Con 75 voti a favore e 14 contrari Anthony Barbagallo, segretario regionale del Partito Democratico, ha incassato il favore dei democratici riuniti a Palermo a conclusione di un confronto fatto di interventi e repliche che hanno portato la direzione ad approvare la sua relazione. Barbagallo ha analizzato a tutto tondo l’andamento della doppia campagna elettorale in Sicilia e i relativi risultati ottenuti alle urne. Sarà lui, così, a traghettare il partito verso il congresso che servirà a fare i conti interni. Situazione che era stata in parte anticipata dalle richieste avanzate dal deputato PD all’Assemblea Regionale Siciliana, Antonello Cracolici, di agganciare la fase congressuale siciliana a quella nazionale. Richiesta che risulta parallela alla convocazione di un congresso regionale entro il 2022 voluta da Giuseppe Lupo, Carmelo Miceli, Antonio Rubino, Teresa Piccione, Rino La Placa, Fausto Raciti e Teodoro La Monica.
Da parte sua, Anthony Barbagallo non si era nascosto davanti alle richieste di dimissioni e chiarimenti, già all’indomani del voto del 25 settembre, convocando una conferenza stampa nella saletta catanese dell’ARS. «Riconosciamo la vittoria del centrodestra – questa la posizione di Barbagallo – ma che deve fornire una visione chiara di come è avvenuta la costruzione di questo consenso. L’aria che si è respirata è stata pesante, nelle clientele, nei rifiuti, nella Sanità, nei voti cercati con le promesse di posti di lavoro». Ma guardando strettamente al risultato, inevitabile è stato il riferimento al tradimento ad opera del Movimento 5 Stelle. «Insieme – continua – avremmo raccontato un’altra realtà. Nonostante ciò il Partito Democratico ha ottenuto undici deputati eletti al Parlamento regionale, segnando anche un rinnovamento nei soggetti. A livello nazionale in Sicilia il PD ha eletto due senatori e quattro deputati; un numero di parlamentari uguale a quello del 2018 ma con un terzo di seggi in meno» a causa del taglio.
«Abbiamo il compito – prosegue – di costruire un’alternativa alle destre secondo una proposta che presenti persone competenti e giovani». E a tal proposito, Barbagallo ha respinto le accuse di avere pensato solo al proprio destino. «Ciò che ho fatto – sottolinea – non è stato per sfogo personalistico o esibizione. Il mio è stato un esclusivo servizio al partito. Non conta il mio destino personale ma quello della squadra del Partito Democratico».
In vista delle prossime elezioni amministrative, poi, precisa: «Il voto su Catania arriva in un momento difficile. Si erediterà un disastro, sotto gli occhi di tutti. Bisogna avere una visione nuova della città che è stata devastata in questi anni. Ma dobbiamo avere una consapevolezza: se vogliamo essere competitivi, dobbiamo essere inclusivi».
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