Guadagnano importi che arrivano massimo a 800 euro e in tanti rischiano di non accumulare le ore necessarie per accedere alla previdenza. Ecco perché hanno deciso di radunarsi nella stanza del primo cittadino Mauro Mangano. «In passato potevamo essere inquadrati a tempo pieno», lamentano
Paternò, gli ex precari in assemblea dal sindaco «Dubbi pensioni e stipendi vicini a soglia povertà»
Da 12 anni vivono con stipendi che variano tra i 600 e gli 800 euro e si dicono stanchi delle promesse non mantenute. Si tratta di 47 ex precari della pubblica amministrazione del Comune di Paternò che si sono autoconvocati all’interno della stanza del sindaco Mauro Mangano, al quinto piano del palazzo di città di zona Ardizzone. I lavoratori hanno dato vita a un’assemblea particolare della quale, a quanto pare, non era stata informata l’amministrazione locale. L’obiettivo dichiarato dei dipendenti dell’ente è quello di avere un faccia a faccia con il primo cittadino per conoscere le sue intenzioni sull’aumento del monte ore di lavoro. «Oltre a questo punto – precisa a MeridioNews Rosa Borzì – la nostra preoccupazione è rivolta al futuro e alle paghe. Proseguendo infatti con i contratti part time i più fortunati andremmo in pensione con il minimo, nonostante i tanti anni di lavoro».
«Negli anni precedenti ci sono state le condizioni per essere inquadrati a tempo pieno – prosegue Domenico Signorello -. Al momento invece il nostro caso si è incrociato con quello che riguarda i cosiddetti ex dopo scuolisti». Si tratta di dieci ex precari che si sono rivolti alla magistratura per chiedere l’assunzione con effetto retroattivo e il saldo degli stipendi arretrati. I giudici hanno dato loro ragione condannando il Comune al pagamento di quasi un milione di euro tra stipendi e contributi Inps e Inail. «Proponiamo al sindaco – prosegue Signorello – di dilazionare negli anni quando dovuto agli ex dopo scuolisti, in modo di attingere al budget riservato al personale per integrare le nostre ore».
Presente all’autoconvocazione anche Pippo La Spina, sindacalista della Cisl Paternò: «Questi sono lavoratori che percepiscono stipendi vicino alla soglia di povertà -specifica – e francamente una famiglia non si può sostenere con queste somme. I lavoratori inoltre sono preoccupati perché esiste il pericolo concreto che non possano raggiungere il minimo contributivo di 20 anni lavorativi. Essendo stati prima precari e poi part time». Solo dopo qualche ora l’assessore Agostino Borzi ha incontrato i 47 ex Lsu. L’esponente della giunta Mangano dopo avere raccolto le preoccupazioni dei lavoratori, ha fissato per lunedì prossimo un ulteriore incontro con i funzionari del settore Personale e affari economici, rispettivamente Maria Rosa Maccora e Letizia Messina. L’obiettivo è quello di trovare una soluzione concreta.