Parte la campagna del Pd anche per le elezioni nazionali  Provenzano: «La Sicilia deve essere protagonista a Roma»

Parte anche in Sicilia la campagna elettorale del Partito democratico in vista delle Politiche che rinnoveranno il parlamento italiano il prossimo 25 settembre, data scelta anche per celebrare l’elezione del nuovo governo regionale. Lo fa presentando a Palermo i nomi dei candidati a Camera e Senato nei collegi uninominali e plurinominali. Tra questi, presenti alla conferenza stampa, Peppe Provenzano, ex ministro del Sud, che sarà capolista a Palermo e Caltanissetta per la Camera dei deputati, la sindacalista Anna Maria Furlan, capolista per il Senato a Marsala, Antonio Nicita, capolista per il Senato a Siracusa, la consigliera comunale di Palermo Teresa Piccione, candidata alla Camera e il segretario regionale del partito, Anthony Barbagallo, candidato come capolista alla Camera nei collegi di Siracusa, Ragusa e Catania. 

«La Sicilia ha bisogno che faccia sentire la sua voce, che venga rappresentata e portata sui tavoli nazionali come una grande questione nazionale, perché è questo che è – dice Provenzano – E le nostre proposte sui diritti, sul lavoro buono, sui salari, sulla cura del territorio, dell’ambiente, sono esattamente quello che serve alla Sicilia e all’Italia». Il pensiero corre comunque sempre alle elezioni regionali, che vedono il Pd impegnato a sostegno di Caterina Chinnici. «Con Chinnici vogliamo intercettare un elettorato che va al di là dei confini tradizionali del centrosinistra, forti delle nostre proposte – prosegue il vicesegretario nazionale – È una figura che suscita grandi speranze, ma soprattutto ha le mani giuste, le carte in regola per affrontare la nuova stagione che si apre in Sicilia. Arriveranno 50 miliardi tra fondi europei e risorse di coesione, sono le stesse per cui da ministro per il Sud mi sono battuto e non possiamo consentire che gli stessi che non le avrebbero mai volute ci mettano le mani». 

Il riferimento, neanche troppo velato, è agli alleati in Europa della parte più estrema della coalizione del centrodestra. «Se fosse stato per gli amici di Salvini e di Meloni, in Europa noi quelle risorse non le avremmo mai avute, adesso vogliono metterci le mani, vogliono farlo per i loro interessi particolari, come si è visto sulla sanità, ma sono talmente incapaci di perderle o di sprecarle quelle risorse e noi non possiamo permettere che la Sicilia venga tagliata fuori da questa opportunità di futuro».

Infine, rimanendo sul tema regionale, non si può ignorare lo scossone forte subito dalla coalizione, con l’uscita del Movimento 5 stelle, che pure sembrava voler intraprendere un percorso insieme ai dem nonostante la rottura sul piano nazionale. «La proposta politica non si costruisce sul puzzle delle alleanze – conclude Provenzano – Quello del Movimento 5 stelle è stato un vero e proprio voltafaccia, che ha creato sconcerto e malumore tra gli stessi eletti del M5s e tra molti elettori, ma per noi è un motivo in più per combattere con maggiore determinazione questa battaglia. Ma il tradimento non è stato nei confronti del Partito democratico, è stato nei confronti dei siciliani con i quali era stato scritto un patto alle primarie e che vogliono cambiare rispetto a questo governo Musumeci che è stato fallimentare».

Gabriele Ruggieri

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