Un post dell'ex primo cittadino Fasulo conferma le indiscrezioni. Sotto accusa il dialogo tra parte dei democratici - che hanno invitato il sindaco grillino a una loro riunione - e la giunta comunale. Messinese smentisce, ma non convince i suoi consiglieri. E in Sicilia adesso sono attesi i big del Movimento
Pd e M5s, a Gela prove di governo insieme? Tra accuse di inciuci, smentite e rese dei conti
Stanno tutti bene è un film di Giuseppe Tornatore, con un notevole remake e un altrettanto bravo Robert De Niro, in cui si racconta la storia di un padre che va a trovare i figli e scopre che, dietro le promesse e le finzioni dei propri cari, si nascondono fallimenti e delusioni. Una trama attualmente che a Gela si può cucire sia al Movimento cinque stelle che al Partito democratico. Non sono passati neanche sei mesi dalle elezioni ed entrambi i partiti si ritrovano lacerati e divisi. Ben diverse erano le prospettive, sia per i grillini che erano riusciti a scardinare vent’anni di giunte di centrosinistra e sognavano nuovi percorsi, sia per i democratici che avevano sì perso, ma avrebbero potuto ricompattarsi all’opposizione.
Non solo. Mentre a livello regionale e nazionale, i due schieramenti se le danno di santa ragione, a Gela la giunta a Cinque stelle – scaricata dai propri consiglieri che chiedono la testa degli assessori non grillini – prova a dialogare con una parte del Partito Democratico. Anzi ci sarebbero prove tecniche di «stampelle», almeno secondo la denuncia di Angelo Fasulo. In un post su Facebook, l’ex sindaco democratico conferma le voci di un possibile inciucio. «Sento che a Gela – scrive – una parte del Pd e altri pensatori del consiglio comunale sono pronti a fare di più, concludere un accordo con Messinese e per lui con Siciliano per gestire Gela. La cosa è certa, già definita, ma io da adesso dichiaro la mia contrarietà e credo di poter dire la contrarietà della parte buona della città. Quando la realtà supera la fantasia».
Secondo i rumors che si rincorrono da tempo e che ora cominciano a trovare delle conferme, Messinese starebbe pensando a un governo di salute pubblica: fuori i tre assessori espressione di quello che un tempo era un unico meetup e dentro una frangia del Pd. Sui social si sono affrettati a smentire, parlando di «scenari da fantapolitica», sia Emanuele Ferrara, portavoce del sindaco, sia l’assessore alla Pianificazione urbanistica Francesco Salinitro. Questa mattina poi lo stesso sindaco ha sentito la necessità di spegnere le polemiche. «Dopo troppe partite perse – si legge nel comunicato inoltrato alla stampa, con chiaro riferimento a Fasulo – è prevedibile che un giocatore di poker possa rilanciare per bluff ma non è questo il modo per accreditare se stessi o la propria corrente ad un congresso cittadino. Chiedere collaborazione a tutte le forze politiche del consiglio comunale non è segno di debolezza».
Dichiarazione che però non convince Virginia Farruggia, consigliera grillina finora molto critica nei confronti della giunta. «Ma che smentita è mai questa? – afferma – Ci aspettavamo una presa di posizione più incisiva, all’insegna del “mai col Pd”. Anche noi siamo caduti dal pero quando abbiamo saputo degli scenari disegnati da Fasulo. Domani incontreremo l’amministrazione, con la supervisione di elementi del direttivo regionale e nazionale». Pare confermata, tra gli altri, la presenza del nisseno Giancarlo Cancelleri al quale la vittoria gelese rischia di ritorcersi contro. La resa dei conti, insomma, non è più rinviabile se si vuol davvero governare.
Sempre a Meridionews, intanto, l’ex sindaco non arretra. «Le risposte finora giunte – dice Fasulo – confermano le mie sensazioni. È un fatto che Messinese sia stato invitato alla scorsa riunione del Pd. Ma un sindaco si invita al massimo al congresso, non a una riunione come un’altra. Quel che registro è che una parte del mio partito e degli altri minori preferiscono lasciare una coalizione di maggioranza (l’opposizione ha la maggioranza in consiglio comunale a Gela ndr)». È notizia di ieri, poi, che i consiglieri grillini hanno cambiato già il capogruppo: non più Sara Cavallo, vicina al sindaco, ma Enzo Giudice che da tempo si è contraddistinto per il tentativo di mediazione tra le parti.
Se nel M5s si parla di dissidenti, il Pd usa il termine «correnti». Ma in fondo i problemi sono più simili di quanto non appaia. «Al momento ci sono due capigruppo e due vicecapigruppo in consiglio – nota l’ex sindaco -. La mia stessa sconfitta elettorale è figlia di un Pd non coeso. Nel partito regionale e nazionale sono entrati interi partiti, qui invece si bloccano due nuovi ingressi che vengono dalla società civile (i consiglieri Malluzzo e Panebianco, eletti con una lista che faceva riferimento allo stesso Fasulo ndr). Gela necessita di attenzioni regionali e nazionali. Al momento il provinciale ha rimandato ai probiviri, come se fosse una questione disciplinare e non politica».