella Valle del Mela. Come mai hai deciso di portare avanti questa battaglia? “La questione ambientale del territorio della Valle del Mela è molto grave. Ho deciso di scendere in campo sia in veste di cittadino messinese, sia come membro del Comitato contro l’elettrodotto, partecipando ai sit-in e unendomi al grido disperato di tutti gli attivisti. Ma considerato che Terna fa orecchie da mercante e visto che quest’azione sembra non andare a buon fine, ho tentato di fare un appello nazionale, unendomi alla cantante Sylvia Pagni e a Piero Pelù, che mi hanno dato l’idea di far nascere una petizione. Da qui è partito il progetto di un’azione collettiva per sensibilizzare le istituzioni al nostro grave problema ambientale”. E come è andata? “Non bene. Speravo di raggiungere un numero consistente di adesioni, ma ciò non è avvenuto a causa della troppo indifferenza delle persone o forse perché molti si sono rassegnati. Su 98 mila abitanti di 11 Comuni messinesi, solo 189 hanno firmato e una buona parte veniva da fuori la Sicilia. Attualmente la petizione è ancora in corso, ma ho deciso di revocare la conferenza stampa del 27 aprile in cui erano stati invitati tutti gli artisti italiani, proprio perché mi sono sentito lasciato solo dai miei concittadini e non ho più lo spirito di continuare. Ho fatto tanti appelli in tv e nessuno sembrava ascoltare, mentre adesso che ho revocato la conferenza stampa tutti si chiedono il motivo di tale decisione. La gente deve capire che i cosiddetti ‘Tavoli tecnici’ non risolvono nulla e che la questione ambientale della Valle del Mela, per essere conosciuta davvero, deve uscire dalla Sicilia e arrivare a Roma. Forse tutti pensano di essere nel Paese dei Balocchi, però il Paese dei Balocchi porta allegria e divertimento, non morte e sterminio”. Siamo in conclusione. Peppe, a te la parola. “Vorrei ringraziare tutta la redazione di LinkSicilia che ho avuto l’onore di conoscere e a cui ho voluto  svelare qualche retroscena del mio album, proprio alla vigilia della sua uscita. Vorrei che il mio messaggio arrivi a destinazione, nella speranza che questo periodo storico in cui stiamo toccando il fondo, possa, con le nostre idee, regalare un po’ di luce a chi ha perso le forze per andare avanti. Io sono fiducioso. E voi?”.

http://youtu.be/uhH-Emay71U

 

 

 


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Uscirà domani, 17 aprile, “democrazia” il nuovo album di peppe pagano, il cantautore e rocker siciliano, originario di pace del mela (messina), confermatosi migliore rivelazione del momento. Il suo grande temperamento e la sua voce potente hanno conquistato davvero tutti. Il disco, su etichetta smilax publishing e distribuito dalla global net, contiene 12 brani, 4 inediti e 8 riarrangiati, che non solo raccontano la rinascita artistica del solista, ma nascono come forma di denuncia al sistema affaristico, tipico della politica italiana degli ultimi anni. Linksicilia lo ha incontrato e intervistato per voi. Peppe quando è iniziata la tua passione per la musica? “scoprii l’amore per la musica quando ero piccolo, avevo 6 anni e cominciai a cantare nel coro della chiesa. Nel 1996 mi sono avvicinato a delle band musicali come i litfiba e ho iniziato a canticchiare le loro canzoni nei pianobar, ma ancora non conoscevo piero pelù”. E poi? “nel 1997 ho iniziato le mie prime esperienze canore, partecipando al festival dei nebrodi, a capo d’orlando (messina). In quell’occasione ho vinto il premio come ‘personaggio televisivo dell’anno’. Poi ho partecipato al tour regionale dell’accademia della canzone di sanremo: tappa vinta nella città di lipari (isole eolie) e finale disputata ad adrano (catania). Dopo uno stage di formazione professionale all’accademia della canzone italiana, ho partecipato alla finale nazionale di sanremo, nel 1998. Successivamente ho preso parte al festival ‘a voice for europe 2000’ e al 10° festival ‘note di primavera’ indetto dalla pro-loco di cittanova, in calabria. Domani esce il tuo album. Come mai hai scelto il titolo “democrazia”? “quando ho scritto ‘democrazia’ era il 2011, anno in cui ero appena tornato dall’argentina e mi sono accorto subito che la situazione politica in italia era allo sfacelo. Da lì è nata l’idea di metter su un progetto che riprendesse tematiche forti, in grado di evidenziare le profonde lacune del sistema politico italiano. Il mio vuole essere un urlo di protesta contro la massoneria, contro lo stato e il vaticano. Anche se, da quando è arrivato papa francesco, sento che le cose sono cambiate”. A chi ti rivolgi nei tuoi brani? “all’italia, completamente ‘da rifare’ e alle promesse dal naso lungo dei politici che seguono soltanto il proprio tornaconto personale, senza volersi rimboccare mai le maniche per risollevare la grave situazione del nostro paese. Tutto questo, senza una proposta da parte loro, di progetti lavorativi per noi giovani, che siamo oramai disposti a tutto pur di sopravvivere”. Quali sono le parole chiave che potrebbero riassumere nei tuoi brani, il tuo vero messaggio? “stato e vaticano ti prendono la mano, la democrazia, un calcio in culo e via. . ” è una frase proprio del mio brano ‘democrazia’. Preciso che sto usando un eufemismo, per descrivere invece una situazione molto più pesante. Ti prendono la mano

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Uscirà domani, 17 aprile, “democrazia” il nuovo album di peppe pagano, il cantautore e rocker siciliano, originario di pace del mela (messina), confermatosi migliore rivelazione del momento. Il suo grande temperamento e la sua voce potente hanno conquistato davvero tutti. Il disco, su etichetta smilax publishing e distribuito dalla global net, contiene 12 brani, 4 inediti e 8 riarrangiati, che non solo raccontano la rinascita artistica del solista, ma nascono come forma di denuncia al sistema affaristico, tipico della politica italiana degli ultimi anni. Linksicilia lo ha incontrato e intervistato per voi. Peppe quando è iniziata la tua passione per la musica? “scoprii l’amore per la musica quando ero piccolo, avevo 6 anni e cominciai a cantare nel coro della chiesa. Nel 1996 mi sono avvicinato a delle band musicali come i litfiba e ho iniziato a canticchiare le loro canzoni nei pianobar, ma ancora non conoscevo piero pelù”. E poi? “nel 1997 ho iniziato le mie prime esperienze canore, partecipando al festival dei nebrodi, a capo d’orlando (messina). In quell’occasione ho vinto il premio come ‘personaggio televisivo dell’anno’. Poi ho partecipato al tour regionale dell’accademia della canzone di sanremo: tappa vinta nella città di lipari (isole eolie) e finale disputata ad adrano (catania). Dopo uno stage di formazione professionale all’accademia della canzone italiana, ho partecipato alla finale nazionale di sanremo, nel 1998. Successivamente ho preso parte al festival ‘a voice for europe 2000’ e al 10° festival ‘note di primavera’ indetto dalla pro-loco di cittanova, in calabria. Domani esce il tuo album. Come mai hai scelto il titolo “democrazia”? “quando ho scritto ‘democrazia’ era il 2011, anno in cui ero appena tornato dall’argentina e mi sono accorto subito che la situazione politica in italia era allo sfacelo. Da lì è nata l’idea di metter su un progetto che riprendesse tematiche forti, in grado di evidenziare le profonde lacune del sistema politico italiano. Il mio vuole essere un urlo di protesta contro la massoneria, contro lo stato e il vaticano. Anche se, da quando è arrivato papa francesco, sento che le cose sono cambiate”. A chi ti rivolgi nei tuoi brani? “all’italia, completamente ‘da rifare’ e alle promesse dal naso lungo dei politici che seguono soltanto il proprio tornaconto personale, senza volersi rimboccare mai le maniche per risollevare la grave situazione del nostro paese. Tutto questo, senza una proposta da parte loro, di progetti lavorativi per noi giovani, che siamo oramai disposti a tutto pur di sopravvivere”. Quali sono le parole chiave che potrebbero riassumere nei tuoi brani, il tuo vero messaggio? “stato e vaticano ti prendono la mano, la democrazia, un calcio in culo e via. . ” è una frase proprio del mio brano ‘democrazia’. Preciso che sto usando un eufemismo, per descrivere invece una situazione molto più pesante. Ti prendono la mano

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