Pedofilia, abbonamenti per ricevere foto e video Don Di Noto segnala 131 portali sparsi nel mondo

Abbonamenti, sia giornalieri che annuali, per vedere bambini compiere atti sessuali. È quanto scoperto da Meter, l’associazione di don Fortunato Di Noto che combatte la pedopornografia e la pedofilia. La denuncia, l’ennesima nel giro di pochi mesi, riguarda uno dei 131 portali segnalati dalla onlus alla polizia postale di Catania. Il sito offriva l’opportunità di sottoscrivere un vero e proprio abbonamento – con una spesa che oscillava dai tre ai trecento euro – per ricevere sulla casella mail o direttamente sul proprio telefonino foto e video pedopornografici. 

I portali – contenenti migliaia di immagini in cui sono ritratti sia neonati che ragazzini di 13 anni – sono ospitati da server che risiedono in diverse nazioni, tra cui Stati Uniti, Russia, Repubblica Ceca e Nuova Zelanda. In alcuni casi, inoltre, a essere ripresi dagli obiettivi sarebbero anche gli abusatori, sia uomini che donne. «È inarrestabile e criminale il fenomeno della pedopornografia. Migliaia i bambini coinvolti. Impressiona molto il silenzio e la non reazione sociale e istituzionale», dichiara don Fortunato Di Noto.

Già a metà gennaio, Meter aveva denunciato altri casi simili. Come quello del bambino chiuso in gabbia o dei minori costretti a fare sesso con animali, trovati all’interno un vero e proprio archivio dedicato alla pedopornografia, intitolato Enfermedades Gore Lord e caricato su un server della Nuova Zelanda. In quell’occasione era stata segnalata anche la presenza della Biblia Negra, testo esoterico considerato di riferimento nel mondo del satanismo. Un’altra segnalazione ha riguardato, invece, lo stupro di bambine e ragazzine all’interno di camere d’albergo. In seguito a quelle denunce, il presidente di Meter è stato coinvolto anche in uno spiacevole equivoco: sulla pagina Facebook del quotidiano Il Messaggero alcuni lettori scambiarono il prete – che compariva nell’immagine a corredo dell’articolo – come responsabile di pedofilia. Il fraintendimento diede il la a una sfilza di insulti contro don Di Noto


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