Portati via centinaia di metri di tubature che erano collegate all'impianto di riscaldamento. Il furto è soltanto l'ultimo di una serie di saccheggi che già avevano interessato la scuola nelle scorse settimane. Per risolvere la situazione affidata la vigilanza a un'agenzia privata. In ballo anche un progetto del Comune
Paternò, razzia di tubi in rame alla Don Milani Scuola smentisce avvio lezioni con doppi turni
Ladri in azione all’interno del plesso scolastico di viale Kennedy, sede distaccata dell’istituto comprensivo Don Milani di Paternò, dove ignoti hanno portato via diverse centinaia di metri di tubature in rame, collegate all’impianto di riscaldamento, presenti in tutto l’edificio. Il furto perpetrato in questi giorni ha permesso, di fatto, di completare i lavori di saccheggio iniziati qualche settimana addietro.
La scuola dallo scorso febbraio è stata interdetta dal dirigente Carmelo Santagati, in quanto non sarebbe garantita la sicurezza, vista l’assenza della necessaria certificazione in tema di impiantistica. Per tale ragione oltre 500 studenti furono ricollocati in diverse strutture pubbliche e private della città.
A scoprire l’accaduto gli operai della ditta che stanno effettuando i lavori di rifacimento e riqualificazione dell’ impianto elettrico nei primi due settori della scuola; in questo modo l’istituto comprensivo Don Milani potrà usufruire per l’inizio del prossimo anno scolastico di 10 aule, pronte ad ospitare gli studenti. Il furto delle tubature in rame avrebbe provocato un danno da circa 30mila euro.
Per fare fronte a questa emergenza l’amministrazione comunale si sta muovendo su due direttive: in primis è stata affidato a un istituto di vigilanza privata il controllo della scuola, in modo tale da evitare ulteriori saccheggi; in secondo luogo la giunta comunale ha approvato, con estrema urgenza, il finanziamento di un progetto da 150mila euro per sistemare dieci aule, che dovrebbero essere operative solo a metà ottobre. Si prevede, pertanto, un inizio di anno scolastico coi doppi turni per gli studenti. Un’ipotesi che però viene smentita seccamente dall’ufficio scolastico dell’istituto.