Parlamentarie, gli esclusi criticano vertici del M5s «Dicono di inviare mail, ma non si sa chi le legge»

Quando mancano circa quattro ore alla chiusura delle Parlamentarie, tra gli attivisti siciliani del Movimento 5 stelle il clima continua a essere rovente. A tenere banco è ancora il caso delle esclusioni dalla competizione che servirà a definire i nomi di chi andrà a popolare le liste per le elezioni Politiche di marzo. Molti i siciliani che dichiarano di essere stati tagliati fuori senza un motivo valido. A causa di alcune «stranezze, per il momento diciamo così», secondo uno degli aspiranti parlamentari, che in queste ore è passato dal pensare a sviste o problemi tecnici a ipotizzare precise decisioni dei vertici del partito.

Chi invece ha deciso di metterci la faccia già da ieri è l’attivista trapanese Monica Modica. «Mi hanno detto che sono stata esclusa per l’articolo dove si dice che il capo politico ha la facoltà di giudicare l’opportunità di accettare una candidatura – commenta Modica a MeridioNews -. I motivi di questi giudizi possono essere i più vari, visto che si richiamano l’etica e i valori del Movimento 5 stelle». Tra i sospetti della donna è che a pesare possa esserci stata una precedente esperienza da assessora a Favignana. «Era una nomina tecnica e peraltro in seguito a una competizione in cui il M5s non aveva partecipato – continua -. La mia adesione al Movimento è avvenuta successivamente e dopo essere stata apprezzata da molti attivisti che mi hanno invitato ad aderire al progetto proprio in virtù del mio impegno. Qualcuno evidentemente ha cambiato opinione». E se così fosse, lo avrebbe fatto di recente. «Il 4 gennaio ho ricevuto una mail in cui mi si diceva che la mia richiesta di candidatura era stata acquisita e che avrei dovuto integrare la domanda con l’invio dei certificati penali».

E proprio ai certificati che provano l’assenza di inchieste giudiziarie sul proprio conto è legata l’altra polemica in corso. In un primo momento, infatti, per l’invio dei documenti era stata annunciata la scadenza «perentoria» del 15 gennaio, salvo poi inserire anche chi non aveva mandato tutte le attestazioni necessarie. Concedendo una proroga, «fino a tre giorni prima della presentazione delle liste», in caso di «comprovati motivi che non permettono il rispetto della scadenza». «Dicono che verranno controllati a posteriori, ma è assurdo – attacca Modica -. Se si fosse saputo prima, ognuno avrebbe affrontato i costi per produrre i certificati soltanto in caso di selezione dopo le Parlamentarie».

Le esclusioni – sulle quali lo staff nazionale del Movimento 5 stelle ieri si è limitato a dire che stava valutando i diversi casi – riguardano un po’ tutte le province. E c’è anche chi pensa che certe assenze derivino da un preciso intento censorio. Nella circoscrizione Sicilia 1 per il Senato, manca per esempio il nome di Emanuele Dalli Cardillo. Avvocato agrigentino, è stato indirettamente al centro dell’attenzione per la vicenda che ha seguito l’arresto di Fabrizio La Gaipa, il candidato pentastellato in corsa alle Regionali che ha chiesto di patteggiare una condanna per estorsione a un dipendente. Dalli Cardillo sarebbe tra coloro che, già mesi prima del voto, aveva segnalato allo staff del Movimento l’incompatibilità di La Gaipa con i valori del partito fondato da Beppe Grillo. Appelli inviati via mail, ma che sarebbero rimasti inascoltati. Oggi nella città dei templi c’è chi pensa che l’avvocato possa avere pagato quell’azione – il caso mediatico è montato dopo la pubblicazione delle comunicazioni inviate ai vertici del Movimento – con l’esclusione dalla competizione. Contattato da MeridioNews, Dalli Cardillo ha preferito non commentare la vicenda, limitandosi a fare sapere di avere chiesto delucidazioni via web.

In attesa di sapere chi riuscirà a spuntarla nelle votazioni on line, va ricordato che le Parlamentarie serviranno a stilare solo la rosa di nomi per i collegi plurinominali. Per gli uninominali – dove il seggio verrà assegnato attraverso un testa a testa tra i singoli candidati – la scelta infatti toccherà ai vertici del partito. Tale linea, in Sicilia, è stata definita durante un’assemblea tenutasi il 7 gennaio, a cui ha partecipato in collegamento anche Luigi Di Maio: «Scelta di nomi che potranno fare la differenza, così come avvenuto alle Regionali: 35 per cento Giancarlo Cancelleri, 25 per cento il M5s, facendo analisi dei voti», si legge nel verbale della riunione. Chiare invece sono le modalità con cui verrà condotta la campagna elettorale: meno comizi nelle piazze e più porta a porta, con un’attenzione particolare nei rapporti con i media. «Attenzione alla comunicazione e alla comunicazione errata della stampa – si legge in un passaggio che fa riferimento a un intervento dell’eurodeputato Ignazio Corrao -. Capita spesso che anche portavoce subiscano il modo in cui la stampa descrive il M5s. È fondamentale, anziché farsi intimorire, leggere e informarsi direttamente alla fonte e parlare con orgoglio di ciò che si fa».

Ci sono da fronteggiare pure polemiche e sospetti sulle modalità con cui si sono svolte le Parlamentarie. «Mi hanno detto di scrivere una mail al sito per chiedere le motivazioni della mia esclusione, ma nessuno mi ha risposto. Vorrei capire chi è che legge quella mail. Dove è la trasparenza tanto invocata?», chiede uno dei delusi. Che però come tanti altri attivisti preferisce rimanere anonimo: «Non per timore di altre censure – assicura – solo per privacy». Intanto, nel pomeriggio, il blog Supernova pubblica un audio inviato da alcuni attivisti. «È una malacumpassa allucinante e io comincio a essere stanco di tutti questi problemi creati dallo Staff per incompetenze ormai palesi a tutti», si sente nel messaggio.

Simone Olivelli

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