L'azienda, parte del gruppo Gpi, si occupa della gestione dei servizi sanitari per la Regione Lombardia e dà lavoro a oltre mille persone in sette Comuni della provincia di Catania. Da ieri, di fronte alla sede di via Vittorio Emanuele, c'è chi protesta
Paternò, protesta lavoratori di Lombardia contact «Col nuovo contratto, peggiori condizioni salariali»
Oltre mille impiegati tra Paternò, Belpasso, Biancavilla, Santa Maria di Licodia, Adrano, Ragalna e Motta Sant’Anastasia. Sono questi i numeri della Lombardia contact srl, azienda del gruppo Gpi, call center che si occupa della gestione dei servizi sanitari per la Regione Lombardia. L’azienda ha sede in via Vittorio Emanuele, a Paternò, e da ieri deve fare i conti con lo sciopero – proclamato dal sindacato Snalv – di una sessantina di dipendenti. Alla base della protesta dei lavoratori (alla quale hanno aderito anche gli iscritti alla Cisl) c’è il cambiamento del contratto adottato dalla proprietà dell’azienda, che da terziario è passato a multiservizi. In particolare, il sindacato autonomo ha evidenziato che col nuovo contratto sarebbero peggiorate le condizioni salariali dei lavoratori a tempo indeterminato.
«È stato sottoscritto un accordo con alcune organizzazioni sindacali, ma non con tutte – dice a MeridioNews Antonino Santonocito, segretario regionale dello Snalv – Riteniamo il cambio di contratto penalizzante per i lavoratori. Abbiamo chiesto dei chiarimenti, ma non ci è stata data alcuna informazione». Secondo il sindacalista, si stimano in circa 268 gli euro in meno, ogni mese, nella busta paga dei lavoratori a tempo indeterminato, a cui si sommeranno il blocco degli avanzamenti di carriera, quelli pensionistici e gli scatti di anzianità. «Il tutto è stato fatto senza concertazione con chi rappresenta i lavoratori», conclude Santonocito.
Di tutt’altro avviso è invece Davide Foti, segretario generale della Filcams Cgil di Catania, sigla sindacale che assieme a Uil, Ugl e Cse ha sottoscritto l’intesa con la proprietà. «L’accordo raggiunto è il risultato di due mesi di dialogo con l’azienda, al fine di trovare la giusta soluzione con i lavoratori – dichiara Foti – In primis, gli assunti a tempo indeterminato col contratto multiservizi non subiranno variazioni. Le 183 unità a tempo determinato, invece, saranno assunte a tempo indeterminato. Avranno, però, una piccola decurtazione nello stipendio».