Dopo la polemica con architetti e ingegneri, il responsabile dei lavori pubblici ha scelto di bloccare l'iter per presentare i progetti in due scuole. Il nodo riguardava i tempi per partecipare, considerati troppo ristretti. La commissione scrive di «una campagna diffamatoria» e stabilisce di «non dar luogo alle operazioni di gara»
Paternò, bando last–minute. Buste restano chiuse Adesso a rischio fondi per oltre un milione di euro
Alla fine le buste sono rimaste chiuse, così come aveva minacciato dopo le polemiche. Il protagonista è l’ingegnere Eugenio Ciancio, dirigente dei lavori pubblici del Comune di Paternò. Le richieste per la partecipazione al bando erano in tutto 24. Documenti protocollati che contenevano le adesioni di architetti e ingegneri alla procedura ristretta per gli interventi per l’efficientamento energetico di due scuola: l’istituto Lombardo Radice e succursale del secondo circolo didattico Giovanni XXIII; due progetti, inseriti nel piano triennale delle opere pubbliche, per i quali erano stati previsti finanziamenti per oltre un milione di euro. Le parcelle per i professionisti che avrebbero dovuto elaborare di i due progetti erano di 34mila e 36mila euro al lordo. In sostanza addio a un milione 420mila euro.
La polemica era legata ai tempi ristretti con cui l’invito era stato inoltrato agli interessati. Tramite un messaggio di posta certificata erano stati contattati nella mattinata del 29 febbraio, con il termine ultimo fissato per martedì 1 marzo alle ore 13. Contestazioni che si erano susseguite su numerose bacheche del social network Facebook: «Ore 8.53, 1 marzo, ricevo invito da parte del Comune a una procedura ristretta per ben due gare – scrive un architetto – Solo un’anomalia: il termine di presentazione dell’offerta è giorno 1 marzo 2016, non aggiungo altro – si legge nel post – anche se scriverei fiumi di parole mi accontenterò solo di vedere chi vincerà le gare e poi farò le mie deduzioni». Un altro professionista, sempre sulla sua bacheca: «È importante segnalare subito – scrive – [che] ieri sera saputa la notizia è stata predisposta lettera al Comune e agli organi di sorveglianza segnalando le anomalie».
Nel verbale redatto dalla commissione si specifica che è stata messa «in atto una campagna diffamatoria con accuse più o meno velate di accordi già esistenti sull’esito della gara, accusando il funzionario, responsabile di aver perpetrato illegittimità nel predisporre gli atti. Si prende atto – prosegue il documento – che i tempi già ristretti, non consentono di acquisire eventuali pareri da parte dell’Anac e degli Ordini interessati in merito alla legittimità della procedura in tempo utile per la presentazione del progetto all’assessorato competente». La commissione a questo punto ha preso atto che «un rinvio della procedura renderebbe inutile l’espletamento della stessa, all’unanimità decide di non dar luogo alle operazioni di gara».
Per salvare il salvabile è stato deciso la rinuncia a presentare il progetto che riguarda la scuola di via Libertà; mentre per il plesso Lombardo Radice sarà proprio Eugenio Ciancio personalmente a elaborarlo, anche se appare assai difficile, se non impossibile, che entro il termine del 9 marzo possa essere pronto.