Niente certificati di collaudo né antincendio, infiltrazioni d'acqua, impossibilità di realizzare i progetti per nuove costruzioni: sono i problemi con i quali devono fare i conti gli istituti scolastici paternesi. In cui non è possibile pianificare interventi per via della cronica mancanza di disponibilità economiche del Comune
Paternò, «situazione critica» nelle scuole comunali Il dirigente: «Strutture vecchie, meglio abbatterle»
Lascia molto a desiderare lo stato di salute degli edifici scolastici che ricadono nel territorio di Paternò: strutture dove non è possibile intervenire per mancanza di soldi e dove non è possibile rilasciare certificati di collaudo, né certificato antincendio. Ed è la stessa cronica mancanza di disponibilità economiche che impedisce di accedere ai finanziamenti destinati alla realizzazione di nuove strutture: non ci sono fondi per assegnare gli incarichi esterni ai professionisti che devono realizzare i progetti definitivi necessari per l’arrivo delle somme assegnate. A testimoniare questo stato di cose una nota del responsabile dei Lavori pubblici del Comune, Eugenio Ciancio, che ha affidato le sue riflessioni ai componenti della commissione Pubblica istruzione. A uscirne è un lungo elenco di problemi legati alle scuole paternesi.
Criticità si registrano nella copertura dell’istituto comprensivo Don Milani, dove non è possibile «l’allaccio del fotovoltaico e il certificato di prevenzione incendi è scaduto: in assenza di bilancio non è possibile prenotare alcun impegno di spesa». Discorso simile vale per l’edificio di viale Kennedy dove trovava collocazione la scuola Virgillito, adesso accorpata con la Don Milani. Nell’immobile sono in corso i lavori di rifacimento di una parte della copertura per un ammontare di 600mila euro, motivo per il quale la scuola è inibita nelle aree dove è operativo il cantiere. Tuttavia è stato chiesto dal Comune «un secondo finanziamento da 800mila euro per completare gli interventi sul tetto. La Regione Sicilia ha chiesto l’elaborazione di un progetto esecutivo, il cui costo si aggira sui 20mila euro». In mancanza del progetto non verrà emesso il decreto di finanziamento. Ma in assenza del bilancio non è possibile prenotare alcun impegno di spesa. Un cane che si morde la coda.
Criticità al primo circolo Lombardo Radice, dove sono in corso i doppi turni per almeno 15 giorni e che finiranno il prossimo lunedì: da registrare «infiltrazioni d’acqua al primo piano e alla palestra» oltre che «certificato prevenzione incendi scaduto». Anche in questo caso, il responsabile dei Lavori pubblici evidenzia una «situazione critica», impossibile da sanare senza investimenti. Sembrano essere stati risolti, invece, i problemi al primo piano della succursale della Lombardo Radice in via Degli studi. Il primo piano sarà fruibile a partire dal 26 settembre, dopo che – come sottolineato dal sindaco paternese Mauro Mangano – «in un anno è stato rifatto il tetto, installato un impianto di riscaldamento con pompe di calore, eliminando le vecchie caldaie, montato l’illuminazione a led e un impianto fotovoltaico. Tra poco sarà completo definitivamente l’impianto antincendio. Oggi la scuola è sicura e quindi possiamo farla utilizzare dai bambini serenamente».
Non va meglio alla scuola Falconieri in uso all’istituto comprensivo G. Marconi: se entro il 31 ottobre la scuola non sarà operativa, i soldi per un intervento realizzato con un finanziamento del Pon Scuola dovranno essere restituiti all’ente erogatore. Anche lì, doppi turni per l’assenza della documentazione antincendio. All’asilo nido di via Messina, invece, i lavori di realizzazione sono partiti ma sono rimasti fermi: nel progetto definitivo c’era un errore nel calcolo del prezzo del materiale. Nanni Saccone, responsabile comunale della sicurezza nelle scuole, si dice preoccupato: «Ogni edificio presenta degli aspetti da ponderare – sostiene – Dal punto di vista della prevenzione è opportuno eseguire un aggiornamento e una proiezione sugli adempimenti da fare. Alla luce degli obblighi normativi che lo Stato impone per tutelare non solo il patrimonio comunale, ma soprattutto la salute dei cittadini». Per Eugenio Ciancio, dirigente del settore Lavori pubblici, «l’edilizia scolastica in città è vetusta: molte volte sarebbe il caso di abbattere un edificio e rifarlo ex novo, anziché affidarsi ad interventi tampone».