La presidente del Consiglio comunale, eletta nella maggioranza che ha eletto l'attuale primo cittadino, critica l'operato dell'amministrazione e si pone come alternativa. «Deve dimettersi», commenta il suo vice, compagno di partito di Mauro Mangano. Ma i democratici sono spaccati
Paternò, il sindaco e gli avversari in consiglio Bottino: «Mangano ha fallito, mi candido io»
L’operazione Bottino Sindaca è appena iniziata. E, nel giorno in cui viene lanciata, già fa discutere i vertici del Partito democratico paternese. Il progetto ha come obiettivo proporre l’attuale presidente del Consiglio comunale di Paternò, la 43enne Laura Bottino, come prossima candidata sindaca alle elezioni comunali, nella primavera del 2017. Con un anno di anticipo sulla tabella di marcia, Bottino scende in campo. Con l’obiettivo di contrapporsi all’attuale primo cittadino, Mauro Mangano. Eletta nella maggioranza che lo aveva portato al governo, se ne era staccata quasi un anno fa. E adesso vorrebbe raccogliere intorno a sé le forze politiche moderate e i componenti del centrosinistra delusi dall’amministrazione comunale.
Alla conferenza stampa tenuta nel suo ufficio, a palazzo Alessi, Bottino esprime il suo punto di vista: «Vogliamo fare il punto della situazione di questa città – sostiene – Non faccio nulla di nuovo, semplicemente continuo ad analizzare la realtà politica e amministrativa iniziata a suo tempo. Registrando il fallimento degli obiettivi che ci eravamo prefissati e per i quali mi ero impegnata». E poi traccia le intenzioni per il futuro: «Vogliamo costruire un progetto che porti al cambiamento e che sia alternativo a questa amministrazione e pure quei vecchi politici che ricercano interessi vari».
Sulle possibili alleanze Bottino pare chiudere a qualsiasi dialogo con i partiti, in particolare con Ncd e Pd: «Vogliamo condividere il nostro progetto con i cittadini, con le associazioni, con quei soggetti politici – e specifica – non partiti, che vogliono dare un contributo concreto al cambiamento della città». I consiglieri Giancarlo Ciatto (ex Pd) e Guerrina Buttò (Ncd), tra promotori – un anno fa – di una mozione di sfiducia per Mangano, avrebbero già dato un assenso di massima. Come pure i giovani militanti o simpatizzanti dell’Ncd. «Il governo Mangano è stato fallimentare soprattutto per due aspetti – ha concluso la presidente – Non ha dialogato con alleati e cittadini e poi ha dimostrato l’incapacità di rinnovare la burocrazia».
Dichiarazioni, quelle di Bottino, che hanno causato qualche malumore all’interno del Partito democratico. Al quale lei stessa, eletta con una lista civica, aveva aderito poco più di un anno fa. commentare le parole di Bottino è stato Nino Calabrò, vice presidente del Consiglio e capogruppo Pd, che ne chiede le dimissioni dall’incarico di presidenza. Di diverso avviso è, invece, Filippo Sambataro, segretario comunale del Pd. Per lui, il nuovo soggetto politico potrebbe essere «catalizzatore di forze sociali che fanno riferimento a lei e che potrebbe essere leader di un progetto civico. La sua chiusura verso il Partito democratico – conclude il segretario – è tutta da interpretare».