Costretti in condizioni di estrema sporcizia e disagio, senza alcuna possibilità di dissetarsi. È quanto scoperto all'interno di uno stabilimento di fabbricazione di calcestruzzi, in seguito a un sopralluogo della polizia provinciale. Il proprietario era stato già segnalato in passato per gli stessi reati. Guarda le foto
Paternò, allevamento di maiali dentro fabbrica Trovati senza acqua, denunciato imprenditore
Vivevano in condizioni di estremo disagio, sguazzando nei loro stessi escrementi e senza alcuna disponibilità di acqua per dissetarsi. Accade a Paternò, dove un allevamento abusivo di numerosi esemplari di suino è stato rinvenuto all’interno di una fabbrica di calcestruzzi. Il settantenne P. A. titolare dello stabilimento – le cui generalità non sono state fornite – è stato denunciato all’autorità giudiziaria per diversi reati fra cui ricettazione, omessa custodia e maltrattamento di animali.
Nella giornata di ieri è stato effettuato un sopralluogo nell’azienda da parte della polizia provinciale, congiuntamente al dipartimento veterinario dell’Asp di Catania e della polizia municipale di Paternò. La fabbrica, adibita alla produzione di calcestruzzi, si trova nella contrada Priolo lungo la strada provinciale 229/2. Nel corso dell’ispezione, gli agenti hanno scoperto l’allevamento abusivo con numerosi maiali, costretti in una drammatica situazione di sporcizia e degrado. Gli animali vivevano in un cortile interno allo stabilimento, quasi del tutto immersi tra fango e feci e senza alcuna risorsa idrica per potersi dissetare. Oltre a ciò, erano sprovvisti di ogni elemento utile alla loro tracciabilità.
Secondo ulteriori accertamenti, il titolare dell’azienda sarebbe già stato denunciato in passato per la detenzione illecita e abusiva di animali. Sarebbero inoltre scomparsi altri 38 suini, sequestrati in precedenza e affidati in custodia giudiziale all’uomo: gli animali non sono stati ritrovati al momento del controllo. Il proprietario della fabbrica è stato denunciato per aver violato diversi articoli del codice penale. Gli animali superstiti, invece, sono stati posti sotto sequestro per evitare il consumo di carni prive della necessaria certificazione di sicurezza alimentare, nell’ipotesi di macellazione clandestina.