Il responsabile dell'organizzazione dei dem commenta le richieste formulate dopo l'incontro a cui hanno partecipato circa cento persone tra segretari di circoli, amministratori ed ex parlamentari. La promessa è quella di ragionare in maniera inclusiva da lunedì. Anche se per le Politiche non è detto che tutti entrino in gioco
Pd, gli ex deputati chiedono coinvolgimento nelle liste Rubino: «Idee buone, ma aspettiamo segnali da Roma»
Andare avanti a piccoli passi per non fare errori letali che potrebbero consegnare il Partito democratico a un‘altra sonora sconfitta alle Politiche del 4 marzo. C’è aria di ripresa tra i dem in Sicilia. Niente polemiche, attacchi strumentali tra correnti o rivendicazioni di poltrone, che ora, stando all’opposizione, non ci sono più. Si tenta di riprendere le redini del consenso, giocando le carte una alla volta e con un ragionamento che coinvolge tutti per arrivare a definire i candidati nei collegi uninominali e selezionare con cura i capilista nel proporzionale.
Sostanzialmente questo hanno chiesto ieri, in un’assemblea autoconvocata nella sede del Pd in via Bentivegna, alcuni ex deputati regionali, tra i quali Giovanni Panepinto, Pippo Di Giacomo, Lillo Speziale, Mario Alloro. Con loro un centinaio di segretari di circoli e di federazioni, amministratori e iscritti. In un documento sottoscritto all’unanimità hanno proposto un ragionamento al di sopra di ogni polemica, ma soprattutto hanno chiesto di poter contare, di sedersi al tavolo al momento della selezione dei candidati per dare un peso che sia il più possibile territoriale alle liste, anche se alle elezioni nazionali pesano gli accordi di coalizione e con l’ampliamento dei collegi questa ipotesi potrebbe essere molto ardua. «Dal dibattito è emersa la consapevolezza che la riunione sia stata rappresentativa di una parte del partito con tutte, nessuna esclusa, le aree politiche – dice il documento – e ancora che non c’è nessuna pretesa di rivincite, ma il timore che l’assenza di partecipazione alla costruzione delle liste porti al disimpegno dei militanti. La discutibile stagione di governo della Regione appena conclusa e la pesante sconfitta alle elezioni regionali con una conduzione della fase preelettorale oligarchica senza il coinvolgimento democratico dei territori – si legge in un passaggio – determinerà la definitiva marginalizzazione del partito e la perdita di identità».
Il documento chiede al segretario regionale Fausto Raciti, fino ad oggi ancora all’estero in vacanza, ma di ritorno lunedì, di convocare gli organismi per ribadire il diritto della Sicilia a scegliere nelle forme democratiche i propri rappresentati. Alle istanze delle federazioni provinciali ha risposto Antonio Rubino, responsabile dell’organizzazione del partito. «Vediamo con favore i toni propositivi e non di contrapposizione e condividiamo le istanze rappresentate. Convocheremo il primo incontro regionale subito dopo l’Epifania, da lunedì saremo al lavoro sulle liste. Di certo costruiremo le condizioni per una campagna elettorale il più possibile condivisa. Se si fa un ragionamento fra quattro amici, si rischia di perdere tutto». Sulla possibilità di concordare sul territorio le presenze nelle liste Rubino ha però affermato: «Bisogna capire quali saranno le indicazioni dalla segreteria di Roma: se chiederà alla Sicilia liste già pronte da ratificare oppure se tutto passa da un accordo più complesso. Lunedì sarà il giorno in cui cominceremo a capire in che termini il Pd siciliano dovrà partecipare alle liste per le nazionali». Quel che e certo è che, come vuole la tradizione fin dai tempi del Pds, sarà Roma a decidere. In corsa potrebbe esservi lo stesso Rubino, mentre non è detto che gli ex parlamentari regionali siano tutti ricandidati.