Le fiction che magari fanno 'cassetta' e fanno guadagnare soldi a chi li produce danno un'immagine stereotipata e falsa del capoluogo siciliano
Palermo Squadra Antimafia da censurare? Orlando: “La protesta sarebbe sterile, c’è un’altra via…”
LE FICTION CHE MAGARI FANNO ‘CASSETTA’ E FANNO GUADAGNARE SOLDI A CHI LI PRODUCE DANNO UN’IMMAGINE STEREOTIPATA E FALSA DEL CAPOLUOGO SICILIANO
Quanto male fanno all’immagine di Palermo fiction di bassa lega come “Palermo Squadra Antimafia” e altre di questo genere? Un bel po’, a giudicare dai commenti di alcuni turisti, che abbiamo incontrato questa estate. Vi abbiamo raccontato di due ragazzi svizzeri che ci hanno detto: “Mai e poi mai saremmo venuti qui se non avessimo avuto dei parenti disposti a portarci in giro. Le immagini viste in televisione, in Palermo Squadra Antimafia, parlano di una città violenta dove è pericoloso andare in giro”. Inutile aggiungere lo stupore che hanno provato nel constatare che il capoluogo siciliano, pur con le sue contraddizioni- particolarmente visibili nei periodi in cui l’immondizia regna per le strade- è una città bellissima dove il turista, come in qualsiasi altra città del mondo, al massimo rischia uno scippo. Le stesse perplessità le abbiamo ritrovate in Toscana e di episodi simili abbiamo notizia, praticamente, ogni giorno. Per esperienze di amici o nelle conversazioni sui social network.
Abbiamo quindi deciso di chiedere al Sindaco, Leoluca Orlando, se magari non fosse il caso di reagire ufficialmente con una sonora protesta contro delle produzioni televisive superficiali ed allarmistiche, se non offensive, che potrebbero arrecare un danno, concreto, alle potenzialità turistiche di questa città.
Il Primo Cittadino di Palermo, pur consapevole dei ‘limiti’ di queste fiction, si dice contrario ad una protesta istituzionale. Per lui, il modo di salvare il capoluogo siciliano dai pregiudizi e dalle immagini distorte, è un altro. Passa dall’impegno quotidiano di ogni palermitano ad agire bene nel quotidiano e a comunicare all’esterno tutti quello che c’è di positivo. E arriva fino alla candidatura di Palermo a Capitale Europea della Cultura “con la fitta rete di relazioni e rapporti internazionali che ciò comporta; per ricreare quella rete di “verità condivisa” che un poco alla volta (quindi in modo più profondo e duraturo nel tempo) farà in modo che non siano più solo i palermitani ad indignarsi per quel tipo di produzioni cinematografiche, ma siano i produttori che ne comprenderanno l’errore e l’inutilità”.
Ma leggiamo cosa ha risposto a LinkSicilia nel dettaglio:
“Reagire a quelle produzioni televisive che trasmettono un’immagine negativa di Palermo e della Sicilia, sarebbe azione doverosa, se non fosse sterile: resterebbe una citazione in qualche “breve di cronaca”, con l’aggravante che si contribuirebbe a rafforzare in alcuni nostri conterranei una sorta di convinzione autoassolutoria e autoconsolatoria: una sorta di “noi siamo i migliori… gli altri non ci possono e ci vogliono capire.”
Ciò che invece serve e che a mi giudizio può davvero cambiare la percezione di Palermo e della Sicilia è l’impegno quotidiano non solo a combattere quanto c’è di sbagliato nella nostra realtà, ma anche e soprattutto – afferma Orlando – valorizzare tutto quanto esiste di positivo trasmettendolo e comunicandolo all’esterno.
Per anni, per tanti anni, certe realtà negative sono state accettate/subite/alimentate dal silenzio e dalla connivenza. E’ vero che questo alimenta visioni distorte, accresciute dalla naturale tendenza di un certo mezzo filmico ad esagerare e spettacolarizzare. E’ altrettanto vero che questa accettazione è già cessata per molti palermitani e sta cessando per tanti altri; è vero che nella scuola come nell’Amministrazione comunale, nelle parrocchie come nell’università e nel mondo dell’impresa si stanno affermando valori e comportamenti positivi.
Allora- sottolinea il Sindaco di Palermo- la nostra sfida è quella di saper comunicare il positivo, senza nascondere ciò che esiste di negativo.
Dare di Palermo l’immagine veritiera di una città con tante difficoltà e contraddizioni ma anche con tante risorse e, soprattutto, con tanti palermitani impegnati per il cambiamento. A questo servono i tanti incontri istituzionali che ogni mese tengo con esponenti politici, diplomatici, dell’imprenditoria e della cultura di altri paesi del mondo.
A questo serve anche la candidatura di Palermo a Capitale Europea della Cultura, con la fitta rete di relazioni e rapporti internazionali che ciò comporta; per ricreare quella rete di “verità condivisa” che un poco alla volta (quindi in modo più profondo e duraturo nel tempo) farà in modo che non siano più solo i palermitani ad indignarsi per quel tipo di produzioni cinematografiche, ma siano i produttori che ne comprenderanno l’errore e l’inutilità”.
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