Pasti cari negli ospedali catanesi, appalto fermo Ditta esclusa diffida l’Asp e denuncia irregolarità

Non è stata ancora assegnata la gara per il servizio di ristorazione negli ospedali catanesi. È passato più di un anno da quando, all’inizio del 2014, l’Azienda sanitaria provinciale ha aggiudicato l’appalto alla ditta Dussman – colosso milanese nel settore delle pulizie, servizio di cui si occupa anche nella stessa Asp di Catania – ma manca l’assegnazione definitiva. Colpa di una fase di commissariamento conclusasi con l’insediamento al vertice dell’azienda sanitaria di Ida Grossi. Ma anche di un prezzo di aggiudicazione per giornata alimentare apparentemente eccessivo, superiore rispetto a quello medio indicato dall’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici. Adesso la ditta esclusa, la Ristora service and food, ha inviato una diffida all’Asp, sottolineando alcune presunte irregolarità nell’aggiudicazione.

L’offerta, risultata vincente, della Dussman impegna la ditta a garantire i pasti e il servizio mensa negli ospedali di Acireale, Giarre, Bronte, Paternò, Biancavilla, Randazzo e Ramacca, 19 euro e 53 centesimi al giorno. Quota che comprende 14 euro e 65 per la giornata alimentare più quattro euro e 88 centesimi per la mensa. Con un ribasso del 5,49 per cento rispetto alla base d’asta. L’offerta è superiore di quasi due euro e 50 centesimi rispetto ai prezzi di riferimento nazionali. Che moltiplicato per i 500 posti letto previsti negli ospedali della provincia, per 365 giorni all’anno, per cinque anni, formano un piccolo tesoretto di poco meno di due milioni e 250mila euro. Ma già la base d’asta del bando di gara – redatto dall’ex commissario dell’Asp Gaetano Sirna – appariva nettamente superiore ai paletti dell’Autorità di vigilanza: 15 euro e 50 centesimi per giornata alimentare.

La ditta Ristora service and food, esclusa dalla gara, ha inviato – tramite il suo legale Antonio Fiumefreddo – una diffida all’Asp alla quale si chiede di revocare in autotutela l’aggiudicazione. Sono tre le criticità evidenziate nell’assegnazione dei punteggi alla ditta vincitrice, la Dussman: nella modalità di raffreddamento dei pasti, sul numero di personale impiegato e per la manutenzione delle attrezzature usate per cucinare. 

«La Dussman – si legge nella diffida – propone un raffreddamento con l’uso del ghiaccio, soluzione che nessuno potrebbe indicare come tecnologica». E ancora, a proposito dei dipendenti, sottolinea che la Ristora, la ditta esclusa, avrebbe garantito «74 dipendenti, mentre la Dussman solo 61». Infine, l’avvocato Fiumefreddo sottolinea come «l’impresa vincitrice allega un piano di manutenzione in cui descrive attrezzature alimentate a gas, ma propone attrezzature ad alimentazione elettrica». Criticità che già nei mesi scorsi la ditta Ristora aveva fatto presenti, ma a cui l’Azienda sanitaria provinciale non ha risposto. 

La direttrice dell’ente, Ida Grossi, replica: «Stiamo verificando tutti gli atti della procedura di gara. Siamo arrivati da appena un mese, il direttore amministrativo Daniela Faraoni sta analizzando i documenti, entro pochi giorni assumeremo le nostre decisioni».


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