Dopo i dubbi sollevati già la settimana scorsa dalla segreteria catanese del Partito democratico, alla fine, il tesseramento nei gazebo è stato ufficialmente bloccato dal livello regionale in accordo con il nazionale. Con una nota interna infatti, il segretario Fausto Raciti ha sospeso il tutto alle 11 di questa mattina, creando un vero e proprio caos all’interno dei dem. E alimentando il fuoco dell’ormai celebre lotta tra l’area rappresentata dagli outsider Luca Sammartino e Valeria Sudano e le altre storiche fazioni. A far scattare il provvedimento l’affluenza record nei gazebo verificatasi sin dalle prime ore della mattinata e che, a quanto pare, potrebbe essere stata valutata come sospetta. «La quantità delle persone che è venuta per iscriversi è stata incredibile – racconta Adele Palazzo, segretaria del circolo Centro storico – Un fatto molto strano che ci lascia perplessi, soprattutto nella provincia dove al referendum costituzionale ha vinto il No».
L’esponente del Pd spiega che già nelle prime ore della mattinata, nel suo banchetto, le tessere a disposizione sono terminate. Racconta inoltre di alcuni fatti a suo dire insoliti, avvenuti durante la giornata. Che farebbero pensare a una forma di controllo da parte di alcuni militanti su altri: «Mi dicono che nella sezione della terza municipalità c’erano professionisti che si arrampicavano sulla finestra per fotografare un giovane che trascriveva le tessere. Un fatto increscioso». Palazzo racconta inoltre di essere stata ripresa di nascosto dal cellulare di un suo collega, lì con lei per aiutarla nelle procedure, che «è legato a Sammartino e Sudano», aggiunge. «Quest’anno ho fatto dieci giornate di tesseramento al circolo, oltre alle persone che sono venute a rinnovare, e sommandole non ho avuto la stessa partecipazione di oggi. Un dato che – conclude – è unico per Catania rispetto al resto d’Italia».
L’esperienza viene bollata come pessima anche da Valeria Sudano che, attraverso un post sul suo profilo Facebook, chiede le dimissioni del segretario organizzativo della federazione di Catania, Francesco Laudani. In una nota, insieme al collega Sammartino, si spinge oltre e attacca duramente chi ha preso la decisione dello stop. «Baroni, notabili e signori delle tessere sono letteralmente scappati col pallone – scrivono i due deputati regionali – Il Pd catanese ha perso. Ha perso una occasione per tornare nelle piazze, fra la gente. Ieri e oggi a Catania ha perso la politica vera». La decisione viene detta addirittura «antidemocratica» e aggiungono: «Il partito a Catania vuole restare chiuso nelle stanze del suo presunto potere comodo e rilassato al calduccio». Di tutta risposta, sempre sui social, il segretario della Cgil Giacomo Rota afferma in modo neanche tanto sottile: «A Catania non solo si sono esaurite circa seimila tessere ma si ricorre al discutibile sistema di fotocopiarle per soddisfare la richiesta del nuovo che avanza». E aggiunge caustico: «Andiamo avanti unitariamente e buona raccolta differenziata a tutti».
A provare a calmare gli animi in questo clima di tensione è il segretario provinciale Enzo Napoli che parla di problemi tecnici e invita a evitare scontri. «Purtroppo quando si attiva la macchina del tesseramento in vista del congresso c’è una corsa a iscriversi in parte spontanea e in parte organizzata dalla varie aree politiche – dichiara Napoli a MeridioNews – A un certo punto si sono verificati dei problemi, alcune tessere sono finite, si era ragionato su fare delle fotocopie dei tagliandi delle tessere, ma si è capito che sarebbe stato problematico». «Tutto questo avrebbe innescato polemiche. E abbiamo deciso di chiudere. Le responsabilità – aggiunge – sono equamente distribuite ed è chiaro che c’è uno scontro interno». E sulla richiesta di dimissioni per Laudani conclude: «Il responsabile organizzativo ha lavorato con grande abnegazione insieme a me quindi non ha assolutamente alcuna responsabilità in tutto questo».
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