Più passano le ore, più si chiariscono i contorni dei risultati dei ballottaggi. Due i dati politici forti che emergono: la sconfitta secca del centrodestra dellisola e un messaggio, altrettanto forte e chiaro, degli elettori siciliani di centrosinistra, che non ne vogliono più sapere del trasformismo di rosario crocetta e degli ormai sputtanati vertici del pd siciliano.
Pd siciliano: la base mette in mora la vecchia guardia
Più passano le ore, più si chiariscono i contorni dei risultati dei ballottaggi. Due i dati politici forti che emergono: la sconfitta secca del centrodestra dellIsola e un messaggio, altrettanto forte e chiaro, degli elettori siciliani di centrosinistra, che non ne vogliono più sapere del trasformismo di Rosario Crocetta e degli ormai sputtanati vertici del Pd siciliano.
I casi di Ragusa e di Messina sono emblematici: in questi due Comuni la base del centrosinistra siciliano – con riferimento al Pd ma, per certi versi, anche alla base del Megafono, il Movimento del presidente della Regione – si è ribellata agli ordini e ha votato compatta contro i candidati del Pd e del Megafono, sia a Ragusa, sia a Messina.
A Siracusa non cera un candidato alternativo a Pd e Megafono. Qui la base del centrosinistra ha disertato in massa le urne. Non hanno votato per dignità il candidato del centrodestra, Paolo Reale. Ma non hanno sostenuto nemmeno Giancarlo Garozzo. Se questultimo ha vinto ed è Sindaco (con una bassa percentuale di elettori che si è recata alle urne) è perché Pd e Megafono hanno chiesto aiuto (e i voti) del parlamentare regionale, già cuffariano, Pippo Gianni.
Nulla contro Garozzo che, se lo vorrà, potrà dissociarsi dai disastri economici, ambientali e politici che il Pd ha provocato a Siracusa e in provincia, segnando la discontinuità con i vari Bruno Marziano di turno e le varie Cgil industria liste di questa provincia.
Lo scenario è chiaro: nel Pd siciliano potrebbe essere iniziata la rivoluzione dei Centofiori. Unoperazione che potrebbe essere molto più profonda di quanto appare oggi. Una svolta politica per mandare a casa, si spera definitivamente, tutta la vecchia guardia trasformista e inciucista di questo Partito: da Giuseppe Lumia a Rosario Crocetta, dal segretario regionale, Giuseppe Lupo, a tutti i settori della Cisl più compromessi con la vecchia politica siciliana, da Antonello Cracolici ad Angelo Capodicasa, dallala industrialista del Pd di Siracusa (compresa la disastrosa e ultra-industrialista Cgil di questa provincia) alle clientele di Francantonio Genovese a Messina e via continuando con tutto il mciarpame di una sinistra siciliana collusa con la vecchia Sicilia.
Ovviamente, il vecchio di questo Partito proverà a difendersi. Lumia, Crocetta, Capodicasa, Genovese e tutto il peggio di questo Partito cercheranno di resistere. Anche perché, bene o male, hanno nelle mani la Regione: una Regione fallita politicamente prima che finanziariamente, ma pur sempre roccaforte di potere da dove dispensare, più che favori, promesse di improbabili favori.
Non è detto che chi, oggi, sta provando a cambiare il Pd siciliano debba vincere. L’importante è che questi dirigenti, espressione della base, ci stiano provando. Magari dialogando con il Movimento 5 Stelle, che in Sicilia esprime un cambiamento fatto di atti parlamentari seri, con 14 parlamentari che, a Sala d’Ercole, hanno portato un vento di novità.
Questo passaggio politico ed elettorale ha chiarito molte cose. Ha chiarito, ad esempio, che il Megafono di Crocetta non è un movimento politico portatore di novità: al contrario, è un contenitore politico nato per ingannare gli elettori di sinistra che vogliono un reale cambiamento della Sicilia.
La stessa alleanza con i grillini, che Crocetta portava avanti ad inizio legislatura, era stata pensata per coinvolgere questo giovane Movimento politico nelle vecchie logiche della politica-politicante. L’importante è che i grillini siciliani si siano accorti dell’imbroglio politico di Crocetta e Lumia e abbiano preso le distanze da questi due personaggi che somigliano tanto al gatto e alla volpe di Pinocchio (personaggio dal quale Crocetta prende molti spinti, soprattutto quando racconta bugie, come le ultime su Battiato).
La lotta, adesso – tornando al Pd siciliano – si trasferirà nei congressi provinciali e nel congresso regionale di questo Partito. Laugurio è che il cambiamento iniziato a Ragusa e a Messina possa restituire alla Sicilia una sinistra vera, lontana dalle clientele di Crocetta e del suo Megafono, contenitore usa & getta del senatore Giuseppe Lumia: lontana da una Regione di Azzeccagarbugli che imbrogliano le carte negli uffici della Regione: lontana dagli appalti truffaldini: lontana dalla gestione privata dellacqua: lontana dalle connivenze con i fautori del Muos di Niscemi: insomma una sinistra molto diversa dal trasformismo della Giunta Crocetta-Lumia.
Ballottaggi, tutti i risultati
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